Urb.lat.355
Manuscript information
- Resource type:
- Manuscript
- Collection:
- Urb.lat.
- Shelfmark:
- Urb.lat.355
- Library:
- Biblioteca Apostolica Vaticana
- Date:
- sec. XIV in
- Beginning date:
- 1301
- Ending date:
- 1325
- Country:
- Francia
- Region:
- Francia meridionale
- Place:
- Avignone
- Support:
- membr.
- Height:
- 340
- Width:
- 225
- Extent:
- II. 225. II
- Overview:
- Seneca, Tragoediae.
Description
- Bibliography:
- Stornajolo, Cod. Urb. lat. 1-500, p. 329; Marucchi, Stemmi di possessori 1964, pp. 30-95; Manuscrits classiques, II.2, pp. 569-573; Vedere i classici, pp. 265-266; Manzari, La miniatura ad Avignone, pp. 62, 64, 66, 72, 344, 345.
- Collation:
- 22 fascicoli: 1-2 bifogli (ff. 1-2, 3-4); 3-14 senioni (ff. 5-16, 17-29 [+1], 30-41, 42-53, 54-65, 66-77, 78-89, 90-101, 102-113, 114-125, 126-137, 138-149); 15 ternione (ff. 150-155); 16-20 senioni (ff. 156-167, 168-179, 180-191, 192-203, 204-215); 21 quaternione (ff. 216-223); 22 bifoglio (ff. 224-225); nel fascicolo 4, il quinto foglio prima della cucitura è stato inserito.
- Layout:
- Su due colonne (mm 260x152, intercolumnio mm 15) di 49/50 ll./rr.; rigatura alla mina ben visibile (simile al tipo Derolez 44, con doppie righe orizzontali nel margine superiore); spesso visibile la foratura sul margine esterno, ma anche al centro dello spazio intercolonnare (es. f. 25r).
- Foliation:
- Moderna in cifre arabiche a inchiostro bruno in alto a destra; numerazione antica a inchiostro rosso in basso a destra nei primi sei fogli.
- Writing:
- Gotica del tipo textualis
- Writing - Note:
- Più mani a inchiostro bruno; i copisti sono stati individuati secondo il seguente schema: copista A ai ff. 3r-v, 21r-v, 57v-155v; copista B ai ff. 5r-20v, 22r-57v; copista C ai ff. 156r-179v, 191v-223r; copista D ai ff. 180r-191r; di mano italiana sono i tituli nell'immagine di apertura al ms. (Vedere i classici, p. 266). Tutti i fascicoli presentano l’indicazione "correctus" sul verso dell'ultimo foglio e le istruzioni per il rubricator, sia per i titoli correnti (es. f. 27r), sia per i nomi dei personaggi, per gli incipit e per gli explicit (es. f. 90r); il testo senecano è spesso sottolineato a inchiostro rosso; qualche annotazione a margine; sovente è visibile, in alto a destra sul recto dei fogli, il titolo della tragedia tracciato a inchiostro nero (es. ff. 150r-155r); molte indicazione relative al processo di copiatura (es. f. 168v).
- Decoration - Note:
- 1 miniatura a piena pagina (f. 1v, mm 275x177); 1 diagramma a piena pagina (f. 2r, mm 172); 12 riquadri miniati raffiguranti le costellazioni (ff. 6r-v, 7r-v, 28v, 52r-v, 53r, 140v, 141r; da un minimo di mm 45x70, a f. 6v, a un massimo di mm 70x70, nella prima colonna di f. 7r). 21 iniziali maggiori (ff. 3r, 5r [istoriata], 5v, 35v, 36r, 58r, 69v, 90r, 107r, 126v, 127r, 132v, 146r-v, 165r-v, 185r-v; mm 22x22, media) decorate e figurate con prolungamenti ornati nei margini. Numerose iniziali medie in rosso e in blu con filigrana del colore opposto o in viola scuro; rubricati incipit, explicit, titoli; segni di paragrafo alternativamente in rosso e in blu; capilettera talvolta toccati di rosso.
