55r: Vat.lat.2669 — La rotunda italiana è
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- Vat.lat.2669
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La rotunda italiana è una scrittura frazionata nei tempi di esecuzione perché aumentano i tocchi che contribuiscono alla formazione delle lettere. In alcuni casi appare più fracta della textualis oltralpe ma resta comunque più leggibile.
- Section:
- 1r-68r Statuti di Bologna, 49v-55r Liber X, and 55r-58v Liber XI
Altre annotazioni in questo foglio
La c ha il trattino orizzontale molto sviluppato.
La d ha l’occhiello molto ampio e quando è di forma onciale, quest’ultima è disposta quasi in orizzontale fino a toccare la lettera precedente.
La g ha l’occhiello inferiore ampio.
La r ha la forma della carolina ed è tonda dopo b, o, p, con il primo tratto molto pronunciato.
La s è alta oppure, in posizione finale, è di tipo maiuscolo.
Sovrapposizione delle curve in alcuni gruppi di lettere come nei casi di bc, bd, bo, dd, de, ds, oc, do, oq, os, pe, po, e pp. La sovrapposizione dei tratti finali è spiegata dalla prima di regola di Meyer.
Si sviluppa una modalità di compendio che prevede l’abbreviazione quasi di ogni parola ma mantiene intatta la comprensione sintattica e grammaticale del testo attraverso la salvaguardia delle porzioni iniziali e finali della parola queste ultime in particolare perché indicano la declinazione.
A volte le modalità di compendio presentano anche elementi sillabici intermedi.
Compendio abbreviativo costituito da poche lettere finali accompagnate da un segno abbreviativo collocato in esponente in modo da assumere esso stesso la funzione di simbolo.
Abbreviazione per troncamento.
Et abbreviato come nota tironiana.
Rubrica.
Abbreviazione per supra con p sormontata da lineetta ondulata per -ra finale. La stessa lineetta ondulata sta per -re come desinenza verbale nei verbi.
C conversum per con.
C conversum sormontato da un trattino ondulato sta per contra.
Abbreviazione per -orum/-arum in fine di parola o con m sormontata da un trattino orizzontale o con r tonda intersecata da un trattino obliquo.
Compendio per pre, ovvero p sormontato da un trattino orizzontale.
Compendio per per ovvero un trattino sottile che interseca il tratto verticale della p.
Compendio per pro ovvero un trattino diagonale che parte dalla fine dell’occhiello e si sviluppa verso sinistra.
Compendio per quod con un trattino diagonale che taglia il tratto verticale della q.
Abbreviazione per -us finale, a volte anche a forma di riccio sovrascritto.
T finale con due puntini sopra è abbreviazione per -ur finale.
Vel con omissione della e ed l intersecata da un tratto diagonale.
Abbreviazione per sed.
Le lettere iniziali di capoverso sono maiuscole con linee ornamentali, realizzate con i colori rosso e blu. Iniziale I miniata zoomorfa a forma di uccello.
Nel margine superiore al di sopra della colonna di sinistra: X lib(er); nel margine destro: XI lib(er).
L’ultima -i correzione su e.
Nel codice veteteri.
Segue p(er) te|to espunto.
Così nel codice.
Nel codice sup(ra)sta(n)|tan(t)ie con -i- aggiunta nell’interlineo.
Nel codice require.
Nel codice hat per omissione del segno di abbreviazione.
È lasciato uno spazio in bianco pari a un rigo e mezzo per la rubrica, che però non è stata eseguita.
Nel codice pos|ssit con la prima -s- aggiunta in alto alla destra della -o.
Nel codice Sci per omissione del segno abbreviativo.
Così nel codice: il copista ha omesso la parola usi o ha scritto nisi per usi.
Con un solo segno abbreviativo per l’intero compendio.
Così nel codice: si intenda currere; anche in seguito il copista scrive sempre il verbo decurro con una sola r.
Segue una b espunta.
Correzione da parma con l’espunzione del primo tratto di -m.
Qui il copista omette non.
La -i finale correzione da altra lettera.
È stato lasciato in bianco uno spazio pari a circa 8 lettere; edizione: domini Montanari Bertoldi notarii. In realtà il copista ha omesso per omoteleuto anche il brano successivo fiat una claviga per quam decurrat aqua predicta. Incipiendo ipsam post dictorum heredum.
Nel codice vicinatie per omissione del segno di abbreviazione.
