Paleografia Latina dall'Antichità al Rinascimento [di A.M. Piazzoni]

Vat.lat.3256

Informazioni sul manoscritto

Resource type:
Manuscript
Collection:
Vat.lat.
Segnatura:
Vat.lat.3256
Biblioteca:
Biblioteca Apostolica Vaticana
Altra denominazione:
Vergilius Augusteus
Datazione:
sec. VI
Data inizio:
501
Data fine:
600
Paese:
Italia
Regione:
<Italia centrale (?)>
Localita:
<Roma (?)>
Materiale:
membr.
Altezza:
420-425
Larghezza:
325
Numero fogli:
4
Nota generale:
Vergilius, Georgica (fragmenta).
Exhibit Tags:
Publius Maro VergiliusCapitale libraria

Descrizione

Altro nome:
Pinelli, Gian Vincenzo, 1535-1601 [person]
Dupuy, Claude, 1545-1594 [owner]
Orsini, Fulvio, 1529-1600 [owner]
Collazione:
2 bifolii
Scrittura:
<capitale libraria>
Nota:
F. 1: "CLAVDIVS PVTEANVS FVLVIO VRSINO. D. D.".
Lingua:
Latino.
Alfabeto:
Latino.
Storia:
Conservato presso l’Abbazia di Saint -Denis in Francia, fino al saccheggio degli ugonotti nel 1567.

Informazioni amministrative

Fonte:
IAM41.5. - Manuscrits classiques, III, 2, pp. 169-170.

Testo del curatore

Del Virgilio Augusteo restano attualmente solo 7 ff.: quattro conservati presso la Biblioteca Vaticana, contenenti frammenti del primo libro delle Georgiche, e tre presso la Biblioteca Nazionale di Berlino (Berol. lat. fol. 416); mentre attualmente non si ha notizia di un ottavo, che era stato visto da Mabillon in Francia. Come per gli altri codices Vergiliani antiquiores, anche per il Vat. lat. 3256 sono varie le datazioni proposte dagli studiosi, comprese in un arco cronologico che va dal I al VI sec., a motivo della scrittura utilizzata: una capitale definita “elegante” o “quadrata”. Lowe data il codice al IV sec. sulla base dei volgarizzamenti presenti nel testo. Alcuni anni dopo Mallon avanzò un’ipotesi fondata più sulle peculiarità della scrittura che sulla qualità del testo tràdito. La scrittura capitale, utilizzata per copiare l’Augusteo, sarebbe, secondo lo studioso, una tipizzazione imitativa di quella epigrafica romana che, alla fine del IV secolo, aveva conosciuto un periodo di nuova fioritura sotto il pontificato di papa Damaso, grazie al calligrafo Furio Dioniso Filocalo. Gli studi di Mallon, insieme a quelli di Masai e di Petrucci, sono alla base dell’ipotesi di Pratesi, che, dopo un confronto con il Virgilio Sangallese (St. Gallen, Stiftsbibliotheck, Cod. Sang. 1394), data ciò che resta del codice tra il 495 e il 530, collocando la sua produzione a Roma. I fogli, prima di giungere in Biblioteca Vaticana tramite il lascito di Fulvio Orsini, appartennero a Claude Dupuy, come afferma la nota al f. 1r (Claudius Putaenus Fulvius Urdinus D.D.) e, precedentemente ancora, all’abbazia di Saint Denis vicino Parigi. 

Il brano trascritto e annotato è al f. 3v: Vergilius, Georgicon I, 141-160.

 

Bibliografia

CLA I, tav. 13; MALLON, Paléographie romaine, pp. 152-157; La Règle, pp. 52-53; NEBBIAI - DELLA GUARDA, La bibliothèque, pp. 225-226; BATTELLI, Lezioni, pp. 63-64; CHERUBINI - PRATESI, Paleografia, p. 60, tav. 11Ulteriori citazioni bibliografiche.

Descrizioni interne

1r-2v

Vergilius Maro, Publius, Georgica (fragmenta)

Locus:
1r-2v
Autore:
Vergilius Maro, Publius, 70-19 a.C. [internal]
Titolo:
Georgica (fragmenta)
Nota:
<Liber I, 41-80, 121-200, 241-280>.
Lingua:
Latino.
Alfabeto:
Latino.
Fonte:
Manuscrits classiques, III, 2, pp. 169-170.