Péronet Lamy, f. 1432-1453
L’esordio del miniatore va ricondotto alla decorazione del manoscritto contenente l’Apocalisse per Amedeo VIII in cui collabora con Jean Bapteur, come testimoniano i conti della tesoreria sabauda del 1432 (El Escorial, Bibliotheca Laurentina, ms. E. Vitt. 5). Oltre a numerosi manoscritti di contenuto liturgico, spesso destinati alla famiglia ducale, come ad esempio i Messali per Felice V (Torino, Biblioteca Reale, ms. Var. 168; Torino, Archivio di Stato, ms. j.b. II. 6), Lamy è impegnato anche nella decorazione di un frontespizio con le Orazioni di Cicerone (Ginevra, Bibliothèque Publique et Universitaire, ms. Lat. 101).
Oltre al ruolo importante nell’ambito della corte sabauda, durante gli anni del Concilio Basilea il miniatore si occupa dell’apparato illustrativo di due manoscritti con la Notitia Dignitatum Imperii Romani (Oxford, Bodleian Library, ms. Can Misc. 378; Paris, Bibliothèque nationale de France, latin 9661), che copiano un codice perduto di epoca carolingia che fu ritrovato a Spira nel 1436. Il primo segue, verosimilmente, pedissequamente il modello ed è appartenuto al vescovo Pietro Donato di Padova; mentre il secondo è appartenuto a Pier Candido Decembrio. Sempre nello stesso anno è datata una copia delle Commedie di Terenzio (ms. Ott. lat. 1368). Della metà del Quattrocento sono noti alcuni libri d’ore miniati dall’artista ed è databile, allo stesso giro di anni, la prima miniatura (f. 13r) che compare nel codice con le Ore di Salluzzo (London, British Library, ms. Add. 27697), poi ridipinta da Antoine de Lonhy, responsabile dell’intero apparato illustrativo del manoscritto.
AVEZZA, Péronet Lamy, pp. 367-368; AVRIL, Péronet Lamy, pp. 204-208.
Oxford, Bodleian Library, ms. Can Misc. 378, f. 78r