73v: Vat.lat.3835 — SAMUHEL AIT: «MIHI AB
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- Vat.lat.3835
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SAMUHEL AIT: «MIHI AB
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- 63v-73v Iohannes Chrysostomus, s., patriarca di Costantinopoli: De cruce et latrone, <Homilia 1> and 73v-78r Augustinus, s., vesc. d'Ippona. Opere spurie e dubbie: <Sermo Mai 80>
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-e- aggiunta nell’interlineo.
Dal signum crucis a VIIII è rubricato con l’eccezione di XXIII.
Nel codice FF.
Terminazione a chiodo delle aste basse.
Aggiunta delle codine a termine delle aste corte. Questo aspetto tradisce l’influenza greca, in particolare quella della maiuscola biblica più tarda.
Le lettere a volte sono unite le une alle altre da trattini superiori di collegamento orizzontali.
In fine di rigo ricorrono i nessi (NT, US e UR) e le lettere di modulo minore.
U di tipo capitale iscritta nell’interlineo.
La lettera A è eseguita “a foglietta” tuttavia Petrucci nota che tale utilizzo non è costante nel testo.
L’ornamentazione del codice è della stessa mano dello scriba. È notevole il numero di iniziali disegnate a penna e solo in rari casi colorate in rosso (come ai ff. 20r e 38r): eseguite con l'ausilio del compasso, sono caratterizzate dal tratteggio sottile e dal ricorso a motivi ornamentali quali il pesce stilizzato o la rosetta, da elementi geometrici a riempitivo delle aste che richiamano alla memoria motivi analoghi delle iniziali del Virgilio Augusteo.
Molti degli elementi sopracitati rappresentano la ripresa di elementi decorativi propri dell'ornamentazione libraria italiana del VI sec. Quest'ultima consta sia di segni di separazione e di conclusione del testo eseguiti in nero o in rosso, verde e nero e comprendenti fogliette, spirali e motivi geometrici piramide rovesciata vicino le cifre di tradizione tardoantica, come in questo caso.
Nel codice KK.
ENIM PUBLICANI HOC
FACIUNT» UT SCIATIS QUIA,
SI PRO AMICIS ORAMUS
NONDUM VICIMUS PU
BLICANOS; SED QUANDO
DILIGIMUS INIMICOS
D(E)O, IN QUANTUM POSSU
MUS, SIMILES SUMUS,
QUI SOLEM SUUM ORIRI
FACET SUPER BONOS ET
MALOS; IGITUR D(OMI)NI IMI
TATORES SUMUS. «ESTO
TE NAMQ(UE) -AIT- SIMILES
PATRIS VESTRI QUI IN
CAELIS EST UT ET CELO
RUM REGNA MEREA
MUR PER CHR(ISTUM) D(OMI)NUM
N(OSTRU)M, CUI EST GLORIA IN
SAECULA SECULORUM».
AMEN.
† IT(EM) SER(MO) S(AN)C(T)I IOHA(NNIS) CHRY
SOSTOMI DE CRUCE
FERIA VI
XXIII VIIII
HODIE INCIPIAMUS
CARISSIMI DE CRUCIS
TROPEO PREDI
CARE, ET HONOREMUS
SIT PECCARE, INTERMIT
TENDI ORARE PRO VOBIS
D(OMI)N(U)M»; QUAM IGITUR
VENIAM MERERI POTE
RIMUS D(OMI)NI, SI TANTO
RUM SERVORUM DE
VETERI ATQ(UE) NOVO TES
TAMENTO NON IMITA
MUR EXEMPLIS, UT PRO
N(OST)RIS INIMICIS OREMUS
SI FORSITAN ALIUT FACI
ENTES CONTRA INIMI
COS ORAMUS. NOLITE
F(RATES), NOLITE, DEPRECOR:
NAM QUANTO PLURA SUNT
EXEMPLAR QUE DIXIMUS,
TANTO IMITATIONIS MER
CES AUGETUR; MELIUS
EST PRO INIMICIS QUAM
PRO AMICIS ORARE, NEC
ENIM TANTUM NOBIS
PRAESTAT PRO AMICIS
ORATIO, QUANTUM PRO
INIMICIS DEPRECATIO.
«SI DILIGITIS –INQUID- EOS
QUI VOS DILIGUNT NIHIL
MAGNUM FACITIS; ET