Urb.lat.74
Informazioni sul manoscritto
- Resource type:
- Manuscript
- Collection:
- Urb.lat.
- Segnatura:
- Urb.lat.74
- Biblioteca:
- Biblioteca Apostolica Vaticana
- Datazione:
- sec. XV
- Data inizio:
- 1474
- Data fine:
- 1482
- Paese:
- Italia
- Localita:
- Firenze
- Materiale:
- membr.
- Altezza:
- 410
- Larghezza:
- 285
- Numero fogli:
- II. 251. I
- Contenuto:
- "In hoc codice continetur comentum sancti Augustini episcopi super quinqueginta psalmos David prophete" ( f. [II]v).
- Nota generale:
- S. Agostino, Enarrationes in Psalmos 1-50.
Descrizione
- Collazione:
- 26 fascicoli: 1-16 quinioni (ff. 1-10, 11-20, 21-30, 31-40, 41-50, 51-60, 61-70, 71-80, 81-90, 91-100, 101-110, 111-120, 121-130, 131-140, 141-150, 151-160), 17 quaternione (ff. 161-168), 18-25 quinioni (ff. 169-178, 179-188, 189-198, 199-208, 209-218, 219-228, 229-238, 239-248), 26 binione (ff. 249-251 [-1]). Fogli di guardia membranacei (ff. ([I]-[II]; f. [II]v con antiporta miniata; f. [III], guardia posteriore). Bianchi i ff. [I]r-[II]r, 251v.
- Impaginazione:
- Testo su due colonne; rr. 42/ll. 42, la scrittura inizia sopra la prima riga. Rigatura a colore (tipo Derolez 44); tracciata con inchiostro grigio, ad eccezione dei ff. 101-120 dove è marrone chiaro. Presentano rigatura anche il f. 251v, bianco, e la controguardia posteriore. Specchio rigato (f. 15r): 410 (24+6+18+266+96) x 284 (32+6+73+17+74+6+76) mm. Visibili tre fori di costruzione su ciascun foglio, due dei quali lungo il margine interno, rispettivamente al di sopra e al di sotto delle righe delimitanti lo specchio scrittorio, e uno nell’angolo inferiore esterno.
- Foliazione:
- Coeva alla trascrizione del testo, rubricata, nell’angolo superiore destro dei ff. 1-249; in inchiostro di colore bruno ai ff. 250-251; ff. [I], [II], [III] non numerati.
- Scrittura - Nota:
- Umanistica di unica mano in inchiostro bruno. Albinia de la Mare la identifica con quella di «Sinibaldus C.», copista fiorentino attivo intorno alla metà del ’400 e stretto collaboratore di Vespasiano da Bisticci, che firma con il suo nome un unico colophon nell’anno 1461 («[...] Finit. Sinibaldus C. Scripsit. M.CCCCLXI», codice Laur. Fies. 43). De la Mare (New research, p. 432, 537-538 nr. 68; Ead., Vespasiano da Bisticci, p. 90) riconosce la sua mano in 49 mss., tra i quali 15 codici urbinati (Urb. lat. 75, 330, 331, 334, 343, 347, 358, 370, 414, 641, 658, 660, 668, 669 e 881), e propende per la sua identificazione con il notaio fiorentino Ser Sinibaldo di Ser Sozzo Cacciaconti di Volterra, ma non trova prove per confermarlo. Afferma tuttavia che non deve essere identificato con Antonio Sinibaldi, come avviene in Bénédictins du Bouveret, Colophons de manuscrits occidentaux, I, p. 153 nr. 1228. Cf. anche Derolez, La codicologie des manuscrits, I, p. 161 nr. 385 B. Il codice presenta rare glosse marginali della stessa mano (ff. 10v, 13r, 25v, 74v) e due note di mano coeva nel margine esterno del f. 1v, «David nove(m) psalmos edidit» e sotto «Psalmi sunt 150».
