Vat.lat.3255
Informazioni sul manoscritto
- Resource type:
- Manuscript
- Collection:
- Vat.lat.
- Segnatura:
- Vat.lat.3255
- Biblioteca:
- Biblioteca Apostolica Vaticana
- Datazione:
- sec. XV ex
- Data inizio:
- 1476
- Data fine:
- 1500
- Paese:
- Italia
- Regione:
- Italia centrale
- Localita:
- Roma (?)
- Materiale:
- Membr.
- Altezza:
- 180
- Larghezza:
- 120
- Numero fogli:
- III. 100. III
- Nota generale:
- Vergilius, Georgica; Appendix Vergiliana.
Descrizione
- Bibliography:
- Vedere i classici, pp. 462-464; Manuscrits classiques, III.2 pp. 166-169; IAM28.3; IAM41.2; IAM41.5.
- Collazione:
- 10 fascicoli quinioni (ff. 1-10, 11-20, 21-30, 31-40, 41-50, 51-60, 61-70, 71-80, 81-90, 91-100); il primo e l'ultimo foglio di guardia sono cart., mentre tutti gli altri sono membr.
- Impaginazione:
- A piena pagina (mm 110x60) con giustificazione in vedetta su 24/24 ll./rr.; rigatura a secco talvolta ripassata alla mina (tipo Derolez 31); spesso visibili i fori di squadernatura.
- Foliazione:
- Manuale moderna a inchiostro bruno, in alto a destra, salta i ff. 8 e 10 probabilmente perché rifilata; una mano moderna a lapis segna I-II e 101-102 i fogli di guardia membr. anteriori e posteriori.
- Scrittura:
- Umanistica corsiva
- Scrittura - Nota:
- Umanistica corsiva di un’unica mano, a inchiostri bruno e nero, che si deve a Paolo Emilio Boccabella, allievo di Pomponio Leto; dello stesso copista sono anche la glossa marginale e le numerose annotazioni interlineari, tutte di modulo minore e con inchiostri rosso, verde-giallo, giallo; i capoversi in vedetta, in scrittura capitale e a inchiostri nero e porpora sono di mano di Bartolomeo Sanvito, come le rubriche a inchiostri policromi alternati (oro, blu, porpora o verde-giallo, blu, porpora).
- Decorazione - Nota:
- 1 pagina di incipit (f. 1r) realizzata come un frontespizio all’antica e in policromia (porpora, verde, blu), nel basamento scena in monocromo blu rialzato in oro, ombreggiatura in monocromo blu tutt’intorno all’edicola; rubrica a inchiostri alternati oro, blu, porpora; iniziale media (mm 10x15) in foglia d’oro affiancata da letterina d’attesa rubricata; lo spazio del frontespizio è distinto da quello della glossa marginale per mezzo di una lieve ombreggiatura in viola, a simulare una striscia di pergamena sovrapposta al foglio principale. 8 iniziali maggiori mantiniane (ff. 1r, 12r, 23v, 35v, 47v, 56r, 81r, 94v; mm 36x41, media) policrome (bruno, viola, blu, rialzate in oro o argento, su campi viola-indaco, porpora), con elementi fitozoomorfi e accompagnate dalle letterine di attesa, a f. 1r è sorretta da un puttino alato; iniziali calligrafiche in oro, blu, porpora, nero (c. mm 10x10); rubricati i segni di a capo.
- Legatura -Nota:
- Su quadranti in cartone, in marocchino rossiccio decorati con doppio filetto in oro; dorso in marocchino bruno a 5 nervi con impressioni in oro, nel secondo e nel terzo tassello segnatura "Vat. / 3255", negli altri insegne di Pio IX (1846-1878) e del card. bibliotecario Angelo Mai (1853-1854); la pelle dei piatti differisce da quella del dorso, probabilmente relative a due fasi diverse; tagli dorati.
- Stato di conservazione:
- Buono, anche se è molto squadernato; molto usurata la doratura dei tagli.
