Araldica di Iacopo di Filippo Landi da Socognano: di rosso a otto bisanti d’oro (precisamente «filippi», si tratta di una moneta) con la bordura d’oro.
Nel registro inferiore, nel quale prende avvio la narrazione, Dante e Beatrice si tengono per mano e indicano, osservandola, la visione divina che si manifesta al di sopra delle loro teste.
Pagina di incipit alla seconda cantica, Purgatorio, costruita sul dialogo figurativo tra il riquadro miniato e l’iniziale decorata, enfatizzata da un fregio fitomorfo policromo arricchito da foglie cuoriformi in lamina metallica aurea.
Riquadro miniato all’incipit del Paradiso; l’immagine è una rappresentazione molto condensata e liberamente rielaborata dei principali temi che percorrono l’intera cantica e si svolge su tre registri.
Iniziale P di Per correr, all’incipit di Purg. I, policroma, fitomorfa, con inserti in foglia d’oro: al suo interno campeggia la navicella dell’ingegno.
Pagina di incipit alla terza cantica, Paradiso, costruita sul dialogo figurativo tra il riquadro miniato e l’iniziale decorata, enfatizzata da un fregio fito-zoomorfo policromo arricchito da foglie cuoriformi in lamina metallica aurea.
Pagina di incipit alla prima cantica, Inferno, costruita sul dialogo figurativo tra il riquadro miniato e l’iniziale decorata, enfatizzata da un fregio fitomorfo policromo arricchito da foglie cuoriformi in lamina metallica aurea.
Mentre Virgilio discute e contratta il passaggio con il guardiano del II cerchio (lussuriosi), alcune anime con il volto deformato dal terrore sono già state abbrancate da un truce diavolo che le trascina con sé verso il supplizio eterno.
L’ingresso dell’Inferno rimanda alla fortificazione della città di Dite, così come la creatura fantastica sulla sua sommità appare costruita sulla compresenza di elementi che richiamano Cerbero, le Furie, le Arpie della selva dei suicidi (Inf. XIII).