Correzione da seve con l’espunzione della prima -e-; in realtà il copista avrebbe dovuto espungere la seconda -e per lasciare seu.
Così nel codice: s’intenda cloacis.
Nel codice hre per omissione del segno di abbreviazione.
La -s aggiunta in alto accanto alla -a.
Nel codice su(m)ptib per omissione del segno di abbreviazione per -(us).
Così nel codice.
Con segno di abbreviazione superfluo sulla prima -u.
Nel codice ordinaruarum.
Segue al rigo successivo et vice espunto.
Nel codice seq(ue)s con -s finale aggiunta in alto accanto alla -q.
Doppia l espunta.
Nel codice infraptaru(m).
Qui il copista omette non.
Così nel codice; si intenda intelligatur.
Così nel codice, s’intenda ut?
Nel codice elligat.
Così nel codice per infrascriptarum.
Si intenda XII denarios.
A correzione su altra lettera principiata.
Ex correzione su co.
-u- correzione su o.
L’ultima -s aggiunta in alto accanto all’ultima -u.
Nel codice Pretere.
Segno di completamento di rigo a forma di i tagliato.
Così nel codice.
Ultima s aggiunta accanto all'ultima u.
Nel codice scilicet.
Così nel codice, per errore, anziché v(er)o.
Così nel codice.
Qui il copista omette fideiussores.
Così nel codice da intendere solitum?
Nel codice tminos per omissione del segno di abbreviazione.
tur arbitrio d(i)c(t)I not(arii) et sup(er)stantium.
nis p(ro) gabella XLV lib(ras) bon(oninorum); co(mun)e et ho(m)i(n)es t(er)re Mo(n)[tisvegli]
Ordinamu(us) q(uod) not(arius) d(ominus) pot(estatis) teneatur et debeat,
ad e requisition(n)em cui(us)libet fac(er)e et curare q(uod) ubicu(m)
q(ue) in civitate Bon(onia) v(e)l burgis current aqua aliquot t(em)p(o)r(e)
pluviali v(e)l alio que e(ss)ent ex aliquib(us) coaclis seu a(n)
dronis p(er) quas p(er)sone transeuntes possent videre pu
tredine(m) v(e)l fetorem h(abe)re, fac(er)e fieri clavigas cohop(er)ta(s),
p(er) quas d(i)c(t)e tales aque decurant ita q(uod) no(n) videatur
nec fetor in(de) exeat. Et fiant expensis vicinoru(m) con(tra)tar(um)
vide d(i)c(t)e aque decurunt arbitrio d(i)c(t)i not(arii) et sit p(re)
cisum.
Incipit tractat(us)
su(m)mariu(m) introytu(m) et reddituu(m) co(mmun)is
Bon(onie) et etiam expensaru(m) ordinariaru(m) que
su(n)t p(er) co(mun)e Bon(onie) singulis annis.
Ordinam(us) q(uod)
o(mn)ia et sing(u)la co(mu)ia t(er)ar(um) infrascriptar(um)
teneantur et debeant solv(er)e sing(u)lis a(n)
nis depositano co(mun)is Bon(onie), recipient no(m)i(n)e
gabelle seu redditus gabelle infra
scriptas peccunie quantitates et p(ro)ut seq(ue)ns
scriptura declarant in duob(us) t(er)minis: uno s(cilicet) in kall(endis)
iunii dimidia, et alio s(cilicet) in kall(end)is dece(m)b(is) aliam di
midiam; p(ro) qua gabella exigenda h(abe)at mass(arum) et co(mun)e cui(us)
libet infrascriptaru(m) t(er)rarum eandem iurisdictio(n)em exige(n)
di a contrahentib(us) et vendentib(us) et aliis debentibus
dare et solv(er)e aliquid no(m)i(n)e gabelle qua(m) habebat co(mun)e
Bon(onie) et soliti errant h(abe)re co(mun)e Bon(onie) v(e)l conducto(r)e ip(s)arum
gabellaru(m) et hoc intelligant(ur) in datio Luxolini et Peo
le cu(m) d(i)c(t)a datia sint univ(er)salia et in t(er)ris habentib(us)
portu(m). Concedimus aut(em) depositario co(mun)is ubi
