La Biblioteca di un 'principe umanista' Federico da Montefeltro e i suoi manoscritti [di M.G. Critelli]

Il ritratto di Federico

Gli Urb. lat. 410, 491, 740 e 883 (databili ante 1474) ospitano tutti ritratti equestri del conte di Urbino: ad apertura di codice, nell’antiporta o nella pagina di incipit, è raffigurato l’uomo d’arme, che incede secondo una immediata suggestione classica, di profilo. In questi codici il ritratto è strettamente legato al testo e funge da celebrazione delle vittorie militari – Rimini (Urb. lat. 883) e Volterra (Urb. lat. 491) – e delle imprese politico-diplomatiche feltresche: Federico è rappresentato di fronte al sovrano di Persia, che evoca la figura del re Ciro presente nell’opera senofontea di cui il codice è latore (Urb. lat. 410), ma anche quella di Uzun Hasan (c. 1420-1478), con il quale il signore di Urbino condivideva l'impegno nel constrastare il comune nemico turco (cfr. Piemontese, L'ambasciatore di Persia, p. 543; sui ritratti miniati di Federico cfr. Paniccia, L'icona di un principe, pp. 86-94).

Urb. lat. 410, f. 1r

{
  "data": [
    {
      "manifestUri": "https://digi.vatlib.it/iiif/MSS_Urb.lat.410/manifest.json"
    }
  ],
  "layout": "{\"type\":\"row\",\"depth\":0,\"value\":0,\"x\":3,\"y\":3,\"dx\":1252,\"dy\":562,\"address\":\"row1\",\"id\":\"a41ab62d-ef8f-4cba-b020-687decd75525\"}",
  "mainMenuSettings": {
    "show": false,
    "buttons": {
      "bookmark": false,
      "layout": true,
      "options": false,
      "fullScreenViewer": true
    }
  },
  "windowObjects": [
    {
      "slotAddress": "row1",
      "viewType": "ImageView",
      "canvasID": "https://digi.vatlib.it/iiif/MSS_Urb.lat.410/canvas/p0005",
      "loadedManifest": "https://digi.vatlib.it/iiif/MSS_Urb.lat.410/manifest.json",
      "sidePanelVisible": false,
      "windowOptions": {
        "osdBounds": {
          "x": 354.09974277692595,
          "y": 364.7491515786162,
          "width": 1138.181818181818,
          "height": 479.99999999999994
        }
      }
    }
  ],
  "windowSettings": {
    "availableViews": [
      "ThumbnailsView",
      "ImageView",
      "ScrollView",
      "BookView"
    ],
    "viewType": "ImageView",
    "bottomPanel": true,
    "bottomPanelVisible": true,
    "sidePanel": true,
    "sidePanelOptions": {
      "toc": true,
      "annotations": false,
      "tocTabAvailable": true,
      "layersTabAvailable": false,
      "searchTabAvailable": false
    },
    "sidePanelVisible": true,
    "overlay": true,
    "canvasControls": {
      "annotations": {
        "annotationLayer": true,
        "annotationCreation": true,
        "annotationState": "off",
        "annotationRefresh": false
      },
      "imageManipulation": {
        "manipulationLayer": true,
        "controls": {
          "rotate": true,
          "brightness": true,
          "contrast": true,
          "saturate": true,
          "grayscale": true,
          "invert": true,
          "mirror": false
        }
      }
    },
    "fullScreen": true,
    "displayLayout": false,
    "layoutOptions": {
      "newObject": true,
      "close": false,
      "slotRight": true,
      "slotLeft": true,
      "slotAbove": true,
      "slotBelow": true
    }
  }
}
Urb.lat.491_0012_cr_0002v_m.jpg
Urb. lat. 491, f. IIv

La ritrattistica ufficiale suole raffigurare Federico di profilo da sinistra, evitando così di dover rappresentare l’occhio destro, perso a causa di una scheggia di lancia che lo colpì durante un torneo in onore di Francesco Sforza, da poco diventato duca di Milano; fu per questo motivo che, per non ostacolare la vista dell’occhio sinistro, si fece tagliare la parte superiore del naso, che diventò così un suo tratto caratteristico. Vi sono tuttavia alcuni casi, eccezionali, in cui egli viene ritratto di profilo da destra, come se avesse l’occhio perduto; ne sono un esempio gli Urb. lat. 273, 491 e 508. L’Urb. lat. 93 lo raffigura invece in modo inconsueto quasi di prospetto, attempato e dimesso, con l’occhio destro chiuso – per sottolineare l’infermità –, nell’atto devoto di togliersi il cappello (nella miniatura tabellare sottostante sono rappresentati la Vergine e san Bernardo; cfr. Garzelli, I miniatori fiorentini p. 117; Labriola, Scheda nr. 3, p. 152).

