Urb.lat.1146
Informazioni sul manoscritto
- Resource type:
- Manuscript
- Collection:
- Urb.lat.
- Segnatura:
- Urb.lat.1146
- Biblioteca:
- Biblioteca Apostolica Vaticana
- Datazione:
- sec. IX med
- Data inizio:
- 851
- Data fine:
- 875
- Paese:
- Francia
- Regione:
- Francia centro-settentrionale
- Localita:
- Tours
- Materiale:
- membr.
- Altezza:
- 235
- Larghezza:
- 195
- Numero fogli:
- IV. 58. II
- Contenuto:
- ff. 1r, 3v, frontespizi: "Incipit Apicae Caelii"; "Incipit Conditum Paradoxum".
- Nota generale:
- Apicius, De re coquinaria.
Descrizione
- Bibliography:
- Manuscrits classiques, II.2 pp. 654-655; J. Ruysschaert, Les frères Andreoli relieurs des Chigi, Cité du Vatican 1992; Vedere i classici, pp. 186-188.
- Collazione:
- 7 fascicoli: 1 senione (ff. 1-12); 2 binione (ff. 13-16); 3 senione (ff. 17-28); 4 binione (ff. 29-32); 5 senione (ff. 33-44); 6 binione (ff. 45-48); 7 senione (ff. 49-52 [-2]). Le guardie anteriori sono: I cart., II-IV membr., mentre le posteriori sono entrambe membr.
- Impaginazione:
- A piena pagina con giustificazione a bandiera e in vedetta (mm 160x136) su 20/20 ll./rr.; rigatura a secco ben visibile (tipo Derolez 31, ma senza il prolungamento sui margini della doppia riga di giustificazione); fori guida talvolta appena rifilati (es. f. 26).
- Foliazione:
- Moderna a inchiostro in cifre arabiche, in alto a destra.
- Scrittura:
- Altomedievale italiana del tipo protocarolina per il testo; capitale di tipo epigrafico nei frontespizi; capitale libraria per gli explicit; onciale per i titoli delle ricette
- Scrittura - Nota:
- Copista unico, inchiostro nero; annotazione in merovingica "Apicae C(ae)li" (f. 1v; Vedere i classici, pp. 186-188); qualche intervento su rasura.
- Decorazione - Nota:
- 2 frontespizi con tabella purpurea viola intenso al centro del foglio (ff. 1r, 3v; mm 195x150, mm 200x155), racchiusa entro una cornice a palmette in rosso e in giallo, su fondo nero; all’interno di esse gli incipit sono vergati in crisografia e in capitale di tipo epigrafico, nel secondo caso inchiavardate, "Inc(i)p(it) / Api(cae) / Cae(lii)" (f. 1r); "Inc(i)p(it) / Conditu(m) / Paradoxu(m)" (f. 3v); sull’esterno, semicirconferenze anch’esse a palmette in viola, giallo, rosso e argento; 4 fogli decorati con porte (ff. 1v-3r; mm 190x135), sul modello delle Tavole dei canoni: l’indice dei capitula, con iniziali calligrafiche rosse e a bandiera, si dispone entro strutture ad archi a tutto sesto ornati a palmette, elementi fitomorfi, volatili e lampade a sospensione, tutto in policromia (viola, rosso, giallo, argento); numerose iniziali calligrafiche in rosso (mm 18x12, media), all’incipit di ogni ricetta, accompagnata da un numero romano progressivo, e il cui titolo è rubricato.
- Legatura -Nota:
- Su quadranti di cartone, in marocchino bruno decorato con triplo filetto lungo tutto il perimetro dei piatti, sul dorso quattro nervi e impressioni in oro, sul primo tassello la vecchia segnatura "1052 VR∙B", sugli altri le insegne di Innocenzo XII (1691-1700) e del card. bibliotecario Lorenzo Brancati (1681-1693). Sovraccoperta di cartoncino celeste.