- Decorazione:
- Il codice manifesta immediatamente la sua appartenenza alla libraria di Federico da Montefeltro: come accade infatti per la grande maggioranza degli esemplari del fondo Urbinate, il ms. presenta ad apertura il dittico figurativo costituito dall’antiporta e dalla pagina di incipit. A esso lavora Francesco Rosselli, importante miniatore fiorentino al servizio di Vespasiano da Bisticci, attribuzione suggerita da Ada Labriola nel catalogo Ornatissimo codice (Garzelli, I miniatori fiorentini di Federico, p. 129; Galizzi, Rosselli, Francesco, p. 914-916; Labriola, Scheda nr. 3, p. 153; Ead., Repertorio dei miniatori fiorentini, p. 231): il ms. è riconducibile alla “seconda fase cronologica” dell’attività dell’artista, fase che si inaugura con la nomina di Federico di Montefeltro a gonfaloniere della Chiesa, nel 1474. Dopo tale data, infatti, il linguaggio di Rosselli si modulò, da un lato, su un diverso approccio alla decorazione, nella quale si ravvisa una maggiore insistenza sugli aspetti materici, nel tentativo di restituire, traslata sulla pergamena, la vivacità delle diverse lavorazioni proprie dell’arte orafa; dall’altro, sull’adozione dello stilema figurativo del ritratto d’autore a mezzo busto con lo sguardo rivolto altrove.
- Decorazione - Nota:
- 1 antiporta (f. [II]v, mm 220x165) costituita da una corona fiorita policroma (verde, rosa, celeste, giallo-ocra) attorno a un clipeo a doppio listello in oro; al suo interno, linee in scrittura capitale alternativamente in oro e in blu mostrano il contenuto del manoscritto; 1 pagina di incipit (f. 1r), su tre margini fregio fiorito policromo (verde, rosa, celeste) e globi aurei, percorso da un doppio listello, talvolta interrotto da nodi geometrici ed elementi all’antica; esso è intercalato da sei clipei tutti contenenti gli emblemi federiciani (cf. Stemma); al centro del bas-de-page, due putti recano in mano una fiammella e affiancano un clipeo maggiore con lo stemma ducale post 1474, sorretto da un’aquila araldica coronata; 2 iniziali maggiori, una abitata e con corpo in lamina metallica aurea (f. 1r, mm 72x45), su campo verde filigranato in oro, l’altra (f. 2r, mm 60x50) con corpo in foglia d’oro su campo fitomorfo policromo (verde, blu, rosa) e globi aurei; numerose inziali medie (mm 25x20, media) con corpo in foglia d’oro e campite in verde, rosa, blu; numerose iniziali minori calligrafiche in blu; rubricati incipit, explicit, titoli correnti.
- Legatura -Nota:
- Coperta in pelle rossa su quadranti di cartone, decorata con cornice dorata a triplo filetto. Dorso a 7 compartimenti, delimitati da 6 doppi nervi. Nel primo compartimento antica segnatura “112 / VR∙B∙” (cf. Storia) impressa in oro, incorniciata da doppio filetto dorato; negli altri compartimenti elementi araldici (un monte di sei cime sormontato da una stella a sei punte) dello stemma di Alessandro VII (1655-1667) impressi in oro e inseriti in una cornice dorata a doppio filetto. Tagli dorati. La legatura è databile tra il 1657, anno di arrivo dei codici urbinati in Biblioteca Vaticana, e il 1667, anno di morte di papa Alessandro VII. L’“Indice vecchio” descrive una legatura «In Rubro» (cf. Storia).
- Segnature di fascicoli:
- Segnatura a registro nell’angolo inferiore destro del recto dei fogli che compongono la prima metà dei fascicoli, quasi sempre eliminata dalla rifilatura ma visibile ai ff. 169-174 (b1-b5), 179 (c1), 184 (c5), 190 (d2), 192 (d4), 199 (e1), 209 (f1), 214 (f5), 240 (i2) e 241 (i3).
- Verba reclamantia:
- Richiami orizzontali, vergati con lo stesso inchiostro del testo nel margine inferiore del verso dell’ultimo foglio dei fascicoli all’esterno della colonnina di giustificazione.
