69v: Reg.lat.1823 — simul et boni officiu(m),
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- Reg.lat.1823
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simul et boni officiu(m), du(m) plus premitur p(er)dat.
- Section:
- 1r-117r Isidorus, s., arciv. di Sevilla: Sententiae
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Così nel codice.
Così nel codice; s’intenda cum modo.
Così nel codice per integre.
Così per ad perfectionem.
Pro correzione su rasura.
La a, dalla forma di due c accostate, è aperta.
La c, come quella della corsiva in due tratti, si innalza sul corpo delle altre lettere.
La i è alta ad inizio di parola. Tuttavia nel manoscritto si può notare come questa regola non sia sempre rispettata. La i, nel primo periodo della beneventana, assume dunque sia la forma alta che la forma bassa senza una regola precisa.
Si noti la legatura -fi. La i forma quasi sempre una legatura enclitica.
Si noti la legatura -gi. La i forma quasi sempre una legatura enclitica.
Si noti no le due legature estremamente simili ec ed et differenziate solamente dall’ultimo tratto: in ec più che una legatura si ha un nesso tra le due lettere mentre in et il tratto mediano delle e diventa obliquo arrivando fino al rigo di scrittura e viene sormontato da un segno a forma di virgola.
Si noti il nesso -or-.
Si noti il nesso -rp-.
Un segno simile al numero 3 posto in alto dopo la lettera equivale ad -m.
Abbreviazione di per.
Un segno, molto simile all’attuale punto e virgola posto accanto alla q equivale a -que.
Il pronome indefinito e il pronome relativo assumono diverse abbreviazioni nelle varie grafie, in questo caso si noti il tratto dell’abbreviazione posto per quisque perpendicolare all’asta discendente della q mentre per quod perpendicolare all’asta ascendente della d. Il -que finale è abbreviato con un segno simile al punto e virgola.
Explicit ed incipit scritti in maiuscola in inchiostro alternato (nero e rosso).
Sollicita igitur discretione carnis est moderan
da materies, scilicet ne aut integra extinguatur,
aut inmoderate laxetur. Infirmitate carnis
nimia praevalente, app(er)fectionem p(er)tingere ne
mo potest. Nam quamvis s(an)c(t)itatis amore q(ui)s
q(ue) habeat, exsequi tamen non balet operis meri
tum, cui intentione cordis deservire conatur.
Corporis debilitas nimia etiam vires anime fran
git, mentis quoq(ue) ingeniu(m) facit marcescere,
nec valet quicqua(m) boni p(er) inbecillitate(m) profi
cere. Ne quid nimis nam quidquid commodo et
temperamento fit, salutare est; quidquid autem
nimis et ultra modu(m) est, p(er)niciosu(m) fit studiu(m)
q(ue) suu(m) in contrariu(m) vertit. In omni opere modu(m)
et temperamentu(m) oportet habere. Na(m) omne q(uo)d
excedit periculosum est, sicut aqua que quasi
nimios imbres prebeat, non solum nullum usum
adhibet, sed etiam periculu(m) exhibet.
EXP(LICI)T LIBER SECVN(DVS).
INCIP(IT) LIBER TERTIVS.