7.1 Uso e caratteristiche dell'onciale
L’onciale è stata considerata una scrittura sostanzialmente maiuscola perché gran parte delle sue lettere derivano, nella forma, da quelle della capitale e le lettere che provengono dai nuovi segni della minuscola sono ridotte nelle aste e negli occhielli, così da essere in sostanza inserite in un sistema bilineare di due parallele. Molti paleografi oggi preferiscono definirla una scrittura “mista” maiuscola-minuscola.
Cominciò a essere usata nei codici, specialmente – ma non solo – di autori cristiani, nel sec. IV, e venne utilizzata fino al secolo VII. Qualcuno la ritiene la scrittura della cultura romano-cristiana, ma non esclusivamente, poiché esistono anche testi pagani in onciale e per questo va meglio definita come scrittura tardo-antica (Cencetti, Lineamenti, pp. 64-66).
A partire dal sec. VI, cioè dalla scomparsa della capitale, fu ritenuta la scrittura più importante e solenne, spesso utilizzata per testi biblici. Difficile è una cronologia precisa, poiché l’evoluzione dell’onciale è piuttosto contenuta; si distinguono tuttavia un old style e un new style, caratterizzato da una certa irregolarità nel tracciato, dall’allungamento delle aste e dalla comparsa di tratti estranei e occasionali. Nei secoli VI e VII in alcuni codici giuridici si nota un influsso della corsiva sull’onciale, come nelle Pandette fiorentine (Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, s.n.), manoscritto realizzato a Bisanzio con il Digesto di Giustiniano, e anche altrove l’onciale subì l’influenza di scritture locali (che nello stesso tempo influenzò), come nel Codex Amiatinus, (Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Amiatino 1), un grande manoscritto biblico copiato in Northumbria tra VII e VIII secolo per essere donato alla basilica di San Pietro, che risente della scrittura insulare rotonda.
Il fatto che molti testi legati alla nuova cultura cristiana, specie quelli biblici, fossero scritti in onciale favorì la sua diffusione in tutto l’impero romano. Per comprendere la difficoltà di una cronologia precisa, si deve tener presente che, su 390 codici in onciale individuati da P. Lehmann (sulla base di un lavoro preparatorio di L. Traube) solo 16 sono databili con una certa sicurezza.
Le caratteristiche generali della scrittura onciale sono le seguenti:
- scrittura continua e fluida, che non crea interruzioni di ritmo nella riga;
- lettere tondeggianti, che tendono a richiudersi in senso circolare (sono come racchiuse e compresse in un modulo bilineare);
- disegno particolare di alcune lettere originali, che non provengono né dalla capitale né dalla minuscola: A, D, E, M (tanto che B. L. Ullman ha proposto di chiamare l’onciale con il nome di scrittura ADEM).
Tra gli esempi più antichi (nella onciale detta old style) si ricordano il palinsensto del De re publica di Cicerone (scrittura inferiore nel Vat. lat. 5757), del IV/V secolo, e il Vat. lat. 10696, che riporta un testo classico di Livio, del medesimo periodo.
Tra gli esempi di onciale new style sono la scrittura superiore del palinsesto Vat. lat. 5757, che riporta la Enarratio in Psalmos di Agostino, scritta nel secolo VII sopra il testo di Cicerone, il Vat. lat. 3835-3836 (Omiliario di Agimondo, inizio sec. VIII) e il Reg. lat. 9 (Lettere di Paolo), del sec. VIII.