La Biblioteca di un 'principe umanista' Federico da Montefeltro e i suoi manoscritti [di M.G. Critelli]

Finalità

Il percorso tematico presenta una piccola ma rappresentativa selezione della biblioteca di Federico da Montefeltro, ovvero del nucleo iniziale di origine quattrocentesca della collezione urbinate. Sono stati scelti 33 codici rappresentativi della raccolta per vari aspetti – contenutistico, codicologico-paleografico, storico-artistico –, selezionando sia manoscritti molto famosi sia manoscritti poco noti: Urb. lat. 1-2, 9, 10, 52, 74, 136, 151, 185, 187, 248, 250, 264, 281, 324, 326, 328, 337, 349, 350, 365, 410, 419, 420, 427, 491, 651, 681, 899, 1221, 1324, Urb. gr. 2 e 136.

La selezione è avvenuta sulla base dei seguenti criteri:

  • presenza nell’Indice vecchio; fa eccezione il solo Urb. lat. 899, che non è noto quando entrò a far parte della collezione, ma che nella particolare modalità di racconto della cerimonia nuziale tra il signore di Pesaro Costanzo Sforza e Camilla d’Aragona risulta rappresentativo di quel mondo cortigiano in cui lo stesso Federico, cognato dello sposo, è personaggio descritto tra gli invitati in una posizione di privilegio;
  • contenuto rappresentativo delle principali materie che costituivano la collezione;
  • luogo di produzione dei manoscritti, per dar conto del ruolo avuto da Firenze e da scribi attivi per la bottega di Vespasiano da Bisticci, soprattutto in una prima fase, e da copisti di corte e artisti di area centrosettentrionale, padano-veneta e urbinate; particolare rilievo è stato dato a due personalità importanti per la collezione federiciana, quali Federico Veterani e Matteo Contugi, dei quali si sono scelti diversi codici.

La descrizione dei manoscritti selezionati si articola su tre livelli:

  • metadati descrittivi (segnatura, datazione, luogo di produzione [Paese, Regione, Località], materiale, dimensioni, numero dei fogli, collazione, impaginazione, foliazione, scrittura, colophon, decorazione, legatura, segnature dei fascicoli, verba reclamantia, stemmi, motti, storia del manoscritto, contenuto [autore, titolo presente, titolo uniforme, incipit, explicit, edizione]);
  • nota critica relativa agli aspetti storico-artistici del codice, nella quale si presentano anche nuove eventuali ipotesi o proposte critiche, scaturite dalle indagini condotte durante gli anni di svolgimento del progetto;
  • digitalizzazione arricchita da annotazioni relative ad elementi ritenuti significativi (ad esempio miniature, colophon, note, antiche segnature, stemmi ed emblemi).