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Panoramica del Progetto I manoscritti di tutti i percorsi tematici

Pal.lat.1071

Informazioni sul manoscritto

Resource type:
Manuscript
Collection:
Pal.lat.
Segnatura:
Pal.lat.1071
Biblioteca:
Biblioteca Apostolica Vaticana
Datazione:
sec. XIII med
Datato:
1258-1266
Paese:
Italia
Regione:
Italia meridionale
Materiale:
membr.
Altezza:
350-360
Larghezza:
245-250
Numero fogli:
111
Nota generale:
De arte venandi cum avibus.
Exhibit Tags:
sec. XIICommittenti e possessori illustriManoscritti miniatiRitratti d'autore

Descrizione

Collazione:
2 quaternioni + 4 quinioni + 1 quinione privo di un foglio + 1 quaternione + 1 quinione + 1 quaternione + 2 quinioni
Scrittura:
<gotica>
Altro nome:
Manfredi, re di Napoli e di Sicilia, c. 1232-1266 [owner]
De Dampierre, Jehan, sec. XIV in [owner]
Camerarius, Joachim, il Giovane, 1534-1598 [owner]
Camerarius, Ludwig, 1573-1651 [owner]
Lingua:
Latino.
Alfabeto:
Latino.
Provenienza:
Heidelberg, Biblioteca Palatina

Informazioni amministrative

Fonte:
D. Walz, Die historischen und philosophischen Handschriften der Codices Palatini Latini in der Vatikanischen Bibliothek (Cod. Pal. Lat. 921-1078), Wiesbaden 1999, pp. 251-252.

Testo del curatore

Il De arte venandi cum avibus è il più noto trattato sulla falconeria: fu redatto da Federico II di Svevia tra 1239 e il 1248 e la tradizione manoscritta ci tramanda due redazioni, una più estesa, in sei libri, e una breve in due libri. Il Pal. lat. 1071, insieme al Vienna, Nationalbibliothek, Lat. 10948, contiene quest’ultima versione con prologo e aggiunte di Manfredi, figlio dello stesso Federico II, indicato nel testo con la qualifica di rex: quest’ultimo aspetto permetterebbe di datare il presente manoscritto tra il 1258 e il 1266 -anno della battaglia di Benevento che vide la morte dello stesso Manfredi- e di collocare la sua realizzazione nell’Italia meridionale. Il codice presenta numerosi danni nei primi fogli a causa dall’umidità e la precoce caduta di tre fascicoli: tale perdita è anteriore agli inizi del XIV sec. quando venne ricavata la prima traduzione in francese antico. Il testo, articolato, come già accennato in precedenza, in due libri uno sugli uccelli (ff. 3r-45r) e un sui principi della falconeria (ff. 45v-111v), è vergato in gotica libraria e corredato da numerose miniature nei margini.

È possibile ipotizzare che il manoscritto, forse, sia divenuto bottino di guerra nella battaglia Benevento poiché agli inizi del XIV sec. risulta appartenere al francese Giovanni II di Dampierre e di Saint Dizier, che fece preparare la traduzione in francese antico, a cui si accennava in precedenza, e i cui antenati erano, nella città irpina, al seguito di Carlo d’Angiò contendente al trono di Sicilia contro Manfredi stesso. Non si conoscono bene le vicende tramite cui il codice pervenne a Norimberga alla fine del XVI sec. nelle mani di Joachim Kammermeister (Camerarius) e di lì alla biblioteca palatina di Heidelberg per poi essere donato nel 1622 dal duca Massimiliano I di Baviera, insieme a tutta la biblioteca Palatina, a papa Gregorio XV (1554-1623).

Il brano trascritto e annotato è al f. 39r: Friedrich II, De arte venandi cum avibus I, 261-163(cfr. Friedrich II, De arte venandi I, 261, r. 11- I, 263, r. 14, pp. 244-246).

 

Bibliografia

FRIEDRICH II, De arte venandi, pp. LXIX-LXXXV. CHERUBINI - PRATESI, Paleografia, p. 467Ulteriori citazioni bibliografiche.

Descrizioni interne

1r-111v

Friedrich II, De arte venandi cum avibus

Locus:
1r-111v
Autore:
Friedrich II, imperatore del Sacro romano impero e re di Sicilia, 1194-1250 [internal]
Altro autore:
Manfredi, re di Napoli e di Sicilia, c. 1232-1266 [internal]
Titolo supplito:
De arte venandi cum avibus
Titolo uniforme:
De arte venandi cum avibus (Friedrich II, imperatore del Sacro romano impero e re di Sicilia, 1194-1250)
Nota:
<Ff. 1r-3r: prologus; ff. 3r-45r: liber I; ff. 45v-111v: liber II>.
Lingua:
Latino.
Alfabeto:
Latino.
Fonte:
D. Walz, Die historischen und philosophischen Handschriften der Codices Palatini Latini in der Vatikanischen Bibliothek (Cod. Pal. Lat. 921-1078), Wiesbaden 1999, pp. 251-252.