- Segnature di fascicoli:
- Numeriche a inchiostro sul recto, in basso a destra sulla prima parte del fascicolo, talora rifilate.
- Verba reclamantia:
- Costanti (tranne che tra i fascicoli 4 e 5, probabilmente rifilata) sul verso e in verticale entro le due righe di giustificazione.
- Nota:
- f. IIr, nota dell'inventario di Fulvio Orsini (il ms. corrisponde al numero 154 dei codici latini), trascritta da Giuseppe Simone Assemani: "Georgica Virgili et alia opuscula / di mano di Pomponio Leto in 8° in / pergam. Fulv. Urs."; f. 101v, note di possesso: "Hic liber est Henrici / Bussey infra(scrip)ti D(omini) Claudii filii"; segue una rasura e poi di nuovo: "Hic liber est Henrici Bussey Romani".
- Altro nome:
- Derolez, Albert [person]
Leto, Giulio Pomponio, 1428-1497 [glossator]
Sanvito, Bartolomeo, 1435-1511 [artist]
Pius PP. IX, b., 1792-1878 [owner]
Mai, Angelo, card., 1782-1854 [owner]
Boccabella, Paolo Emilio, f. 1468 [scribe]
Gaspare da Padova, f. 1466/67-c. 1493 [artist]
Orsini, Fulvio, 1529-1600 [owner] - Lingua:
- Latino.
- Alfabeto:
- Latino.
- Storia:
- Ai ff. IIIv, 1r, 100v timbri della Biblioteca Apostolica Vaticana.
Testo del curatore
Il manoscritto è testimone di una particolare stagione del libro a Roma nel secolo XV: si tratta infatti di un raffinato codicetto di studio collegato a Pomponio Leto e agli intellettuali umanisti che, a partire dagli anni ’60, si raccolsero attorno al suo magistero (Piacentini, Note storico-paleografiche 2007, pp. 87-141; Accame, Pomponio Leto, pp. 711-716, l’uno e l’altro con bibliografia; cfr. anche Zabughin, Giulio Pomponio Leto, passim). Gli studi hanno da tempo messo in evidenza una sorta di corrispondenza tra la destinazione d’uso di tale tipo di produzione libraria e le sue caratteristiche codicologiche e paleografiche, ma anche illustrative e decorative (Maddalo, I manoscritti Mazzatosta, pp. 47-86; Ead., "Quasi preclarissima suppellectile", pp. 16-32; Ead., Da glossa a commento, pp. 83-85; Mariani Canova, La porpora nei manoscritti rinascimentali, pp. 339-371; Maddalo, Sanvito e Petrarca, pp. 24 nt. 2, 25 nt. 4, 27). Sono generalmente esemplari di piccolo formato confezionati in pergamena di buona qualità, spesso vergati in una bella italica e postillati nei margini con apparati di glosse di diversi umanisti, ma soprattutto con gli articolati commenti del Leto. All’utilizzo privato si affiancava, per questi volumi, l’impiego nell’insegnamento e nelle discussioni in seno all’Accademia romana da lui stesso creata: un aspetto che emerge proprio dal tenore delle dense glosse pomponiane, modulate su molteplici livelli di lettura (esegetica, antiquaria, mitologica, storica, ma anche di riflessione su esperienze personali), sempre in strettissimo rapporto con il testo classico (Bianchi, Scheda nr. 133, pp. 462-464). L’accuratezza riservata alla facies grafica si rileva anche nella costruzione degli apparati esornativi che in molti casi corredano tale tipologia di manoscritto: la pagina di apertura può essere infatti enfatizzata da un frontespizio all’antica o da cornici a fitti bianchi girari (realizzati soprattutto da Gioacchino de’ Gigantibus, cfr. mss. Vat. lat. 3302, Vat. lat. 3285, Vat. lat. 3279), mentre gli snodi testuali salienti sono segnalati da iniziali variamente miniate; a un livello intermedio tra decorazione e scrittura appartengono gli interventi dei calligrafi che eseguono le rubriche; in alcuni casi l’apertura può essere qualificata dalla presenza di una antiporta illustrata (cfr. ms. Vat. lat. 3595).
