Reg.lat.534

Testo del curatore

Il Reg. lat. 534 è un codice di formato medio-grande che tramanda principalmente la Legenda aurea di Iacopo da Varazze. Il manoscritto contiene anche altri testi: la Passione dei diecimila martiri del monte Ararat nella versione di Anastasio Bibliotecario, una vita di s. Luigi IX, un’epitome della vita di s. Eligio, la vita di s. Genoveffa, un sermone sulla Vergine di s. Anselmo e notizie su s. Atanasio, vescovo di Alessandria. La Legenda aurea e la vita di s. Luigi IX sono vergate in una textualis rotonda affiancabile a quelle dell’Italia del Nord o della Francia meridionale mentre gli altri testi sono vergati in una bâtarde più tarda di tipo francese. Imponente è l’apparato decorativo costituito da una serie di 170 quadretti, in cui si illustrano gli episodi narrati nella Legenda aurea. Il manoscritto contiene, inoltre, una serie di note di bottega di due tipi: le prime, in latino, poste per lo più nei margini inferiori, riportano le indicazioni per le rubriche, mentre le seconde, in dialetto occitano, presentano indicazioni sulle modalità di realizzazione dell’apparato iconografico. Notizie sull’origine del codice si ricavano non solo a partire dagli elementi codicologici ma anche da quelli di natura testuale: la redazione della Legenda aurea nel reginense sembrerebbe essere molto vicina a quella dei manoscritti più antichi (Monza, Archivio della Basilica 7b-24 e Parigi, Bibliothèque nationale de France, Lat. 5680 entrambi del XIII sec.); mentre la presenza della vita di s. Luigi IX costituisce un terminus post quem da cui non si può prescindere: anche questo testo è in una redazione piuttosto antica e più breve rispetto a quelle più note e che circoleranno nei decenni successivi la canonizzazione di Luigi IX (avvenuta nel 1298, tuttavia è quasi certo che già precedentemente circolassero delle vite). L’analisi approfondita di questi elementi ha portato Cherubini a protendere per l’ipotesi di localizzazione del codice nella Francia meridionale, probabilmente Toulouse, negli anni a cavallo tra la fine del XIII e l’inizio del XIV.

Un ulteriore riscontro, per quanto riguarda l’origine, si potrebbe avere considerando la storia successiva del codice che, prima di appartenere ad Alexander Petau e poi a Cristina di Svezia, appartenne a Loys de la Vernade (presidente del primo parlamento di Linguedoc con sede proprio a Toulouse), come mostra la nota al f. 254r.

Il brano trascritto e annotato è al f. 145v: Iacopus de Varazze, Legenda aurea De s. Ypolito e De assumptione b. Marie (cfr. Iacopus da Varazze, Legenda aurea, pp. 777-780).

Bibliografia

CHERUBINI - PRATESI, Paleografia, p. 490, tav. 96. Ulteriori citazioni bibliografiche.