Un’intonazione dal sapore numismatico è invece ravvisabile nei ritratti presenti negli Urb. lat. 273, 352, 1193 – seppure, in quest’ultimo caso, in associazione semantica con il condottiero; qui il ritratto è incollato (su f. 3r) in una raccolta di scritti in lode del duca, curata da Federico Veterani, che pose l’effigie di Federico sotto una tenda militare probabilmente da lui stesso disegnata e circondata da alcuni ornamenti, due putti e una rovere araldica, vergandovi accanto alcuni suoi versi in lode del signore di Urbino.

Urb.lat.273_0011_fa_0004r_ritrattoII.jpg
Urb. lat. 273, f. 4r, part.
Urb.lat.93_0020_fa_0007v_ritratto.jpg
Urb. lat. 93, f. 7v, part.
Urb.lat.352_0009_fa_0002r_ritratto.jpg
Urb. lat. 352, f. 2r, part.

Urb. lat. 508, controguardia anteriore

{
  "data": [
    {
      "manifestUri": "https://digi.vatlib.it/iiif/MSS_Urb.lat.508/manifest.json"
    }
  ],
  "layout": "{\"type\":\"row\",\"depth\":0,\"value\":0,\"x\":3,\"y\":3,\"dx\":1252,\"dy\":562,\"address\":\"row1\",\"id\":\"e41ced78-cb10-4fe0-997d-6bd8376d4cae\"}",
  "mainMenuSettings": {
    "show": false,
    "buttons": {
      "bookmark": false,
      "layout": true,
      "options": false,
      "fullScreenViewer": true
    }
  },
  "windowObjects": [
    {
      "slotAddress": "row1",
      "viewType": "ImageView",
      "canvasID": "https://digi.vatlib.it/iiif/MSS_Urb.lat.508/canvas/p0002",
      "loadedManifest": "https://digi.vatlib.it/iiif/MSS_Urb.lat.508/manifest.json",
      "sidePanelVisible": false,
      "windowOptions": {
        "osdBounds": {
          "x": 623.8111648817317,
          "y": 1108.4626527309024,
          "width": 1138.181818181818,
          "height": 479.99999999999994
        }
      }
    }
  ],
  "windowSettings": {
    "availableViews": [
      "ThumbnailsView",
      "ImageView",
      "ScrollView",
      "BookView"
    ],
    "viewType": "ImageView",
    "bottomPanel": true,
    "bottomPanelVisible": true,
    "sidePanel": true,
    "sidePanelOptions": {
      "toc": true,
      "annotations": false,
      "tocTabAvailable": true,
      "layersTabAvailable": false,
      "searchTabAvailable": false
    },
    "sidePanelVisible": true,
    "overlay": true,
    "canvasControls": {
      "annotations": {
        "annotationLayer": true,
        "annotationCreation": true,
        "annotationState": "off",
        "annotationRefresh": false
      },
      "imageManipulation": {
        "manipulationLayer": true,
        "controls": {
          "rotate": true,
          "brightness": true,
          "contrast": true,
          "saturate": true,
          "grayscale": true,
          "invert": true,
          "mirror": false
        }
      }
    },
    "fullScreen": true,
    "displayLayout": false,
    "layoutOptions": {
      "newObject": true,
      "close": false,
      "slotRight": true,
      "slotLeft": true,
      "slotAbove": true,
      "slotBelow": true
    }
  }
}

Nella controguardia anteriore dell’Urb. lat. 508, Federico è rappresentato quale uomo di lettere: regge con le mani un libro aperto legato in cuoio verde scuro con angoli argentei fermagli e taglio dorato; è a colloquio con un personaggio di dubbia identificazione, forse Cristoforo Landino, autore delle Disputationes Camaldulenses contenute nel codice, con prefazione di dedica a Federico.

Un suo mezzobusto è anche presente sulla legatura del Barb. lat. 4295, appartenuto alla biblioteca urbinate e poi giunto in quella dei Barberini: sono impressi in rilievo due medaglioni contenenti altrettanti ritratti di Federico, gli stessi presenti su una medaglia realizzata nel 1478 da Gianfrancesco Enzola (Hernard, Gianfrancesco Enzola, pp. 10-12), il cui originale è andato perduto ma di cui l’Urb. lat. 1418 conserva una riproduzione incisa su due tondelli di cuoio (cfr. Legature).