- Stemma:
- Araldica di Federico da Montefeltro: f. 1r, stemma ducale inquartato, nel I e nel IV d’oro all’aquila di nero coronata nel campo, nel II e nel III bandato d’azzurro e d’oro all’aquila di nero sulla I banda d’oro caricato di un palo centrale di rosso con triregno e chiavi decussate, sormontato dalla corona; clipei con le fiammelle inquartate con le lettere FD, la bombarda rovesciata ed esplodente, l'ermellino con il cartiglio, lo struzzo con il chiodo nel becco e il cartiglio.
- Motto:
- f. 1r, "Non mai", nel filatterio dell'ermellino, scarsamente leggibile; completamente ossidato quello dello struzzo.
- Nota:
- Per questo ms. cf. anche N. Falaschi, Urb. lat. 74, in Catalogo dei codici miniati della Biblioteca Vaticana. II. I manoscritti Urbinati, a cura di S. Maddalo - E. Ponzi, con la collaborazione di C. Paniccia, Città del Vaticano (Studi e testi), in corso di elaborazione.
- Lingua:
- Latino.
- Alfabeto:
- Latino.
- Storia:
- Il codice è appartenuto a Federico da Montefeltro, il cui stemma ducale (post 1474) è presente al f. 1r, ed è registrato nel cosiddetto “Indice vecchio”, compilato intorno al 1487 dal bibliotecario Agapito (Urb. lat. 1761, f. 4r: «Augustinus Hipponensis Ep(iscop)us super L.ta psalmos David. a primo psalmo usque ad Miserere mei Deus. In Rubro»; edito in Stornajolo, Cod. Urb. Graeci, p. LXIV, nr. 42). La collezione dei duchi di Urbino giunse in Vaticana nel 1657. L’antica segnatura “112”, impressa in oro sul primo compartimento del dorso, segnata a penna su lacerto cartaceo incollato sulla controguardia anteriore e nell’angolo superiore interno di f. 1r, è relativa all’inventario vaticano di Stefano Gradi (Urb. lat. 1388, f. 21v; cf. Stornajolo, Cod. Urb. lat. 1001-1779, p. II). Timbri della Biblioteca Apostolica Vaticana ai ff. [II]r, 1r, 249v, 251r.
- Bibliography:
- Stornajolo, Cod. Urb. lat. 1-500, p. 92.
- Altro nome:
- Federico da Montefeltro, duca d'Urbino, 1422-1482 [owner]
Sinibaldus C., c. 1417-1484 [scribe]
Alexander PP. VII, 1599-1667 [person]
Rosselli, Francesco, c. 1448-c. 1513 [artist]
Testo del curatore
Codice di formato medio-grande esemplato con una pergamena di alta qualità molto ben lavorata, già ad apertura è immediatamente manifesta l’appartenenza alla libraria di Federico da Montefeltro: come accade infatti per la grande maggioranza dei codici del fondo Urbinate, il ms. presenta il dittico figurativo costituito dall’antiporta (f. [II]v) e dalla pagina di incipit (f. 1r).
Incluso nel catalogo di Stornajolo (Stornajolo, Cod. Urb. lat. 1-500, p. 92), che ne dava anche una sintetica descrizione dell’apparato decorativo, Annarosa Garzelli lo assegnava in toto a Francesco Rosselli (c. 1448-c. 1513; Garzelli, I miniatori fiorentini di Federico, p. 129). Proveniente da una celebre famiglia fiorentina di artisti – Cosimo Rosselli era il fratello maggiore –, egli si formò forse alla bottega di Francesco di Antonio del Chierico (1433-1484; Bollati, Francesco di Antonio del Chierico, pp. 228-232; Labriola, Scheda nr. 3, pp. 125-126) ed ebbe interessi per l’arte orafa, la cartografia, forse anche per la pittura di grande formato (Galizzi, Rosselli, Francesco, p. 914), tutte attitudini spesso individuabili nelle opere a lui attribuite. Attivo nella decorazione libraria probabilmente fino agli anni ’80, quando divenne miniatore di corte per il re ungherese Mattia Corvino (1458-1490) per poi dedicarsi all’incisione, Rosselli ebbe il suo esordio nell’allestimento dei corali dell’Opera del Duomo di Siena tra il dicembre 1470 e il marzo 1471; quindi passò al servizio dei Medici, per i quali realizzò una serie di esemplari di contenuto classico – cfr. per es. Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut. 84. 1, Plut. 46. 12 – e di libri d’ore, nel decennio successivo – cfr. Monaco di Baviera, Bayerische Staatsbibliothek, Clm 23639; Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Ashb. 1874 (Galizzi, Rosselli, Francesco, p. 915).