- Stato di conservazione:
- Ottimo, ad eccezione dell’ossidazione, dello spandimento e del trapelamento dell’inchiostro d’argento.
- Segnature di fascicoli:
- Assenti.
- Verba reclamantia:
- Assenti.
- Nota:
- Per questo ms. cf. anche G. Corso, Urb. lat. 1146, in Catalogo dei codici miniati della Biblioteca Vaticana. II. I manoscritti Urbinati, a cura di S. Maddalo - E. Ponzi, con la collaborazione di C. Paniccia, Città del Vaticano (Studi e testi), in corso di elaborazione.
- Altro nome:
- Guidobaldo II della Rovere, duca di Urbino, 1514-1574 [owner]
Federico da Montefeltro, duca d'Urbino, 1422-1482 [owner]
Poliziano, Angelo, 1454-1494 [person]
Charles II, le Chauve, re di Francia, 823-877 [recipient]
Innocentius PP. XII, 1615-1700 [owner]
Brancati, Lorenzo, card., 1612-1693 [owner]
Andreoli, Giovanni, f. 1670 [person]
Derolez, Albert [person] - Lingua:
- Latino.
- Alfabeto:
- Latino.
- Storia:
- Il codice è appartenuto alla biblioteca di Federico da Montefeltro ed era registrato nell'Indice vecchio, compilato attorno al 1487 dal bibliotecario Agapito (Urb. lat. 1761: "Apicius Celius de Condimentis. Codex vetustus In Purpureo.", Stornajolo, Codices Urbinates graeci, p. CXIV, nr. 442). La segnatura "1052", impressa in oro sul dorso e a f. 1r a inchiostro nero in basso a sinistra, è relativa all'inventario vaticano di Stefano Gradi (Urb. lat. 1388; cf. Stornajolo, Cod. Urb. lat. 1001-1779, p. XIX; cf. anche D'Aiuto, Urbinati, in Guida ai Fondi BAV, I, pp. 538-539). Timbri della Biblioteca Apostolica Vaticana ai ff. 1r, 4r, 58v.
Informazioni amministrative
- Fonte:
- Codices Urbinates Latini, recensuit C. Stornajolo, tomus III: Codices 1001-1779, Romae 1921, p. 174.
Testo del curatore
Quando nel 1657 Alessandro VII Chigi (1655-1667) si recò in Biblioteca Vaticana dove, da qualche mese, era stata trasferita la collezione libraria dei duchi di Urbino, tra gli altri manoscritti gli fu mostrato l’Urb. lat. 1146 (Peruzzi, «Lectissima politissimaque volumina», p. 376), tra gli esemplari più antichi di quella raccolta. Codice confezionato alla metà del secolo IX probabilmente nello scriptorium di Saint-Martin di Tours, esso esibisce una mise-en-page decorativa davvero peculiare. Il ricettario di Apicio si apre infatti con una sontuosa tabella purpurea tinta a pennello (f. 1r) e racchiusa entro una cornice a palmette declinate in una tavolozza pittorica costruita su pochi elementi (rosso-arancio, giallo, verde), ma nella quale spiccano gli inchiostri in argento (seppure degradato) e in oro. Il medesimo impianto è replicato qualche foglio più avanti (f. 3v), che anticipa il testo vero e proprio. Tra i ff. 1r e 3v trova spazio una sequenza di arcate dal respiro monumentale, impostate su colonne che simulano, sulla superficie della pergamena, la materia marmorea (con l’imitazione di porfido, di cipollino, di marmo rosa); la figurazione replica in tutti i particolari (le lampade sospese, le coppie di volatili affrontati, i capitelli corinzi) la morfologia delle Tavole dei canoni che, come consuetudine ormai a quell’altezza cronologica, introducevano ai testi evangelici (Réfice, Canoni, Tavole dei, pp. 135-143; De Lachenal, Illustrazioni antiche, p. 546). Se là il campo di scrittura era riservato alle concordanze tra i passi dei quattro