Paleografia greca dall'Antichità al Rinascimento [di T. Janz]

L’alfabeto della minuscola greca

Mellon 03J Minuscule alphabet.jpg

(I tratti intermittenti indicano estensioni "facoltative" che servono a evitare eventuali ambiguità; per il significato dei punti rossi e blu, si veda l'Introduzione alla minuscola.)

Alpha: È ironico che il tratteggio di alpha minuscola, in quasi tutti i manoscritti bizantini, assomigli a quello della nostra a corsiva, mentre la alpha moderna a forma di pesce è una affettazione degli scribi greci eleganti del Cinquecento che deve la sua successiva fortuna al fatto che andava di moda proprio al momento in cui si crearono le prime tipografie greche.

Beta: Probabilmente la lettera che più si presta a confusione nell'alfabeto minuscolo greco, perché molto diverso dalla β che si usa oggi, e anche perché si confonde facilmente con kappa e con hypsilon, dalla quale però si distingue per la coda a destra sulla linea base che di solito si connette alla lettera successiva.

Epsilon: Benché derivata da una forma corsiva che si scriveva senza alzare la penna dal supporto, nelle mani librarie questa lettera viene generalmente scritta in almeno due tempi, o come una sigma a cui si aggiunge il tratto obliquo in alto, o come una L posta sulla linea alta alla quale si aggiunge poi l'occhiello.

Zeta: Oltre alla forma tondeggiante che si vede qui, può anche rivestire una forma a zigzag angoloso.

Eta: Se scritto in modo trascurato, si confonde facilmente con kappa. Nelle scritture recenti il tratto ascendente tende ad accorciarsi, producendo alla fine la forma η che conosciamo oggi.

Iota: Molti scribi usano sistematicamente l'estensione "facoltativa" sotto la linea base, per evitare eventuali ambiguità.

Kappa: Se scritto in modo trascurato, si confonde facilmente con eta o anche con beta.

Ny: Varianti più recenti e corsiveggianti di questa lettera, in cui si passava senza alzare la penna direttamente dal tratto discendente a quello ricurvo, diedero luogo alla ny a forma di v che si utilizza oggi.

Csi: Come zeta, si presenta spesso angolosa anziché tondeggiante e in quel caso assomiglia volentieri alla "pausa semiminima" della nostra notazione musicale.

Sigma: Poiché manca la divisione fra le parole nella minuscola greca antica, vi manca naturalmente anche la "sigma finale". La sigma maiuscola (lunata), di cui la moderna sigma finale è una variante, fu introdotta gradualmente nella scrittura minuscola (insieme ad altre lettere maiuscole) a partire dalla fine del IX secolo.