Palinsesti Vaticani Recupero digitale di identità cancellate [di A. Németh]

Rapporto tra il manoscritto riutilizzato e quello nuovo

A volte può accadere che alcuni fogli di guardia o le controguardie di un codice siano palinsesti: in questi casi, il testo eliminato o cancellato spesso non viene sovrascritto, oppure il testo superiore non appartiene al corpo del codice. Un buon esempio di tale fenomeno è il Vat. gr. 1307 che conserva un foglio palinsesto nella parte anteriore (f. 1): esso proviene da un manoscritto contenente l'opera storica di Leone il Diacono (nato intorno al 950). La caratteristica più rilevante di questo foglio, risalente all'XI secolo, risiede nel fatto che l'unica copia bizantina nota dell'importante opera storica di Leone il Diacono (Par. gr. 1712, ff. 272r-322r) è databile ca. un secolo dopo questo frammento. Un altro esempio è il Vat. gr. 308 con il corpo del codice cartaceo protetto con un bifoglio palinsesto (Vat. gr. 308, pt. 1, ff. I-II) posto all'inizio e con un ulteriore foglio alla fine del codice (Vat. gr. 308, pt. 2, f. 362). Si veda anche il ms. Oxon. Barocci 197. Sono invece più frequenti i casi in cui il corpo del codice contiene fogli riutilizzati.

Foglio di guardia iniziale recante due testi greci disposti nello stesso senso (Vat. gr. 308, pt. 1, f. IIv)

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Altri codici includono palinsesti sia nei fogli di guardia sia nel corpo (e.g. Vat. gr. 19 e Vat. gr. 21). Un altro frequente modo di riutilizzo era finalizzato al rinforzo dei fascicoli di carta cuciti insieme: in tale impiego i bifogli esterni e quelli centrali sono pergamenacei; questi possono risultare palinsesti perché più economici della pergamena nuova (e.g. Vat. lat. 752; Vat. lat. 815; Vat. lat. 1044).

Fogli di guardia iniziali recanti due testi greci disposti in senso differente (Vat. gr. 19, f. 124r and Vat. gr. 21, f. 117r)

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Conosciamo diversi manoscritti importanti che sono stati riutilizzati in un codice esistente ancora oggi. Il miglior esempio per un caso del genere è il De re publica di Cicerone contenuto in un codice del V secolo che fu smembrato e parzialmente riutilizzato per l'attuale Vat. lat. 5757, un grosso volume contenente una sezione del Commentario sui Salmi di s. Agostino. Un ulteriore esempio è il Vat. gr. 73 (sec. XIV) che conserva gli unici frammenti superstiti di un manoscritto imperiale degli Excerpta Constantiniana, una raccolta di brani di opere storiche con numerosi testimoni unici, che fu compilata su committenza dell'imperatore Costantino VII (regno 945-959) nel X secolo. Basandosi sulle loro rispettive ricostruzioni, ciascun frammento doveva avere abbastanza fogli di pergamena sufficienti, se riutilizzati, anche per produrre un altro grosso codice. Tuttavia, non è noto se le parti rimanenti fossero o no state riciclate giacché i codici non sono sopravvissuti. In questi casi, lo smembramento del codice più antico e la produzione dei nuovi manoscritti sembrano essere strettamente interconnessi.

Tuttavia, accade più spesso che un manoscritto contenga fogli riutilizzati di pergamena provenienti da più codici. Molti manoscritti comprendono materiale membranaceo derivante da ambiti diversi e indipendenti, fino a quattro o cinque codici. Ad esempio, i codici Vat. gr. 19, Vat. gr. 903, Urb. gr. 154 contengono, ciascuno, fogli palinsesti provenienti da cinque manoscritti, mentre, come caso estremo, il Pal. lat. 24 include i fogli appartenenti almeno a dieci manoscritti, molti dei quali risultano essere testimoni unici.

Pal.lat.24_scriptio_superior_Mellon_2.svg
Alcuni palinsesti nel Pal. lat. 24

Può succedere anche che i fogli dello stesso codice vengano riusati in diversi manoscritti conservati ancora oggi. Ad esempio, Giorgio Baiophoros, copista attivo a Costantinopoli, utilizzò fogli di pergamena con il commento di Simplicio alle Categorie di Aristotele sia nell'Urb. gr. 154 sia nel Vat. gr. 21. In questi casi, è possibile ricostruire una parte più cospicua del codice smarrito attraverso lo studio di più manufatti, spesso conservati in varie istituzioni.

Il Vat. lat. 5763, per esempio, contiene un foglio (frammenti di Galeno in maiuscola), che fu riusato a Bobbio, mentre altri fogli del medesimo codice latore di Galeno furono riutilizzati in un altro manoscritto, probabilmente sempre a Bobbio, che si conserva ora a Wolfenbüttel presso la Herzog August Bibliothek (Cod. 64 Weissenburgensis). Un gruppo di importanti manoscritti greci, inclusa una copia della Geografia di Strabone, fu adoperato nel Vat. gr. 2061A, nel Vat. gr. 2306 e nel Grottaferrata, Crypt. A.δ.XXIII.

Vat. gr. 2306, ff. 4r + 1v. Doppio palinsesto: entrambe le scritture inferiori (maiuscola biblica e minuscola corsiva bizantina) sono perpendicolari al testo greco superiore

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Persino un singolo foglio può contenere strisce pergamenacee di diversi codici. Ad esempio, nella copia sinaitica dei Vangeli in arabo, una delle più antiche esistenti, risalente all'VIII secolo (Ar. NF 8), sono presenti molti fogli costituiti da quattro o cinque strisce più piccole di fogli palinsesti, che furono cucite insieme per formare un foglio.