Latin Classics The Evolution and Transmission of Texts of Specific Works [by M. Buonocore]

Vat.lat.3867

Manuscript information

Resource type:
Manuscript
Collection:
Vat.lat.
Shelfmark:
Vat.lat.3867
Library:
Biblioteca Apostolica Vaticana
Ocelli nominum:
Vergilius Romanus
Date:
sec. V-VI
Beginning date:
476
Ending date:
525
Country:
Italia
Support:
membr.
Height:
330
Width:
218
Extent:
I. 309
Overview:
Vergilius, Opera <cum argumentis>.
Exhibit Tags:
Vergilius

Description

Bibliography:
Vedere i classici, pp. 150-156.
Collation:
Il ms. completo doveva essere composto da 48 fascicoli, soprattutto quaternioni (una trentina ca.), ma anche alcuni quinioni (15 ca.) e ternioni (2); la maggior parte dei fascicoli è andata dispersa o presenta significative lacune, la sequenza attuale di lettura è: 1-16, lacuna, 17, 18, lacuna, 19-33, lacuna, 34-61, lacuna, 62, lacuna, 63-73, lacuna, 75, lacuna, 77-103, lacuna, 104, 105, lacuna, 106, 107, 110, 111, 108, 112, lacuna, 76, lacuna, 113-136, lacuna, 137-162, lacuna, 163-187, lacuna, 189-209, 74, lacuna, 210-261, lacuna, 262-282, lacuna, 283-286, 188, lacuna, 287-304, lacuna, 305, 306, lacuna, 307-309 (Manuscrits classiques, III.2 p. 336). Bianchi i ff. Iv, 44r, 45v, 74r, 75v, 76r, 77v, 100r, 101v, 106v, 163v, 187v, 188r, 233r, 234r, 235v.
Layout:
A piena pagina su 18 ll. oppure in alternanza con le miniature tabellari, da un minimo di 6 ll. a f. 3v, a un massimo di 12 ll. a f. 9r; rigatura alla mina; tutti i fogli con le miniature, sia tabellari sia a piena pagina, sono stati segnati sul recto, in basso a destra, in cifre arabiche a lapis.
Foliation:
Manuale moderna in cifre arabiche in alto a destra, a inchiostro bruno scuro.
Writing:
<capitale libraria>
Decoration - Note:
19 illustrazioni a introduzione di ciascun libro delle opere tramandate dal ms.; le Bucolicae sono tutte accompagnate da miniature tabellari, tranne la prima, eseguita in campo aperto (ff. 1r, 3v, 6r, 9r, 11r, 14r, 16v; mm 247/245x175/140, cf. Manuscrits classiques, III.2, p. 336); per Georgicae ed Aeneis la mise-en-page mostra una coppia affrontata di illustrazioni a piena pagina (ff. 44v, 45r, 74v, 76v, 77r, 100v, 101r, 106r, 163r, 188v, 234v, 235r; mm 232/225x230/222, cf. Manuscrits classiques, III.2, p. 336), realizzata su un bifoglio separato. Rubricati i titoli correnti al centro del margine superiore e i nomi dei personaggi delle Bucolicae, mentre gli Argumenta, gli incipit e gli explicit sono su linee alternativamente in rosso e in bruno, spesso isolati da motivi a bacchetta, negli stessi colori.
Condition:
I ff. 165-167, 202 e 302 sono solo parziali; estesi risarcimenti in pergamena; spesso l’inchiostro risulta staccato; qualche caduta nella pellicola pittorica. Il ms. è conservato in 39 cartelline + 20 plexiglas (mm 370x366) per fogli miniati (tra i quali anche il f. 78r con cornice miniata sul recto; cf. Montuschi, Scheda nr. C7, in Conoscere la Biblioteca Vaticana, p. 174).
Signatures:
Presenti, ai ff. 1-159 in lettere minuscole (a-z, es. f. 25r), ai ff. 160-304 in lettere maiuscole (A-S, es. f. 74r); in qualche caso si individua anche la sequenza alfanumerica (es. f. 65r, in basso a destra); nessuna delle segnature è contemporanea alla confezione del ms., ma furono probabilmente apposte con il suo arrivo in Biblioteca Apostolica Vaticana nel secolo XV, quando i fogli furono rilegati in quaternioni (Manuscrits classiques, III.2 p. 336).
Other author:
Wright, David H. (David Herndon), 1929- [external]
Buonocore, Marco, 1954- [external]
Montuschi, Claudia [external]
Piazzoni, Ambrogio Maria, 1951- [external]
Jatta, Barbara [external]
Pellegrin, Elisabeth, 1912-1993 [external]
Gilles-Raynal, Anne-Véronique, 1954- [external]
Dolbeau, François [external]
Fohlen, Jeannine [external]
Riou, Yves-François [external]
Tilliette, Jean-Yves, 1954- [external]
Piacentini Scarcia, Paola, 1938- [external]
Riamond, Pierre-Jean, 1976- [external]
Language:
Latino.
Alphabet:
Latino.
Provenance:
Abbazia di Saint-Denis.