Vangeli, nel ms. Urbinate esso invece accoglie l’elenco delle ricette, impalcatura del testo di Apicio. In tal senso, oltre a essere un codice rilevante dal punto di vista paleografico-filologico, l’Urb. lat. 1146 è un oggetto di grande interesse proprio per le scelte esornative che vi sono state operate. Mutuare infatti un dispositivo decorativo, le Tavole dei canoni, normalmente impiegato per il libro sacro e traslarlo su un testo più che profano non è un’operazione priva significato; e inoltre, dei due esemplari a oggi più antichi (l’altro è il codice prodotto a Fulda, Phillipps 275, ora a New York, The Library of the Academy of Medicine [cfr. Campana, Contributi alla biblioteca, p. 457; Milham, Toward a stemma, passim]), il Vaticano è il solo a essere qualificato da un intervento decorativo. Esso può essere stato eseguito – e la critica è concorde nel ritenerlo – nel celeberrimo scriptorium di Saint-Martin di Tours (Supino Martini, Scheda nr. 12, p. 186; Villa, Commentare per immagini, pp. 52-53; Kessler, Tours, Miniatura, pp. 298-300, tutti con bibliografia; cfr. anche Manuscrits classiques, II.2, pp. 654-655), al quale si faceva riferimento in apertura; centro di produzione tra i più importanti nell’Europa carolingia, la sua attività era supportata dalla presenza di una biblioteca tra le più ricche e articolate della sua epoca. Un patrimonio al quale si attinse per l’allestimento dell’Urb. lat. 1146 e dal quale si ricavò il prototipo di mise-en-page: un’operazione di non poco conto, per due ordini di motivi strettamente collegati tra loro. In primo luogo, l’assenza di una consolidata tradizione figurativa per il ricettario deve aver indotto alla ricerca di un modello adeguato dal punto di vista della forma, che mantenesse cioè inalterato e coerente il rapporto tra testo e immagine – anche se, a questo processo, potrebbe non essere estranea una qualche dipendenza da un esemplare tardoantico (Supino Martini, Scheda nr. 12, p. 186). In secondo luogo, adattare le Tavole dei canoni, dispositivo illustrativo del libro sacro, a un’opera più che profana ha un valore rilevante dal punto di vista semantico. E la scelta deve essere collegata, senza dubbio, alla natura della committenza di alto rango, come dimostra, per esempio, la presenza della doppia tabella in porpora che, seppure non data per immersione, ma stesa a pennello, indica in ogni caso un cospicuo impegno di risorse economiche per i materiali. Il manoscritto è stato infatti associato al nome di Carlo il Calvo (823-877) re di Francia, per il quale intorno all’845 erano stati realizzati, tra gli altri, il De institutione arithmetica di Boezio (Bamberg, Staatsbibliothek, Msc.Class.5) o la Bibbia di Viviano, ms. lat. 1 della Bibliothèque nationale de France, Paris; l’uno e l’altro mostrano in apertura un sistema di arcate non troppo dissimile da quanto è visibile nell’Urb. lat. 1146. Così come una stringente corrispondenza stilistica, oltre che formale, si ravvisa nell’Evangeliario lat. 9385 della Bibliothèque nationale de France, Paris, ugualmente un prodotto touroniano miniato alla metà del secolo IX (sull’argomento cfr. Kessler, The illustrated Bibles, passim; Kessler, "Facies bibliotechae revelata", passim; Dutton - Kessler, The Poetry and Paintings, passim).