sibi eligat unu(m) tabellion(m) suo arbitrio qui scrib
at infra scriptura(m) gabellaru(m) introitus qui not(arius) ha
beat p(ro) suo feudo XII a quolibet mass(ario) seu co(mun)i cui(us)lib(et)
p(ro) qualibet solutio(n)e. Et p(ro)d(i)c(t)o feudo fac(er)e debeat cui(us)lib(et)
mass(ario) v(e)l co(mun)i instr(umentu)m solution(n)is et nichil a co(mun)I Bon(onie) v(e)l
ab alio ultra possit p(er)cip(er)e v(e)l h(abe)re. Ite(m) dicimus
q(uod) nulla gabella co(m)itatus Bon(onie) deinceps vendatur lo
cetur seu concedatur alicui sing(u)lari p(er)sone mo(do) aliquo
qui dici v(e)l excogitari possit p(er) offitiales gabelle v(e)l p(er)
consilium v(e)l p(er) p(ro)curatores co(mun)is v(e)l aliquos alios offi
ciales s(ed) in eis exigendis s(er)vet(ur) modus sup(ra)scriptu(m)
et infrascript(us). Preterea dicimus q(uod) si aliqua
co(mun)ia t(er)arum cessav(er)int in solution(n)e(m) gabelle inferius
taxate q(uod) depositarius co(mun)is teneatur inscriptis re
digere ip(s)a co(mun)ia no(n) solve(n)da et dare in scriptis mili
ti d(omini) cap(i)t(anei), ei scilicet qui no(n) p(re)est stratis et aquis q(ui)
milex teneatur et debeat mo(d)is o(mn)ib(us) compellere ip(s)a co(muni)a
et ip(s)orum ad dandu(m) et solve(n)d(us) gabellam taxatam
ip(s)i co(mun)i, capiendo eos baniendo et multando et o(mn)ia
fac(er)e teneat p(er) que cicus co(mun)e Bon(onie) h(abe)re valeat ga
bellas p(re)d(i)c(t)as. In primis co(mun)e s(an)c(t)I Ioh(ann)is i(n) P(er)siceto
solv(er)e tenet(ur) in su(m)ma sing(u)lis annis p(ro) eo q(uod) solutu(m)
erat solv(er)e qualibet septimana p(ro) gabella mole(n)
dinaru(m) et gabella mercati d(i)c(t)e t(er)re VIII XL lib(ras)
bon(oniorum), solve(n)do ad quatuor t(er)minos s(cilicet) sing(u)lis t(r)i
b(us) m(en)sib(us) quarta(m) p(ar)te(m) p(re)d(i)c(t)e su(m)me. Si v(er)o co(mun)e Bo(nonie)
acceptav(er)it in p(ri)ncipio anni solutio(n)em sibi fie(r)i
t(un)c solv(er)e co(mun)e et ho(m)i(n)es d(i)c(t)e t(er)re VIII lib(ras) bo(noninorum).
Infrascripte v(er)o t(er)re alie infrascriptis duob(us) t(er)
minis, s(cilicet), co(mun)e et ho(m)i(n)es t(er)re Seravallis sing(u)lis an
strata S(ancti) Vitalis sup(er)ius qui in(de) utiliate(m) conseq(ui)
P(re)d(i)c(t)a fac(er)e fieri teneatur.
Ordinam(us) P(ro) publica et evidenti utilitate
co(mun)is et p(o)p(u)li Bon(onie), q(uod) puteus positus et constructus i(n)
strata publica seu iusta stratam ante domos
eccl(es)ie S(an)c(t)e Crucis hospitalis S(an)c(t)i Ioh(ann)is, debeat o(mn)io tol
li et removere et impleri ita q(uod) ult(er)ius no(n) sit puteus
in d(ic)to loco. Et q(uod) unus puteus de novo construatur
et fiat an(te) domu(m) p(re)d(i)c(t)e eccl(es)ie in qua tenetur tab(er)na iu
sta aliam domu(m) p(re)d(i)c(t)e eccl(esi)e in qua mo(do) moratur Rola(n)
dus sp(eti)arius, et hec fia(n)t expensis eorum vicinorum q(ui)
soliti su(n)t aquam aurire ex d(i)c(t)o veteri puteo. Et
p(re)d(i)c(t)a fieri fac(er)e teneatur not(arius) d(omini) pot(estatis) p(re)positus stratis
et salegatis p(er) totum m(en)sem nove(m)bris et f(ac)to d(ic)to
puteo manuteneat et sit p(re)cisum. De ratione red
denda p(er)sup(er)stantes laboreriorum. R(ubri)ca.