Administrative information

Source of information:
Manuscrits classiques, III, 2, pp. 336-340.

Curatorial narrative

Confezionato con una pergamena di straordinaria qualità lavorata con raffinatezza (Wright, Codicological Notes, p. 25), insieme al Virgilio Vaticano, il più antico giunto sino a noi, e all’Iliade Ambrosiana (Milano, Biblioteca Ambrosiana, Cod. F 205 Inf.), pur gravemente danneggiata, il Virgilio Romano è a oggi tra gli esemplari più importanti di libro illustrato contenente un’opera classica e segna probabilmente anche «the transition from classical to medieval bookmaking» (The Vatican Vergil. A Masterpiece, p. 1). Il Vat. lat. 3867 è senza dubbio un oggetto di lusso, lo dimostrano il formato («troppo grande per poter essere maneggiato comodamente», da far supporre che fosse un «volume da esposizione», Wright, Scheda nr. 2, p. 152), l’altissimo numero di fogli di cui doveva essere composto (almeno 410), la presenza di un vasto ciclo illustrativo (sono state stimate circa 42 illustrazioni complessive, 19 quelle rimaste, all’incipit di ogni libro, Id., Scheda nr. 2, p. 150; cfr. anche Id., The Roman Vergil, p. 44).

Poiché il manoscritto è a oggi un unicum, non è stato agevole da parte della critica proporre una datazione univoca, proprio per la mancanza di sicuri termini di paragone. Il dibattito storiografico oscilla nell’indicare un periodo che va dal sec. V alla metà del VI; una analoga disputa coinvolge il luogo di produzione, indicato in Ravenna o in Roma (cfr. anche Weitzmann, Ancient Book Illumination, pp. 59-62).

Tra i molti aspetti intriganti del Vat. lat. 3867, uno riguarda il processo di trasmissione delle immagini, in quel momento fondamentale e delicato che fu il passaggio dal rotolo di papiro (volumen) al codice in pergamena. L’adozione del formato libro implicò infatti tutta una serie di adattamenti e di nuove invenzioni per trasferire la mise-en-page del volumen – nella sua alternanza tra testo e immagine secondo un andamento orizzontale – nella nuova struttura del manoscritto – che presupponeva invece una costruzione verticale (cfr. Weitzmann, Late Antique and Early, passim; Id., L'illustrazione nel rotolo, passim; Id., L'illustrazione del libro, passim; cfr. anche Wright, The Inheritance, passim). Molto interessante nel Virgilio Romano è, a tal proposito, la compresenza dell’unica illustrazione in campo aperto (a f. 1r) con il resto delle immagini racchiuse invece all’interno di una cornice (es. ff. 44v-45r). La scena con Titiro e Melibeo, a introduzione delle Bucolicae, lascia intravedere in filigrana la sorgente dalla quale fu desunta: un «buon modello di papyrus style», e ne sono appunto un indizio sia l’assenza di un riquadro a incorniciarla sia la mancanza di un paesaggio a fare da sfondo all’azione dei due personaggi (Wright, Scheda nr. 2, pp. 150-151; cfr. anche Id., Codicological Notes, p. 123; Id., The Roman Vergil, pp. 5, 48); ugualmente, l’adozione del formato orizzontale, come è visibile in tutte le altre immagini a commento delle egloghe, è rivelatore del modello che l’artista doveva avere sotto gli occhi. Per l’Aeneis, la sorgente figurativa, anch’essa risalente nel tempo, fu forse trasmessa da un rotolo, benché sia stata ipotizzata anche la presenza di un medium diverso, di un codice cioè che tuttavia riproduceva la mise-en-page di un volumen (Ruysschaert, Lignes d'un examen, p. 31; Wright, Codicological Notes, p. 58; Id., The Roman Vergil, pp. 14, 48-53; cfr. il Virgilio Vaticano e anche quanto afferma David Wright, Scheda nr. 2, p. 151).

