Franz Ehrle (1845-1934) e la conservazione del libro
Franz Ehrle (1845-1934), studioso gesuita e prefetto della Biblioteca Vaticana (1895-1914), prestò particolare attenzione alla conservazione del libro, che divenne una professione riconosciuta a livello internazionale sotto la sua supervisione. Una delle sue principali iniziative fu il coordinamento della Conferenza internazionale di San Gallo (Svizzera) nel 1898, dove invitò i direttori delle principali biblioteche europee a discutere i temi relativi alla conservazione del libro. Nella sua visione principale del miglioramento della "condizione di salute" dei manoscritti e dei documenti antichi, il Vat. lat. 5757 fu un importante caso di studio di palinsesti che conservano importanti testi di valore filologico, ma che rischiano seriamente in termini di conservazione, soprattutto a causa dell'uso da parte di Mai dei reagenti chimici durante il suo lavoro di decifrazione del testo. Parallelamente alle proprie principali scoperte, Mai aveva provocato un deterioramento irreversibile della pergamena che continuava a diventare sempre più scura e che talvolta si smembrava. Questi fenomeni risultano meno gravi nel Vat. lat. 5757, il quale, noto come uno dei più famosi manoscritti, era utile tuttavia a difendere il caso dei suoi compagni meno conosciuti ma più danneggiati. Franz Ehrle portò alla Conferenza di San Gallo un paio di fogli del Vat. lat. 5757 assieme ad altri manoscritti per illustrare le sue osservazioni riguardo al danneggiamento dei fogli trattati da Angelo Mai.
A questa conferenza, Ehrle sollevò due importanti osservazioni sui palinsesti. Da un lato, sosteneva l'idea di utilizzare la gelatina per la conservazione dei palinsesti che hanno subito un trattamento con l'acido gallico o con la tintura di Gioberti, essendo la pergamena diventata secca, smembrata, imbrunita o nera. Dopo aver applicato la gelatina, al fine di prevenire il deterioramento provocato dall'acido gallico, i bifogli furono inseriti in cartelle separate per la conservazione o tra lastre di vetro per tenere insieme le parti fragili. A causa del riflesso della luce, la gelatina rende la fotografia di tali fogli molto difficile. Dall'altro, mise in evidenza l'importanza della fotografia nel garantire la conservazione del libro, vale a dire la realizzazione di riproduzioni fotografiche analogiche che contemporaneamente facilitano la ricerca e aiutano la conservazione di materiale antico e fragile.
Il 1° ottobre 1898, alla Conferenza internazionale di San Gallo, Ehrle lanciò la serie vaticana di edizioni in facsimile Codices e Vaticanis selecti phototypice quam simillime expressi, menzionando il Vat. lat. 5757 tra i codici inizialmente selezionati. Per motivi di conservazione Ehrle fu il primo a concepire l'edizione in facsimile di interi manoscritti contenenti palinsesti per renderli più facilmente leggibili. Realizzò la sua idea pubblicando, nel 1906, il facsimile del Vat. lat. 5750, un altro palinsesto proveniente da Bobbio (M. Cornelii Frontonis aliorumque reliquiae quae codice vaticano 5750 rescripto continentur, Mediolani 1906 [Codices e Vaticanis selecti, 7]); per tale lavoro egli utilizzò lastre di vetro prodotte da Giulio Danesi. L'edizione facsimilare del Vat. lat. 5757 fu invece pubblicata più tardi, nel 1934. Entrambe le edizioni rimangono tuttora un eccellente esempio di come si concretizzò la visione lungimirante di Ehrle riguardo alla riproduzione fotografica come ausilio alla conservazione e alla ricerca accademica di manoscritti fragili, inclusi i palinsesti.