- Binding - Note:
- Quadranti in cartoncino rivestiti in marocchino con impressioni d'oro a motivo; dorso a 5 nervi anch'esso con decorazioni impresse in oro, nel secondo tassello la segnatura "355", negli altri le insegne araldiche di Pio VI (1775-1799) e del card. bibliotecario Francesco Saverio de Zelada (1779-1801); le controguardie anteriore e posteriore, i ff. Ir e IIv sono decorati con carta marmorizzata a coda di pavone; sovraccoperta di cartoncino color carta da zucchero.
- Condition:
- Ottimo, qualche risarcimento a rammendo, qualche difetto di concia.
- Signatures:
- A colore e sul recto dei fogli, di diverse tipologie e parzialmente rifilate; alfabetiche (es. ff. 126r-132r), alfanumeriche (ff. 204r-208r); il fascicolo 4 (ff. 17-29) è segnato in numeri romani al centro del bas-de-page in prossimità della rifilatura, tranne nel quinto foglio che è aggiunto (cf. Collazione); alfabetiche nel margine interno sul recto del primo foglio del fascicolo (es. f. 5r).
- Catchwords:
- Costanti sul verso nel margine inferiore, collocate a destra, talvolta decorate (es. f. 77v).
- Heraldry:
- Araldica di Federico da Montefeltro: f. 5r, bandato d’azzurro e d’oro di 6 pezzi, all’aquila di nero sulla prima banda d’oro, accompagnato dalle lettere FC.
- General note:
- Il manoscritto appartiene al ramo A della tradizione testuale delle Tragoediae di Seneca, più diffuso rispetto all’E, che vide dapprima una limitata circolazione, per poi guadagnare, all’inizio del secolo XIV, una parziale fortuna grazie ai preumanisti padovani. La peculiarità della famiglia A (a sua volta bipartita in δ e β) è nell’ordine dei testi senecani e in una serie di oscillazioni ortografiche nei loro titoli; si riportano di seguito gli uni e gli altri, così come compaiono nel ms.: Hercules furens, Thiestes, Thebays, Ypolitus, Edippus, Troas, Medea, Agamenon, Octavia, Hercules Oetheus. A differenza di quanto avviene di consueto, questo ms. tramanda il commento di Trevet e solo in seconda istanza il testo delle Tragedie, circostanza alla quale si collega la scelta di una mise-en-page su due colonne. In ragione dello scarso numero di errori, è stato proposto un lavoro di copia direttamente dall'antigrafo (cf. Vedere i classici, p. 266). Le Tragoediae sono accompagnate dagli argumenta di Nicolaus Trevet, mentre a f. 225r-v sono presenti forse minute di lettere, una delle quali inizia così: Egregii viri legati Maceratenses tam eleganter et adeo prudenter pro suis comunibus sint locuti [...] (Vedere i classici, p. 266). and Per questo ms. cfr. anche F. Manzari, Urb. lat. 355, in Catalogo dei codici miniati della Biblioteca Vaticana. II. I manoscritti Urbinati, a cura di S. Maddalo - E. Ponzi, con la collaborazione di C. Paniccia, Città del Vaticano (Studi e testi), in corso di elaborazione.
- Other name:
- Pius PP. VI, 1717-1799 [owner]
Zelada, Francesco Saverio de, card., 1717-1801 [owner]
Federico da Montefeltro, duca d'Urbino, 1422-1482 [owner]
Alberti, Niccolò, vesc. di Ostia e Velletri, m. 1321 [dedicatee]
Officina del Liber visionis Ezechielis, f. 1315-1325 [artist] - Language:
- Latino.
- Alphabet:
- Latino.
- History:
- Il codice è appartenuto alla biblioteca di Federico da Montefeltro ed era registrato nell’Indice vecchio, compilato intorno al 1487 dal bibliotecario Agapito (Urb. lat. 1761: "Nicolai Traveth Ordinis praedicatorum expositio In Senecae Tragoedias. In Rubro.", Stornajolo, Codices Urbinates graeci, p. CXXXI, nr. 590). Ai ff. 1r-v, 3r, 5r, 223r, 224v, 225r sono presenti i timbri della Biblioteca Apostolica Vaticana.