Oltre alla questione relativa ai media, una riflessione coinvolge i modelli iconografici veri e propri: anche in questo caso, diverse sono le fonti delle quali si servì il miniatore; per le Bucolicae sono infatti piuttosto evidenti i richiami a motivi pastorali molto diffusi nell’arte romana, soprattutto in epoca tardoantica, come si può osservare nell’altissimo numero di sarcofagi ancora conservati che mostrano appunto il ricorrere di tali stilemi (cfr. Wright, Codicological Notes, p. 75 e passim). Analogamente per le Georgicae, gli studiosi hanno ipotizzato la combinazione di diversi modelli, non sembra infatti possibile pensare a «un’iconografia normalizzata appositamente concepita per illustrare» questa opera virgiliana (Id., Scheda nr. 2, p. 151); il miniatore doveva infatti aver presente tutto un repertorio desunto dai mosaici pavimentali, ma anche ciò che circolava nelle botteghe dei lapicidi addetti alla produzione di sarcofagi. Senza dimenticare il fondamentale apporto delle pitture pompeiane, che fornivano un linguaggio sempre à la page (Id., Codicological Notes, p. 96; in particolare il ‘quarto stile’, per tali temi cfr. tra gli altri Cavallo, Libri e continuità, pp. 603-604; Bianchi Bandinelli, Continuità ellenistica, passim; Giuliano, L’illustrazione libraria, pp. 39-50). Significativi sono inoltre i termini di paragone offerti dai dittici consolari, in special modo gli esemplari realizzati con un rilievo appena accennato, come quelli prodotti a Roma per Basilius nel 480 e per Boethius nel 487 (Id., The Roman Vergil, pp. 7-11); così come non si può infine prescindere dal richiamo ai riquadri, anch’essi a mosaico, della navata centrale di Santa Maria Maggiore a Roma, ancora oggi in situ e datati al 432-440 (Id., The Roman Vergil, pp. 54-60; su questi aspetti cfr. inoltre Id., The Persistence of Pagan Art, pp. 364-369). Particolarmente affascinanti nel Virgilio Romano sono i tre ritratti dell’autore che, all’inizio del codice, instaurano un dialogo in alternanza sia con il testo sia con le scene pastorali relative alle Bucolicae: pur discontinui nell’esecuzione, le loro sorgenti iconografiche potrebbero riconoscersi in analoghi soggetti di statuaria o, ancora, in quanto visibile nelle fronti dei sarcofagi (Id., Codicological Notes, pp. 70-73; più in generale, su tali argomenti e sul Virgilio Romano esso stesso come successiva fonte, cfr. pp. 50-53 e 61-68).

L’esecuzione del ciclo illustrativo fu affidata a un unico artista forse non troppo «avvezzo a eseguire miniature» (Id., Scheda nr. 2, p. 151), ma che tuttavia sembra acquisire maggiore sicurezza con il progredire del suo lavoro. Egli infatti introdusse, probabilmente in accordo con l’ordinator – cioè il supervisore all’opera – o con il committente, una diversa modalità di mise-en-page, a partire dalle Georgicae, ma evidente soprattutto nell’Aeneis (Id., Codicological Notes, p. 123; Id., The Roman Vergil, p. 48). Il poema epico è infatti illustrato con immagini a piena pagina presentate sotto forma di dittici narrativi: nel Virgilio Romano prende perciò forma un nuovo rapporto tra testo e immagine, non più basato sull’ordinata alternanza tra queste due componenti (come ad esempio nel Virgilio Vaticano, Vat. lat. 3225). Nel Vat. lat. 3867, l’elemento figurativo assume infatti una diversa funzione: esso diviene introduzione agli argomenti trattati nei libri, attraverso la presentazione di uno degli episodi salienti raccontati nel testo; un modo di procedere che «reveals an advanced phase in the evolution of the illustrated codex» (Id., Codicological Notes, p. 123; Id., The Roman Vergil, p. 48; Id., Scheda nr. 2, p. 152). E, in tal senso, una delle peculiarità del manoscritto risiede nella presenza «della più antica pagina di incipit», riquadrata da una cornice, «conservata relativa all’Eneide» (Id., Scheda nr. 2, p. 152), tanto più significativa perché potrebbe «rappresentare uno stadio di sperimentazione nello sviluppo» di un dispositivo decorativo che poi diverrà «standard» nella «progettazione del libro medievale» (Id., Scheda nr. 2, p. 152).

