Pal.lat.1671
Informazioni sul manoscritto
- Resource type:
- Manuscript
- Collection:
- Pal.lat.
- Segnatura:
- Pal.lat.1671
- Biblioteca:
- Biblioteca Apostolica Vaticana
- Datazione:
- sec. XIV
- Data inizio:
- 1351
- Data fine:
- 1400
- Paese:
- Italia
- Regione:
- Italia settentrionale
- Materiale:
- Membr.
- Altezza:
- 308
- Larghezza:
- 218
- Numero fogli:
- III. 193. I
- Nota generale:
- Seneca, Tragoediae.
Descrizione
- Bibliography:
- Manuscrits classiques, II.2, pp. 326-328; Vedere i classici, p. 249.
- Collazione:
- 24 fascicoli quaternioni (ff. 3-10 [+1], 11-18, 19-27, 28-34, 35-42, 43-50, 51-58, 59-66, 67-74, 75-82, 83-90, 91-98, 99-106, 107-114, 115-122, 123-130, 131-138, 139-146, 147-154, 155-162, 163-170, 171-178, 179-186, 187-194).
- Impaginazione:
- A un'unica colonna con giustificazione a bandiera (mm 184x100) per il testo delle Tragoediae; ll./rr. 31/32; testo degli Argumenta di Niccolò Trevet organizzato in paragrafi dal numero variabile di linee; rigatura alla mina ben visibile su entrambi i lati del foglio (tipo Derolez nr. 23).
- Foliazione:
- Moderna a lapis in cifre arabiche, in alto a destra, indica come 1 il f. III.
- Scrittura:
- Gotica del tipo textualis
- Scrittura - Nota:
- Di due moduli diversi, maggiore per il testo delle Tragoediae, minore per gli Argumenta di Niccolò Trevet, di un unico copista, a inchiostro nero; titoli e nomi dei personaggi segnalati in inchiostro rosso; sporadiche annotazioni del copista principale e di un successivo annotatore.
- Decorazione - Nota:
- 1 pagina di incipit (f. 3r); 10 iniziali maggiori istoriate (ff. 3, 24r, 42v, 53v, 74v, 92r, 111v, 128v, 144v, 161r; mm 61x38, media), su campo in foglia d’oro e corpo fitomorfo policromo (rosa, rosso, blu, verde), talvolta accompagnate da fregi fitomorfi policromi (rosa, rosso, blu, verde) con globi aurei e minute decorazioni a inchiostro bruno; numerose iniziali filigranate in rosso con filigrana viola, in blu con filigrana rossa; capilettera a bandiera toccati di giallo; segni di paragrafo in rosso e in blu.
- Legatura -Nota:
- Su quadranti in cartone e rivestita in vitello naturale, con quattro legacci di cotone bianco, due per piatto; sul dorso doppia indicazione della segnatura "1671" e "Pal.lat.1671" e, a inchiostro bruno, "Seneca / Tragoediae"; sovraccoperta in cartoncino verde.
- Stato di conservazione:
- Ottimo.
- Segnature di fascicoli:
- Numerica e a colore, inizia in basso a sinistra sul verso del primo foglio del fascicolo e prosegue in basso a destra su recto del secondo foglio.
- Verba reclamantia:
- Costanti, al centro del margine inferiore, sul verso, con semplici decorazioni a inchiostro nero.
- Nota:
- Nella scheda di Manuscrits classiques, I.2, pp. 326-328, è stata riportata, letta alla lampada di Wood almeno in parte, la nota erasa a f. 194v: "Iste traged/// Iohannis Miani (?) filii domini Petri". Sul medesimo foglio sono inoltre presenti note in ebraico. Il manoscritto appartiene al ramo A della tradizione testuale delle Tragedie di Seneca, più diffuso rispetto all’E, che vide dapprima una limitata circolazione, per poi guadagnare, all’inizio del secolo XIV, una parziale fortuna grazie ai preumanisti padovani. La peculiarità della famiglia A (a sua volta bipartita in δ e β) è nell’ordine dei testi senecani e in una serie di oscillazioni ortografiche nei loro titoli; si riportano di seguito gli uni e gli altri, così come compaiono nel ms.: Ercules furens, Thiestes, Thebais, Ypolitus, Edipus, Troas, Medea, Agamenonia, Octavia, Hercules Oeteus (cfr. Vedere i classici, p. 249).
- Altro nome:
- Derolez, Albert [person]
Fugger, Ulrich, 1526-1584 [owner] - Lingua:
- Latino.
- Alfabeto:
- Latino.