Non è agevole dire per quali vie il ms. sia entrato nella collezione urbinate; esso è registrato nel cosiddetto Indice vecchio, compilato attorno al 1487 dal bibliotecario Agapito e che dà quindi conto dell’aspetto della raccolta libraria pochi anni dopo la morte di Federico da Montefeltro, avvenuta nel 1482 (Urb. lat. 1761, f. 63v: «Codex vetustus. In purpureo»; edito in Stornajolo, Cod. Urb. Graeci, p. CXIV, nr. 442). Esso peraltro segue nell’inventario un altro esemplare di Apicio, oggi ms. Urb. lat. 1145, realizzato nel secolo XV e che mostra le caratteristiche distintive dei codici prodotti a Firenze per il signore di Urbino; i due ricettari sono collegati da una forma di dipendenza filologica, seppure non diretta (Milham, Toward a stemma, pp. 265-270; Texts and Transmission, pp. 13-14), aspetto interessante anche per i meccanismi di accrescimento della biblioteca di palazzo. È comunque probabile che il codice carolingio sia arrivato nella collezione urbinate dopo il 1464, anno nel quale è testimoniato a Bologna (cfr. Campana, Contributi alla biblioteca, p. 475) – e del resto Federico inizia a investire nei manoscritti probabilmente a partire dalla seconda metà degli anni '60. Elemento interessante, infine, è l’assenza nell’Urb. lat. 1146 di qualsiasi tipo di qualificazione araldica feltresca, forse segno della considerazione per un oggetto così prezioso in ragione della sua antichità.
Descrizioni interne
1r-3r
Index
- Datazione:
- sec. IX med
- Paese:
- Francia
- Regione:
- Francia centro-settentrionale
- Localita:
- Tours
- Locus:
- 1r-3r
- Titolo supplito:
- Index
- Titolo uniforme:
- De re coquinaria (Apicius, Caelius, sec. I)
- Lingua:
- Latino
- Alfabeto:
- Latino.
32r-37r
Tropetes, liber sextus
- Datazione:
- sec. IX med
- Paese:
- Francia
- Regione:
- Francia centro-settentrionale
- Localita:
- Tours
- Locus:
- 32r-37r
- Titolo:
- Tropetes, liber sextus
- Titolo uniforme:
- De re coquinaria (Apicius, Caelius, sec. I). 6, Trophetes
- Lingua:
- Latino.
- Alfabeto:
- Latino.
- Fonte:
- Codices Urbinates Latini, recensuit C. Stornajolo, tomus III: Codices 1001-1779, Romae 1921, p. 174.
3v-8r
Conditum paradoxum, liber primus
- Datazione:
- sec. IX med
- Paese:
- Francia
- Regione:
- Francia centro-settentrionale
- Localita:
- Tours
- Locus:
- 3v-8r
- Titolo:
- Conditum paradoxum, liber primus
- Titolo uniforme:
- De re coquinaria (Apicius, Caelius, sec. I). 1, Conditum paradoxum
- Lingua:
- Latino.
- Alfabeto:
- Latino.
- Fonte:
- Codices Urbinates Latini, recensuit C. Stornajolo, tomus III: Codices 1001-1779, Romae 1921, p. 174.
8r-11r
Epimeles, liber secundus
- Datazione:
- sec. IX med
- Paese:
- Francia
- Regione:
- Francia centro-settentrionale
- Localita:
- Tours
- Locus:
- 8r-11r
- Titolo:
- Epimeles, liber secundus
- Titolo uniforme:
- De re coquinaria (Apicius, Caelius, sec. I). 2, Sarcoptes
- Lingua:
- Latino.
- Alfabeto:
- Latino.
- Fonte:
- Codices Urbinates Latini, recensuit C. Stornajolo, tomus III: Codices 1001-1779, Romae 1921, p. 174.
11r-16r
Cepuros de holeribus, liber tertius
- Datazione:
- sec. IX med
- Paese:
- Francia
- Regione:
- Francia centro-settentrionale
- Localita:
- Tours
- Locus:
- 11r-16r
- Titolo:
- Cepuros de holeribus, liber tertius
- Titolo uniforme:
- De re coquinaria (Apicius, Caelius, sec. I). 3, Cepuros
- Lingua:
- Latino.
