Ercole Giraldi
sec. XV med
Poche le notizie sull’artista che si firma «Hercules fecit» nell'Urb. lat. 349; la critica ha voluto riconoscervi Ercole Giraldi (D'Ancona - Aeschlimann, Clemente, p. 48; Ruysschaert, Miniaturistes “romains”, p. 258), sino a oggi miniatore non altrimenti noto se non per aver lavorato, tra il 1486 e il 1491 (in realtà almeno fino al 1492, cfr. infra), per la Compagnia della Morte di Ferrara e per aver forse condiviso la sua precedente attività con Clemente da Urbino (Fachechi, Clemente da Urbino, p. 163), negli anni in cui quest’ultimo era a Roma nell’ambiente di Curia, probabilmente nella cerchia di Iacopo da Fabriano (Pasut, Iacopo da Fabriano, pp. 348-351).
In assenza di altri riscontri e accettando quindi tale linea interpretativa, a proposito del rapporto di Ercole con la Compagnia della Morte, si può leggere quanto scriveva Luigi Napoleone Cittadella nel 1868: «Vi fu pure un Hercules Ziraldi preceptor puerorum, et scriptor del fu Bonomo, che nel 1486 e nel 1491 trovai scritto nei libri amministrativi della Società della Morte qual creditore per la scriptura de uno offitio de nostra dona, che luj scrive per la Compagnia, e così pei sette Salmi; e pare che fosse anche miniatore, perché si trova pure in credito della stessa Compagnia – per fare cinque testezole da morto per metere ale candele bianche che so date ala Illma Madama nostra (cioè la Duchessa), e sua famiglia» (l’alternanza tra tondo e corsivo è nel testo, Cittadella, Documenti ed illustrazioni, p. 181). Nella breve biografia di Pietrobono Citarista, il medesimo erudito annotava inoltre che il celebre musicista morì a Ferrara nel 1497 «come si ha dal Libro della Compagnia della Morte di quell’anno, gubernato per Hercule di Ziraldi Massaro, a C. 89 – A dicto (20 settembre) per lo exequio del Nobile M. Pierobon dal chitarino, fu sepulto a san Dominico» (l’alternanza tra tondo e corsivo è nel testo, Cittadella, Documenti ed illustrazioni, p. 295). È ancora Cittadella a informare che: «Un rogito di Rinaldo Rinaldi del 5 settembre 1528 porta il testamento di un Ziraldi o Giraldi – Egregius vir M. Bartholomeus filius q. Mag. Herculis de Ziraldis scriptor, civis et habitator Ferrariae, in policino S. Antonii» (l’alternanza tra tondo e corsivo è nel testo, Cittadella, Notizie relative a Ferrara, p. 639).
Altro interessante materiale documentario è citato in Lipani, «Con sanctissima pompa», p. 128: «Li omini dela Compagnia dela Morte deno dare […] adì 21 de zenaro lire doe de marchesani per lo coso de capreti dodexe mezani avuti da Maistro Francesco da li Zii, li have maistro Hercule di Ziraldi per scrivere la Pasione de nostro Signore L.2» (Archivio storico diocesano, Ferrara, Confraternita della Morte, Cart. A, Libri Mastri, Reg. Anno 1492, f. 4v); sempre nel medesimo registro, a f. 6r: «E deno dare adì 27 febraro lire tre, soldi 0 de marchesani per tanti che s’eno spixi per parte de uno libro che se scrive de la Pasione del nostro Signore, li quale ave contanti Maistro hercule de Ziraldi nostro fradelo per sua mercede». Da tali stralci di documentazione emerge allora il profilo di un miniatore e scriptor piuttosto noto a Ferrara negli ultimi decenni del Quattrocento, con una posizione rilevante all’interno della Compagnia della quale era anche un membro effettivo (si cfr. l’espressione nostro fradelo); ma, per ora, non è possibile aggiungere di più.
CITTADELLA, Documenti ed illustrazioni, pp. 181, 295; CITTADELLA, Notizie relative a Ferrara, p. 639; D'ANCONA - AESCHLIMANN, Clemente, p. 48; RUYSSCHAERT, Miniaturistes “romains”, p. 258 nt. 75; FACHECHI, Clemente da Urbino, p. 163; LIPANI, «Con sanctissima pompa», p. 128.
Urb. lat. 349, ff. 14r e 31r