Curatorial narrative
Il ms. Urb. lat. 355, contenente le Tragedie di Seneca commentate da Nicolaus Trevet, fu confezionato ad Avignone tra il secondo e il terzo decennio del secolo XIV. Peculiare da diversi punti di vista, esso esibisce una mise-en-page organizzata su due colonne, hapax rispetto alla tradizione senecana. Nonostante il testo teatrale presenti un modulo scrittorio di poco più grande rispetto agli Argumenta del Trevet (Monti, Scheda nr. 50, pp. 265-266), sembra che l’ordinator abbia voluto assegnare maggior rilievo proprio a questi ultimi: in contrasto con la comune prassi figurativa, i brani senecani non sono infatti mai introdotti da miniature esplicative (Monti, Scheda nr. 50, pp. 265-266), dispositivi visivi che generalmente facilitavano la localizzazione del testo all’interno della compagine dei fascicoli.
Pur essendo un esemplare di lusso, i suoi fogli sono costantemente annotati con numerosi interventi di correzione del testo e con le indicazioni per il rubricator, e da numerose annotazioni e postille che meriterebbero uno studio dedicato (per osservazioni su tali aspetti, cfr. Monti, Scheda nr. 50, pp. 265-266; per questioni relative alla tradizione, cfr. Palma, Note sulla storia di un codice, pp. 317-322; Buonocore, Per un iter, pp. 17-100; Busonero, La mise-en-page, pp. 449-476; Brunetti, Nicola Trevet, Niccolò da Prato, pp. 345-371; Guastella, Seneca Rediscovered, pp. 91-95).
L’apparato decorativo del manoscritto fu realizzato ad Avignone dall’Officina del Liber Visionis Ezechielis, nome convenzionale dietro il quale si celano un artista e la sua bottega, attivi nella Francia meridionale nel secondo-terzo decennio del secolo XIV. Manufatto esemplare, esso parla un linguaggio internazionale dovuto al peculiare profilo culturale che assunse la città sul Rodano, in quegli anni come è noto sede della Curia pontificia. Una circostanza che si riflette per esempio sulla facies della scrittura, dovuta a diversi scriptores di educazione sia francese sia italiana (Monti, Scheda nr. 50, pp. 265-266).
La miniatura a piena pagina che introduce il lettore al corpus tragico, il Theatrum di cui parla Trevet nel suo commento all’Hercules furens, è complessa e innovativa nella sua composizione, quasi una cifra stilistica della bottega stessa, che spesso impiegava illustrazioni didattiche per mostrare con maggiore immediatezza i contenuti testuali. Ugualmente connotativa dell’atelier è inoltre la sintesi tra stilemi esornativi italianizzanti e un linguaggio più spiccatamente francese, da riconoscersi soprattutto nella produzione della Linguadoca (Manzari, La miniatura ad Avignone, pp. 53-72). Le numerose iniziali maggiori, che introducono sia le Tragedie di Seneca sia gli Argumenta del commentatore domenicano, sono sempre accompagnate da terminazioni antropomorfe, zoomorfe o ibride, espressione di quel vasto patrimonio del fantastico, comune a un’ampia produzione manoscritta già dalla prima era gotica. Il rapporto tra testo e immagine è inoltre particolarmente puntuale nel ms. Urb. lat. 355 non solo nella monumentale miniatura di apertura, ma anche nei riquadri con le costellazioni a commento del testo trevetano; esse lo illustrano con una spiccata evidenza visiva, alla quale si associa una certa raffinatezza esecutiva, enfatizzata dai toni dell’intenso blu illuminato dall’oro delle stelle che danno forma alle figure astronomiche.