- Alfabeto:
- Latino.
- Fonte:
- Codices Urbinates Latini, recensuit C. Stornajolo, tomus III: Codices 1001-1779, Romae 1921, p. 174.
16r-26r
Pandecter, liber quartus
- Datazione:
- sec. IX med
- Paese:
- Francia
- Regione:
- Francia centro-settentrionale
- Localita:
- Tours
- Locus:
- 16r-26r
- Titolo:
- Pandecter, liber quartus
- Titolo uniforme:
- De re coquinaria (Apicius, Caelius, sec. I). 4, Pandecter
- Lingua:
- Latino.
- Alfabeto:
- Latino.
- Fonte:
- Codices Urbinates Latini, recensuit C. Stornajolo, tomus III: Codices 1001-1779, Romae 1921, p. 174.
26v-31v
Ospreon, liber quintus
- Datazione:
- sec. IX med
- Paese:
- Francia
- Regione:
- Francia centro-settentrionale
- Localita:
- Tours
- Locus:
- 26v-31v
- Titolo:
- Ospreon, liber quintus
- Titolo uniforme:
- De re coquinaria (Apicius, Caelius, sec. I). 5, Ospreon
- Lingua:
- Latino.
- Alfabeto:
- Latino.
- Fonte:
- Codices Urbinates Latini, recensuit C. Stornajolo, tomus III: Codices 1001-1779, Romae 1921, p. 174.
37v-44r
Politeles, liber septimus
- Datazione:
- sec. IX med
- Paese:
- Francia
- Regione:
- Francia centro-settentrionale
- Localita:
- Tours
- Locus:
- 37v-44r
- Titolo:
- Politeles, liber septimus
- Titolo uniforme:
- De re coquinaria (Apicius, Caelius, sec. I). 7, Politeles
- Lingua:
- Latino.
- Alfabeto:
- Latino.
- Fonte:
- Codices Urbinates Latini, recensuit C. Stornajolo, tomus III: Codices 1001-1779, Romae 1921, p. 174.
44v-53v
Tetrapus, liber octavus
- Datazione:
- sec. IX med
- Paese:
- Francia
- Regione:
- Francia centro-settentrionale
- Localita:
- Tours
- Locus:
- 44v-53v
- Titolo:
- Tetrapus, liber octavus
- Titolo uniforme:
- De re coquinaria (Apicius, Caelius, sec. I). 8, Tetrapus
- Lingua:
- Latino.
- Alfabeto:
- Latino.
- Fonte:
- Codices Urbinates Latini, recensuit C. Stornajolo, tomus III: Codices 1001-1779, Romae 1921, p. 174.
53v-56r
Thalassa, liber nonus
- Datazione:
- sec. IX med
- Paese:
- Francia
- Regione:
- Francia centro-settentrionale
- Localita:
- Tours
- Locus:
- 53v-56r
- Titolo:
- Thalassa, liber nonus
- Titolo uniforme:
- De re coquinaria (Apicius, Caelius, sec. I). 9, Thalassa
- Lingua:
- Latino.
- Alfabeto:
- Latino.
- Fonte:
- Codices Urbinates Latini, recensuit C. Stornajolo, tomus III: Codices 1001-1779, Romae 1921, p. 174.
56v-58v
Halieus, liber decimus
- Datazione:
- sec. IX med
- Paese:
- Francia
- Regione:
- Francia centro-settentrionale
- Localita:
- Tours
- Locus:
- 56v-58v
- Titolo:
- Halieus, liber decimus
- Titolo uniforme:
- De re coquinaria (Apicius, Caelius, sec. I). 10, Alieus
- Lingua:
- Latino.
- Alfabeto:
- Latino.
- Fonte:
- Codices Urbinates Latini, recensuit C. Stornajolo, tomus III: Codices 1001-1779, Romae 1921, p. 174.