A partire dagli anni ’70 del Quattrocento, Vespasiano da Bisticci lo incluse nella cerchia di miniatori che, a più riprese, lavorarono all’accrescimento della libraria di Federico da Montefeltro, della quale l'Urb. lat. 74 è appunto un esemplare. L’attribuzione del codice all’artista fiorentino, con una datazione «post 1474», è suggerita da Ada Labriola in Ornatissimo codice, nel Repertorio dei miniatori fiorentini (Labriola, Repertorio dei miniatori fiorentini, p. 232). Qui ella propone un breve catalogo del miniatore, ulteriormente precisato e discusso nella scheda dell’Urb. lat. 93 (Labriola, Scheda nr. 93, pp. 148-153) e nel suo contributo I miniatori fiorentini, pp. 53-67. L'Urb. lat. 74 è uno dei codici riconducibili alla «seconda fase cronologica» dell’attività della bottega di Rosselli, che si inaugura con la nomina di Federico di Montefeltro a gonfaloniere della Chiesa, vale a dire dopo l’agosto del 1474 – come dimostra anche lo stemma caricato del palo. Dopo tale data, infatti, il linguaggio di Rosselli si modulò su un diverso approccio alla decorazione, nella quale si ravvisa una maggiore insistenza sugli aspetti materici, nel tentativo di restituire, traslata sulla pergamena, la vivacità delle diverse lavorazioni proprie dell’arte orafa; ne sono un esempio a f. 1r il doppio listello che si apre in nodi a fondo policromo a simulare smalti o castoni (come farebbe pensare il tocco di bianco o di giallo che rialza la superficie, conferendole in tal modo un effetto di tridimensionalità); o il trattamento dei fondi nei clipei con le insegne federiciane, disseminati di puntini in oro, come fossero una lamina punzonata; o ancora il campo su cui si dispone l’iniziale maggiore I di Iste liber, a imitazione di una superficie lavorata a incisione. Questa seconda fase appare inoltre connotata dall’adozione del ritratto dell’autore a mezzo busto con lo sguardo spesso rivolto altrove, tutti elementi ravvisabili in un gruppo omogeneo di Urbinati, come gli Urb. lat. 29, Urb. lat. 33, Urb. lat. 50, Urb. lat. 136, che tuttavia talvolta rivelano una discontinua resa degli aspetti fisionomici (cfr., per esempio, l’esemplare 33 con il 136).
Descrizioni interne
1v-2r
In primum psalmum adnotatio.
2r-249v
Aurelii Augustini Hipponensis episcopi super quinqueginta psalmos David prophete
- Locus:
- 2r-249v
- Titolo:
- Aurelii Augustini Hipponensis episcopi super quinqueginta psalmos David prophete
- Titolo supplito:
- Enarrationes in psalmos 1-50
- Titolo uniforme:
- Enarrationes in Psalmos (Augustinus, s., vesc. d'Ippona, 354-430). 1-50
- Incipit testo:
- Beatus vir qui non abiit [...]. De Domino nostro Iesu Christo hoc est
- Explicit testo:
- Deus de illo exigit suam
- Nota:
- Il titolo presente si trova al f. 1r e precede il prologo e l'"adnotatio".
- Lingua:
- Latino.
- Alfabeto:
- Latino.
- Fonte:
- IAM11
1r-v
Prologus.
250r-251r
Tabula sancti Augustini episcopi in eius expositione primae partis psalterii videlicet super quinquaginta psalmos David profetae