Il Vat. lat. 3255, che racchiude in sé tutte le caratteristiche appena elencate – ad eccezione dell’antiporta, qui assente –, fu copiato da Paolo Emilio Boccabella (Piacentini, Note storico-paleografiche 1984, p. 519; Ead., Note storico-paleografiche 2007, pp. 129-130; de la Mare - Nuvoloni, Bartolomeo Sanvito, p. 212), uno degli esponenti della sodalitas pomponiana, noto anche come Lelius Antonius Augustus, soprannome latino assegnatogli proprio nell’ambito dell’Accademia romana (de la Mare - Nuvoloni, Bartolomeo Sanvito, p. 388 nt. 85); i margini, fittamente glossati da Pomponio, sono anche testimonianza dei suoi interessi di profondo lettore di Virgilio (per quest’ultimo aspetto, soprattutto in rapporto al Virgilio Mediceo, ms. Plut. 39. 1 della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, cfr. tra gli altri, Casciano, L'edizione romana del 1471, pp. 654-655; Lunelli, Il commento virgiliano, pp. 317-318, 322; Abbamonte, Niccolò Perotti, Pomponio Leto, pp. 25-37).
Come per altri esemplari, anche per le Georgiche vaticane l’apparato calligrafico appare rilevante ed è stato assegnato a Bartolomeo Sanvito (Ruysschaert, Miniaturistes «romains», p. 269; cfr. anche il ms. Vat. lat. 5958), calligrafo appunto, ma anche scriptor e miniatore padovano, protagonista della grande stagione dell’antiquaria quattrocentesca che, anche grazie alla sua attività, dall’Italia settentrionale si irradiò verso Roma e Napoli, divenendo rapidamente linguaggio à la page per il libro illustrato e non solo.
Attorno agli anni ’70 del secolo XV Sanvito si trovava infatti nell’Urbe al servizio del cardinale Francesco Gonzaga (1461-1483), circostanza che tuttavia non gli impedì di entrare in contatto con l’ambiente dell’Accademia pomponiana. Un rapporto che prese le forme di una serie di manoscritti ad uso appunto dei soci della sodalitas: accade per il cospicuo corpus realizzato per Fabio Mazzatosta, uno degli «allievi prediletti» di Leto (cfr. Maddalo, I manoscritti Mazzatosta, pp. 47-86; Maddalo, "Quasi preclarissima suppellectile", pp. 16-32; La Malfa, Cultura classica e sentimento religioso, p. 391, afferma che questo esemplare sia stato realizzato per il giovane Mazzatosta, senza tuttavia fornire ulteriori indicazioni in proposito). Si pensi inoltre al caso del ms. Vat. lat. 3595 per Partenio Minuzio Pallini (de la Mare, Bartolomeo Sanvito da Padova, p. 508 nt. 85; de la Mare - Nuvoloni, Bartolomeo Sanvito, p. 388 nt. 85) o al ms. Vat. lat. 3274 per Boccabella, quel Lelius Antonius Augustus riconosciuto come il copista del Vat. lat. 3255 (Piacentini, Note storico-paleografiche 1984, pp. 536-537). Le Georgiche vaticane, come anche il catalogo di manoscritti ai quali ci si è finora riferiti, sono state realizzate nell’ottavo decennio del Quattrocento (è tuttavia necessario segnalare una variazione nella sua collocazione cronologica all’interno di un medesimo contesto critico: de la Mare - Nuvoloni, Bartolomeo Sanvito lo includono nella sezione relativa alla produzione romana di Sanvito tra il 1469 e il biennio 1476-1477, p. 204 [come peraltro già sottolineato in de la Mare, Bartolomeo Sanvito da Padova, p. 501], mentre più avanti le due autrici rilevano che esso fu «written between 1473 and 1484», p. 212, probabilmente sulla scia di quanto affermato a suo tempo da Ruysschaert, Miniaturistes «romains», p. 269: «un Virgile copié par le pomponien Lelio Antonio Augusto entre 1473 e 1484»).