Testo del curatore
Di medio formato e confezionato con una pergamena consistente e ruvida al tatto, discretamente lavorata, il manoscritto tramanda le Tragoediae di Seneca, disposte su un’unica colonna, in un’impaginazione che lascia liberi ampi margini, privi di glosse, notabilia o maniculae. L’accuratezza della ‘veste editoriale’ prevede la presenza di iniziali filigranate in rosso e in blu con filigrana in viola o in rosso. Gli incipit delle singole tragedie sono segnalati da iniziali istoriate che introducono il lettore in medias res. Il ciclo illustrativo del Pal. lat. 1671 si discosta però da quanto visibile negli altri codici della tradizione del Seneca miniato, nella quale sono preponderanti una narrazione distesa e un’enfasi sugli aspetti più cruenti degli episodi raccontati (cfr. Fachechi, I classici illustrati, passim; Villa, Le tragedie di Seneca, passim; Fachechi, Il catalogo per autori, passim; Pasut, I miti di Seneca tragico, passim; Cursi, Il Seneca dei Girolamini, pp. 13-38; Perriccioli Saggese, Le miniature del Seneca, pp. 59-79; per altri esemplari analoghi cfr. Pal. lat. 1677, Reg. lat. 1500, Urb. lat. 356, Vat. lat. 1645, Vat. lat. 1647, Vat. lat. 7319). In questo esemplare, al contrario, le lettere maggiori introducono al testo con la sola presenza di figure che evocano il dettato senecano secondo scelte peculiari, originate forse dal rapporto tra l’ordinator e il committente. A f. 3r, all’incipit dell’Hercules furens, Giunone è la sola protagonista, mentre a f. 74v, Edipo ha le sembianze di un moro abbigliato da magister; a f. 111v, Medea è una donna dalle chiome scarmigliate che invoca il cielo e Ottavia, a f. 144v, è una nobile dama anch’ella rivolta verso il cielo. Si tratta di un aspetto molto interessante poiché, se si estrapolassero le immagini dal codice, difficilmente si riuscirebbe ad associarle alle Tragoediae di Seneca, tanto sono generiche e prive di qualsiasi immediato aggancio figurativo con il testo.
L’apparato illustrativo può essere assegnato a un maestro di educazione padano-veneta, come dimostra la facies dei fregi fitomorfi, dalle volute rigogliose e ordinate (cfr., tra gli altri, il catalogo La miniatura a Padova); così come un’analoga intonazione si può ravvisare nella realizzazione delle iniziali, con l’impiego di una tavolozza pittorica per lo più opaca e stesa per campiture appena chiaroscurate.
È possibile che il Iohannes Miani che lascia la sua nota di possesso a f. 194v sia il figlio di Pietro, politico veneziano che poi intraprese la carriera ecclesiastica fino a diventare, nel 1409, vescovo di Vicenza. Questi fu un uomo colto e collezionista di manoscritti, anche in greco, lingua che gli era nota probabilmente per il tramite di Emanuele Crisolora; fu proprio Pietro Miani a far «conoscere a umanisti come» Leonardo Bruni e Ambrogio Traversari libri in questa lingua (Moro, Emiliani, Pietro, pp. 605-607). Se di lui si hanno poche notizie, la prima «certa […] riguarda» proprio «l’acquisto di un Seneca nella vendita di libri già del cancellier grande» Rafaino Caresini nel 1390 (Id., Emiliani, Pietro, pp. 605-607; Carile, Caresini, Rafaino, pp. 80-83). Si tratta solo di una suggestione, ma si potrebbe pensare che il Pal. lat. 1671 sia proprio il codice acquistato da Pietro Miani e poi ereditato dal figlio Giovanni (per il quale cfr. Girgenhson, Il testamento di Pietro Miani, pp. 5-60).
Descrizioni interne
2r-24r
Hercules furens
- Locus:
- 2r-24r
- Titolo supplito:
- Hercules furens
- Titolo uniforme:
- Hercules furens (Seneca, Lucius Annaeus, 5/4 a.C.-65 d.C.) and Argumentum in Senecae Herculem furentem (Trevet, Nicolaus, O.P., c. 1258- c. 1334)
- Nota:
- al f. 2r-v è presente l'argumentum in Herculem furentem di Nicolaus Trevet.
- Lingua:
- Latino.
- Alfabeto:
- Latino.
24r-42r
Thyestes
42r-53r
Thebais
53r-74r
Hippolytus
74r-91v
Oedipus
91v-111r
Troas
111r-128r
Medea
128r-144v
Agamemnon
144v-160v
Octavia