11. LA MEROVINGICA E LE SCRITTURE LIBRARIE DI AREA FRANCA
La merovingica
La Gallia tardoromana era il paese più romanizzato d’Europa: la latinizzazione era stata capillare e la regione aveva prodotto anche letterati significativi, come Paolino di Nola, Rutilio Namaziano, Sidonio Apollinare, Gregorio di Tours, Venanzio Fortunato. Tra V e VI secolo, la Gallia fu progressivamente occupata dai Franchi che, diversamente da altre popolazioni germaniche che penetrarono nell’Impero romano, non distrussero l’impalcatura amministrativa dello Stato ma ne assunsero direttamente il controllo sostituendosi alla precedente classe burocratica gallo-romana. Con la conversione del pagano re Clodoveo al cristianesimo, alla fine del V secolo, si rafforzò anche il legame tra i dominatori Franchi e le popolazioni gallo-romane.
La diffusa presenza, specialmente nel campo amministrativo, della scrittura corsiva nuova usata nelle cancellerie provinciali fu la premessa per lo sviluppo, nel nuovo regno nato in Gallia, di una scrittura che da quella derivava, ma con una visibile artificiosità costruita con forme molto allungate e compresse. Tale scrittura viene detta MEROVINGICA perché utilizzata nella cancelleria dei re merovingi (fra VI e VIII secolo), e successivamente si estese (senza grandi mutamenti) a tutti i documenti scritti nel regno franco e nelle zone di influenza franca (quindi anche in Borgogna, in Baviera, nell’Italia nordoccidentale). Quando la dinastia merovingia viene sostituita da quella carolingia, questa scrittura continua per un certo periodo a essere utilizzata dalla cancelleria reale. La merovingia rimane in ogni caso una scrittura documentaria e solo occasionalmente libraria; è tuttavia importante perché da essa derivano le scritture librarie che si sviluppano nell’area franca.
Le caratteristiche principali della merovingica sono:
- una forte compressione laterale;
- lettere schiacciate le une contro le altre e decisamente allungate ;
- tendenza a piegarsi a sinistra;
- gli occhielli non sono rotondi ma oblunghi;
- le aste non sono dritte ma sinuose;
- le aste superiori hanno un marcato prolungamento, quelle inferiori no;
- le legature sono numerosissime, spesso irregolari e i segni abbreviativi acquistano spesso carattere ornamentale.