Latin Paleography From Antiquity to the Renaissance [by A. M. Piazzoni]

Reg.lat.762

Manuscript information

Resource type:
Manuscript
Collection:
Reg.lat.
Shelfmark:
Reg.lat.762
Library:
Biblioteca Apostolica Vaticana
Date:
sec. VIII-IX
Beginning date:
776
Ending date:
825
Country:
Francia
Region:
Indre e Loira
Place:
Tours
Support:
membr.
Height:
319
Width:
240
Extent:
I. 257
Exhibit Tags:
Carolina

Description

Other name:
Petau, Paul, 1568-1614 [owner]
Petau, Alexandre, m. 1672 [owner]
Kristina, regina di Svezia, 1626-1689 [owner]
Writing:
<carolina>
Language:
Latino.
Alphabet:
Latino.

Administrative information

Source of information:
Manuscrits classiques, II, 1, pp. 105-106.

Curatorial narrative

Il Reg. lat. 762, noto come Livio Vaticano, è un codice mutilo e acefalo che tramanda la terza decade dell’Ab Urbe condita di Tito Livio. Il codice è interessante sia dal punto di vista paleografico, poiché rappresenta uno dei primi esempi di carolina, sia dal punto di vista filologico poiché è possibile riscontare su di esso i principali errori commessi dai copisti nel passaggio dalla scrittura maiuscola alla minuscola. Datato tra la fine dell’VIII e l’inizio del IX sec., il manoscritto è probabilmente degli anni immediatamente successivi la morte dell’abate Alcuino di York (735-804). Vergato da otto copisti (Gyslarus, ff. 1r-8v, Aldo, ff. 9r-52v, Fredegisus o Fredegarius, ff. 53r-97v, Nauto, ff. 98r-111v, Theogrinus o Theogrimnus, ff. 112r-141v, Theodegrinus, ff. 142r-185v, Ansoaldus, ff. 186r-228v e Landemarus, ff. 229r-250v), il codice tramanda, nei margini di alcuni fogli, anche altri nomi appartenenti a lettori e correttori. Il Livio Vaticano è stato attribuito dai paleografi allo scriptorium di Tours, sulla base della grafia e dei nomi degli scribi che Traube ha cercato di individuare nel Liber confraternitatum s. Galli. Unico a discostarsi da tale ipotesi è Chatelain che sostiene che il lavoro di copia sia avvenuto presso il monastero di Corbie, luogo dove era conservato l’attuale Parigi, Bibliothèque nationale de France, Lat. 5730, noto come Livio Puteanus, un codice del V sec., appartenente, secondo Bischoff, alla biblioteca di Carlo Magno e del quale il reginense è copia.

Il codice appartenne a Paul Petau e fu poi venduti dal figlio, Alexander, a Cristina di Svezia.

Il brano trascritto e annotato è al f. 62r, Livius, Ab Urbe condita XXIII, 13 - XXIV, 5.

 

Bibliografia

CHATELAIN, Le Reginensis, pp. 79-85; SHIPLEY, Certain Sources, pp. 1-25, 157-197 e 405-428; TRAUBE, Vorlesungen, p. 426; RAND - HOWE, The Vatican Livy, pp. 19-57; RAND, A survey, pp. 96-97; REYNOLDS - WILSON, Copisti e filologi, p. 254; REYNOLDS, Livy, pp. 208-209; BISCHOFF, Palaeography, pp. 75, 133 e 143; CHERUBINI - PRATESI, Paleografia, p. 375, tav. 76; TODATO, Ricerche, pp. 629-647Ulteriori citazioni bibliografiche.

Parts of this manuscript

1r-257v

Livius, Titus, Ab Urbe condita

Locus:
1r-257v
Author:
Livius, Titus, 59 a.C.-17 d.C. [internal]
Supplied title:
Ab Urbe condita
Uniform title:
Ab Urbe condita (Livius, Titus, 59 a.C.-17 d.C.). 21-30
Summary:
Decas III, lib. XXII-XXX.
General note:
Inc. mutilo: "velut caeci evadunt armaque..." (XXII, 6, 5). Exp. mutilo: "proxima quaeque et deinceps continua amplexus" (XXX, 5, 7).
Language:
Latino.
Alphabet:
Latino.
Source of information:
Manuscrits classiques, II, 1, pp. 105-106.