Sulla paternità dell’apparato decorativo si registrano pareri oscillanti, la critica ha infatti espresso tre possibilità: la prima è quella che assegna pagina di incipit e galleria di iniziali maggiori a Gaspare da Padova (Ruysschaert, Miniaturistes «romains», p. 269, che definisce napolitain il manoscritto, idea ripresa in Mane, Enluminures médiévales des Géorgiques, pp. 238, 251, 253; de la Mare - Nuvoloni, Bartolomeo Sanvito, p. 212), anch’egli noto artista del minio quattrocentesco che lavorò a Roma proprio in sodalizio con Sanvito. E il nome di questi è stato proposto come ipotesi alternativa rispetto a Gaspare (Mariani Canova, Rinascimento. Tradizione manoscritta illustrata, p. 488); mentre, in terza battuta, le Georgiche sono state ricondotte a un anonimo miniatore che con essi lavorava, la mano del quale è stata riconosciuta ad esempio nel ms. Vat. lat. 241 (Toscano, Gaspare da Padova e la diffusione, p. 530 nt. 33). L’esecuzione del frontespizio è ad ogni modo successiva non solo alla trascrizione del testo, come da prassi consueta, ma anche al commento di Leto: l’edicola architettonica è infatti costruita tutta attorno all’intervento grafico, come dimostra l’ombreggiatura in viola che fa da diaframma tra lo specchio scrittorio e il ‘margine pomponiano’, ma come è anche evidente nel basamento, troncato e illusionisticamente occultato sotto a una inesistente striscia membranacea che reca l’articolata glossa a Virgilio.
Il Vat. lat. 3255 appartenne alla ricca collezione libraria di Fulvio Orsini (1529-1600; per il quale cfr. Matteini, Orsini, Fulvio, pp. 649-653), registrato nel suo inventario come: «Georgica Virgilij, et alia opuscula di mano di Pomponio Laeto, in-8°, in pergameno, coperto di corame rosso» (de Nolhac, La bibliothèque de Fulvio Orsini, p. 371; cfr. anche Manfredi, Le carte di Augusto Campana, pp. 257-367).
Per gli altri esemplari di Virgilio illustrato cfr. i mss. Pal. lat. 1632, Reg. lat. 1705, Reg. lat. 1988, Urb. lat. 350, Urb. lat. 642, Vat. lat. 1579, Vat. lat. 2761, Vat. lat. 3225, Vat. lat. 3867.
Descrizioni interne
98v-99r
Commendatio sui hortuli
99r-100r
Rosae vernae laudantur
1r-47r
Commentarius in Vergilii Georgicon lib. I-IV.
- Locus:
- 1r-47r
- Titolo supplito:
- Commentarius in Vergilii Georgicon lib. I-IV.
- Titolo uniforme:
- Georgica (Vergilius Maro, Publius, 70-19 a.C.) and Argumenta Bucolicon et Georgicon (Ovidius Naso, Publius, 43 a.C.-17/18 d.C. Opere spurie e dubbie). Georgica
- Incipit testo:
- Aegyptii inferorum principatum aiunt tenere Cererem
- Lingua:
- Latino.
- Alfabeto:
- Latino.
- Fonte:
- IAM02
76v-78r
De vita P.Vergilii Maronis succincta collectio
79r-v
Carmina de diversis causis
80r-v
Carmen P. Eurialo suo
47v-76r
Appendix Vergiliana
78r-79r
Octavii Caesaris Augusti post mortem Publii Virgilii Maronis Aeneidos commendatio ac probatio
79v-80r
Anthologia latina. 158
80r
Epitaphium Vergilii
81r-94r
Aetna
94v-98r
Mecaenas (sic)