5. L'ORIGINE DELLA MINUSCOLA
Fra II e III secolo d.C. si produsse una profonda trasformazione, uno dei mutamenti più importanti nella storia della scrittura latina, la nascita della scrittura MINUSCOLA. Si tratta di una scrittura decisamente diversa dalle precedenti capitali, che sono sempre inserite (anche nelle varianti meno posate) in uno schema bilineare, mentre la minuscola si inscrive in uno schema quadrilineare, dove quasi la metà delle lettere dell’alfabeto (che cambiano anche la loro forma) hanno prolungamenti (aste e/o code) che fuoriescono dalla struttura bilineare occupando lo spazio superiore o inferiore. La nascita della minuscola avvenne nel momento del passaggio dal rotolo al codice, e ha determinato il modo di scrivere, a mano e poi a stampa, di tutte le epoche successive. È un fenomeno che riguarda non solo la scrittura libraria, ma anche la scrittura usuale. Molto dibattuta fra i paleografi è la questione dei motivi e dei modi del passaggio dalla scrittura maiuscola a quella minuscola e si sono prospettate due ipotesi molto differenti fra loro.
L’ipotesi di Jean Mallon e di altri paleografi francesi come Charles Perrat e Robert Marichal, fu elaborata negli anni 1938-1955 e ritiene che la minuscola si sia sviluppata in ambito librario per un processo puramente tecnico-grafico. Questa conclusione fu raggiunta analizzando il tratteggio delle singole lettere per comprendere come dalla maiuscola si si fosse passati alla minuscola (caso esemplare, la B che nella maiuscola ha la “pancia” a destra e nella minuscola a sinistra) e soprattutto studiando l’angolo di scrittura (cioè l’angolo tra la posizione dello strumento scrittorio e la linea di scrittura) la cui diversa inclinazione permette di realizzare i due diversi tipi di scrittura; i motivi per questo cambio dell’angolo di scrittura possono essere individuati nel passaggio dal rotolo al codice, o nel diverso modo di tagliare la punta del calamo o della penna di volatile, che si comincia a diffondere, o del modo con cui si impugna lo strumento scrittorio. A sostegno dell’ipotesi, vennero analizzati due frammenti (da un De bellis macedonicis del tardo sec. I d.C., oggi a London, British Library, Pap. Oxy. I, 30, su pergamena, e dalle Epitome Livii, del III sec., London, British Library, Pap. Oxy. IV, 668, su papiro).
L’ipotesi di Giorgio Cencetti, elaborata negli anni 1953-1962, successivamente ripresa e sostenuta da altri, come Armando Petrucci, Jan Olaf Tjäder, Emanuele Casamassima e Alessandro Pratesi, ritiene invece che la minuscola si sia sviluppa nell’ambito della scrittura usuale di ambito privato e più precisamente della usuale a sgraffio, che da secoli conviveva con la capitale lapidaria, con la capitale libraria e con la maiuscola corsiva. Partendo dalla critica degli esempi utilizzati da Mallon per sostenere la sua tesi, e rilevando la non sempre univoca applicazione dell’angolo di scrittura, si è giunti a ritenere non corretta l’ipotesi della nascita della minuscola nell’ambito della scrittura libraria, ma in quella usuale utilizzata dalle classi meno dotte della società romana, molto più vitale e aperta alle novità. Ciò sembra comprovato dallo studio dei graffiti (opera di semianalfabeti) di Condatomagos in Spagna (per altro editi da Marichal nel 1988) e di altre zone periferiche, ma reperibili anche a Roma, nelle catacombe di San Sebastiano, tutti dei secoli I-III. Questa ipotesi sembra confermata anche dalla grande diffusione della scrittura in diversi ceti sociali, che confinò l’uso della solenne capitale libraria a ceti sempre meno numerosi, mentre nella scrittura usuale si andavano elaborando forme che condussero poi alla minuscola. Un paragone significativo viene anche fatto con la produzione artistica, che mantenne un doppio filone: quello tradizionale e aulico e quello detto popolare-provinciale, che proprio nel III secolo, con l’arrivo al potere di nuove classe sociali, diventò l’arte ufficiale dell’impero. Qualcosa di analogo potrebbe essere accaduto anche nel campo grafico della scrittura. Con questa scrittura, che venne definita MINUSCOLA ANTICA (o PRIMITIVA), fra il III e il V secolo vennero prodotti vari tipi di libri (testi di scuola, giuridici, glossari, cristiani) mentre non ci sono giunti testi letterari, che continuavano ad essere scritti in capitale libraria.