Statutim(us) q(uod) om(ne)s et sing(u)li sup(ra)stantes laborerior(um),
tam civitatis qua(m) co(m)itatus ad quos p(re)ve(n)it
peccu(n)ia aliqua occ(asi)one alicui(us) laborerii, teneat(ur)
et debeat reddere ratio(n)em coram iudice d(omi)ni pot(estatis), de
o(mn)i eo q(uod) ad eos p(er)venit v(e)l p(er)veniet occ(asi)o(n)e d(i)c(t)e sup(ra)sta(n)
ta(ri)e et si in aliquot inveniat(ur) fraudasse laborerium
v(e)l de peccunia ad eius man(us) p(er)venta c(on)de(m)pnetur i(n)
duplum eius q(uod) invenirentur fraudasse et iudex pot(estatis)
tales sup(er)stantes teneantur sibi dari fac(er)e et require
eos et cog(er)e q(uod) d(i)c(t)am ratio(n)em reddant et in p(re)d(i)c(t)is d(i)c(tu)s
d(omi)n(u)s pot(estas) et videx h(abe)at arbitrium inquirendi. Et h(abe)at
locum in his sup(ra)stantib(us) qui fueru(n)t a qui(n)q(ue) an
nis citra, v(e)l de cet(er)o eru(n)t.
Ordinam(us) q(uod) vicina(n)tia que e(st) int(er) ortu(m) Fr(atru)m P(re)
dicatorum et ortu(m) ortu(m) S(an)c(t)i P(ro)culi debeat conferre ad
faciend(am) qua(m)dam clavigam p(er) quam po
ssit transire aqua que egreditur de domo Fr(atru)m P(re)
dicatorum p(ro) utilitate d(i)c(t)e vicina(n)tie.
Ordinamus q(uod) si qui ad quos p(er)tineat de iu
re vis ducendi aquam p(er) clavigam que di
citur e(ss)e sub domo d(omi)ni Alb(er)ti de Flexo, po(s)ita
in burgo strate S(an)c(t)i Vitalis, qua(m) diu e(st) aliqui nisi
no(n) sunt nolu(e)ri(n)t h(abe)re aquam que consuevit in(de) cu
rere, eorum expensis debeat ip(s)am clavigam inde
tolli et eius loco fac(er)ebaliam un(de) currat d(i)c(t)a aqua
sub domo parva ip(s)ius d(omini) Alb(er)ti que est iux(ta) d(i)c(t)a
domu(m) magna(m) ip(s)ius d(omi)ni Alb(er)te fero si pla
cuit d(i)c(t)o d(omino) Alb(er)to.
Ad recupandas sepulturas et cimiteriu(m)
eccl(es)ie S(an)c(t)I Leonardi burgi strate S(an)c(ti) Vitalis,
in quo aliquis nisi in aqua valida sepelli
ri pot(est) p(ro)p(ter) immutatione(m) aquaru(m) que p(er)veniunt
de v(er)sus stratam maiore(m) placet si placu(er)it maio(r)i
p(ar)ti vicina(n)tie d(i)c(t)e cap(el)le, que e(st) int(er) Brocaglindoso et
androna que est iux(ta) domos h(e)r(e)dum
et eundo recte post domos alias positas iux(ta) d(i)c(t)as
domos et iux(ta) d(i)c(t)am ec(c)l(es)iam ita q(uod) ponat capud i(n)
claviga que e(st) in androna Brocaglindoxo v(e)l in
aliam que vadit iux(ta) dom(us) de Placitis a lat(er)e ma
ne v(e)l alibi unde melius possit h(abe)re decursu(m) arb
itrio d(omi)norum sup(er)stantiu(m) d(i)c(t)e vicina(n)tie elligendo
rum p(er) not(arium) d(omi)ni pot(estatis) expensis d(i)c(t)e vicina(n)tie confe
rendo quilibet p(ro) rata pedu(m) sue testate domus
ita q(uod) cohop(er)ta sit ip(s)a claviga nisi r(espon)deret ad a
liquam publicam via(m) et etia(m) quilibet alius a
Liber undecim(us) qui tractat de introytib(us)
et su(m)ptib(us) co(mun)is Bon(onie) I.
De su(m)mis eius
q(uod) sing(u)lis annis solvi debe(n)t no(m)i(n)e
gabelle co(mun)I Bon(onie)
p(er) co(mun)ia t(er)aru(m)
district(us) Bon(onie).