La bottega del Liber Visionis Ezechielis attese inoltre alla decorazione del ms. Vat. lat. 1650 (Biblioteca Apostolica Vaticana), anch’esso contenente le Tragedie di Seneca commentate da Trevet; il progetto illustrativo, pur non sovrapponibile, segue la medesima logica di quello presente nel ms. Urb. lat. 355, con alcuni scarti linguistici rispetto a quest’ultimo, come per esempio nella scelta del colore per i riquadri con le costellazioni, da f. 56v in avanti, e in un diverso numero di iniziali decorate (per le vicende del ms. Vat. lat. 1650, cfr. Manzari, La miniatura ad Avignone, pp. 65-66). E tuttavia, la raffinatezza che connota il codice urbinate è stata messa in relazione con la sua probabile natura di esemplare di dedica: il domenicano Trevet donò infatti la sua opera al vescovo di Ostia e Velletri Niccolò Alberti (1303-1321), anch’egli appartenente al medesimo Ordine (Manzari, La miniatura ad Avignone, p. 64), l’uno e l’altro rappresentati non casualmente nella scena della traditio del volume a f. 5r.
Non è ancora chiaro quale percorso abbia portato il ms. Urb. lat. 355 nella collezione di Federico da Montefeltro: egli ne segnala la proprietà con lo stemma comitale, proprio a bas-de-page del foglio che ospita la scena di dedica sopra citata. I due esemplari che tramandano le Tragedie, i mss. Urb. lat. 355 e Urb. lat. 356, oggi in avvicendamento di segnatura, nell’Indice vecchio (inventario che fotografa lo stato della collezione alla morte di Federico; f. 81r: «Nicolai Traveth ordinis praedicatorum expositio In Senecae Tragoedias. In Rubro») erano invece registrati divisi (il primo corrisponde al nr. 590 e il secondo ai nrr. 515-516 di Stornajolo, Cod. Urb. Graeci, pp. CXXIII, CXXXI). Ad ogni modo, il piccolo corpus senecano – tra mss. “antichi” e codici confezionati ex novo – presente nella biblioteca di palazzo è testimone dei multiformi interessi del signore feltresco. La storiografia critica ha peraltro dimostrato come, nel secolo XV, fosse ancora disponibile una discreta quantità di manoscritti senecani confezionati nel Trecento, esemplari di grande pregio e in ottime condizioni, degni di trovare posto all’interno di una collezione di rango (Monti, Seneca nella Biblioteca, pp. 21, 26).
Per gli altri esemplari di Seneca illustrato cfr. i mss. Pal. lat. 1671, Pal. lat. 1677, Reg. lat. 1500, Urb. lat. 356, Vat. lat. 1645, Vat. lat. 1647, Vat. lat. 7319.
Parts of this manuscript
3r(1)
Epistula fratri Nicolao de Treveth
224r
Mythologiae lib. III, cap. X-XII.
- Locus:
- 224r
- Supplied title:
- Mythologiae lib. III, cap. X-XII.
- Uniform title:
- Mithologiae (Fulgentius, Fabius Planciades, sec. V)
- Incipit:
- [...] simphoniarumque pondera terminibus arismeticis (sic) per mela et rithmos [...] (cf. Manuscrits classiques, II.2 p. 571).
- Explicit:
- [...] lux malarum et rerum spem semper oblivionem importat [...] (cf. Manuscrits classiques, II.2 p. 571).
- General note:
- Testo acefalo. Sullo stesso foglio una mano contemporanea alla confezione del manoscritto appunta a inchiostro nero cinque versi di un carmen; inc.: Supremis, favilla, iugis ditissima montis [...]; expl.: [...] Argesten et cetera (cf. Manuscrits classiques, II.2 p. 571).
- Language:
- Latino.
- Alphabet:
- Latino.
- Source of information:
- IAM66.3
3r(2)
Epistula Nicolao Ostiensi [Niccolò Alberti, vescovo di Ostia e Velletri]
- Locus:
- 3r(2)
- Title:
- Epistula Nicolao Ostiensi [Niccolò Alberti, vescovo di Ostia e Velletri]
- Incipit text:
- Venerabili patri et domino omni sinceritatis cultu honorando
- Other name:
- Alberti, Niccolò, vesc. di Ostia e Velletri, m. 1321 [recipient]
- Language:
- Latino.
- Alphabet:
- Latino.
- Source of information:
- IAM03