Per le questioni relative ai possessori e all’ingresso del manoscritto in Biblioteca Vaticana, leggi qui.

Per gli altri esemplari di Virgilio illustrato cfr. i mss. Pal. lat. 1632, Reg. lat. 1705, Reg. lat. 1988, Urb. lat. 350, Urb. lat. 642, Vat. lat. 1579, Vat. lat. 2761, Vat. lat. 3225, Vat. lat. 3255.

Bibliografia generale

Parts of this manuscript

1r-18v

Vergilius Maro, Publius, Ecloga seu Bucolica (fragmenta)

Locus:
1r-18v
Author:
Vergilius Maro, Publius, 70-19 a.C. [internal]
Supplied title:
Ecloga seu Bucolica (fragmenta)
General note:
<F. 16v: fino a Ecl. VI, 86. F. 17r: da Ecl. X, 10 alla fine>.
Language:
Latino.
Alphabet:
Latino.
Source of information:
Manuscrits classiques, III, 2, pp. 336-337.

18v-73v

Vergilius Maro, Publius, Georgica cum argumentis

Locus:
18v-73v
Author:
Vergilius Maro, Publius, 70-19 a.C. [internal]
Other author:
Ovidius Naso, Publius, 43 a.C.-17/18 d.C. Opere spurie e dubbie [internal]
Supplied title:
Georgica cum argumentis
Uniform title:
Georgica (Vergilius Maro, Publius, 70-19 a.C.), Argumenta Bucolicon et Georgicon (Ovidius Naso, Publius, 43 a.C.-17/18 d.C. Opere spurie e dubbie). Georgica, 2, and Argumenta Bucolicon et Georgicon (Ovidius Naso, Publius, 43 a.C.-17/18 d.C. Opere spurie e dubbie). Georgica, 3
General note:
<Ff. 18v-33r: Liber I; ff. 33r-43r: Liber II cum argumento; ff. 43r-61v: Liber III cum argumento; ff. 61v-73v: Liber IV>.
Language:
Latino.
Alphabet:
Latino.
Source of information:
Manuscrits classiques, III, 2, pp. 336-337.

75r-309v

Vergilius Maro, Publius, Aeneis cum argumentis

Locus:
75r-309v
Author:
Vergilius Maro, Publius, 70-19 a.C. [internal]
Other author:
Ovidius Naso, Publius, 43 a.C.-17/18 d.C. Opere spurie e dubbie [internal]
Supplied title:
Aeneis cum argumentis
Uniform title:
Aeneis (Vergilius Maro, Publius, 70-19 a.C) and Argumenta Aeneidis (Ovidius Naso, Publius, 43 a.C.-17/18 d.C. Opere spurie e dubbie)
General note:
<F. 75r: Argumentum lib. I. Ff.78r-99r: Liber I. Ff. 99v: Argumentum lib. II. Ff. 102r-103v: Liber II, 1-72. Ff.104r-105r: Lib. III, 685-718. Ff. 105v: Argumentum lib. IV. Ff. 107r-112v: Liber IV, 1-216. Ff. 113r-136v: Liber V, 37-871. Ff. 136v: Argumentum lib. VI. Ff. 137r-162r: Liber VI. F. 162v: Argumentum lib. VII. Ff. 164r-186v: Liber VII. F. 187v: Argumentum lib. VIII. Ff. 189r-209r: Liber VIII. F. 209v: Argumentum lib. IX. Ff. 210r-232v: Liber IX (omissi vv. 29 et 121). F. 233v: Argumentum lib. X. Ff. 236r-261r: Liber X. F. 261v: Argumentum lib. XI. Ff. 262r-286r: Liber XI, 1-756, 793-915. F. 286v: Argumentum lib. XII. Ff. 287r-307: Liber XII, 1-650 (omissi vv. 612-613), 686-758, 831-938>.
Language:
Latino.
Alphabet:
Latino.
Source of information:
Manuscrits classiques, III, 2, pp. 336-337.