La Biblioteca di un 'principe umanista' Federico da Montefeltro e i suoi manoscritti [di M.G. Critelli]

Maestro del Curzio Rufo Urbinate

sec. XV ex

Urb.lat.427

Anonimo miniatore così denominato da Cecilia Martelli, che individua la sua attività nell’alveo dei cosiddetti Maestri dello scriptorium urbinate. Il ms. eponimo è l’Urb. lat. 427, contenente appunto il De gestis Alexandri Magni di Curzio Rufo, attraverso il quale è possibile stabilire un catalogo, piuttosto cospicuo, di codici assegnabili a questo artefice. Si tratta di mss. urbinati, come i Urb. lat. 401, 402, 403, 405, 406, che condividono un linguaggio basato sul reiterarsi di alcuni stilemi; il Maestro adotta infatti, mescolandola sulla pagina, una serie di elementi di provenienza diversa, in una sorta di patchwork ben orchestrato e originale nella sua facies finale: l’antiporta à la fiorentina, con clipeo maggiore e tutt’intorno la ghirlanda fitofloreale con bottoni aurei cigliati; il cappio intrecciato dai colori intensi di derivazione ferrarese, impiegato soprattutto per le iniziali; i fregi a bianchi girari, fiorentini o di gusto romano, abitati da putti e animali; e ancora l’alternanza tra lauro e bacche rosse nelle corone, le cornucopie cariche di frutta, i castoni preziosi. Insieme ai codici già citati, il Maestro lavora anche al celebre Vitr. 22-1 di Madrid, Biblioteca Nacional de España, contenente il Canzoniere e i Trionfi di Petrarca, realizzato proprio per Federico da Montefeltro in collaborazione con Bartolomeo della Gatta, che si occupa invece delle parti figurative.

MARTELLI, Il Petrarca miniato, pp. 2-22; MARTELLI, The Production of Illuminated Manuscripts, pp. 41-49; MARTELLI, I codici di produzione urbinate, pp. 69-77; MARTELLI, Scheda nr. 8, pp. 169-173.