Urb.lat.651
Manuscript information
- Resource type:
- Manuscript
- Collection:
- Urb.lat.
- Shelfmark:
- Urb.lat.651
- Library:
- Biblioteca Apostolica Vaticana
- Date:
- sec. XV med
- Dated Mss:
- 1471
- Country:
- Italia
- Place:
- Urbino
- Support:
- membr.
- Height:
- 284
- Width:
- 192
- Extent:
- II. 136. I
- Content:
- "Terrentii [sic] Afri comici poetae clarissimi comoediarum liber incipit foeliciter" (f. 2r).
- Overview:
- Terenzio, Comoediae.
Description
- Collation:
- 15 fascicoli: 1 foglio (f. 2, solidale alla controguardia), 1-3 quinioni (ff. 3-12, 13-22, 23-32), 4 quaternione (ff. 33-40), 5-7 quinioni (ff. 41-50, 51-60, 61-70), 8 senione (ff. 71-82), 9 quinione (ff. 83-92), 10 quaternione (ff. 93-100), 11-13 quinioni (ff. 101-110, 111-120, 121-130), 14 quaternione (ff. 131-137 [-1]). Fogli di guardia membranacei (ff. [I], 1, 138) bianchi, come anche f. 137.
- Layout:
- Testo a piena pagina; rr. 27/ll. 26, la scrittura inizia sotto la prima riga. Rigatura a colore (tipo Derolez 12). Specchio rigato (f. 15r): 284 (36+168+80) x 192 (27+108+57) mm. Visibili due fori di squadratura nel margine inferiore e uno sul margine esterno, in corrispondenza della rettrice maggiore (es. ff. 15, 21, 81).
- Foliation:
- Manuale, apposta in inchiostro bruno nell’angolo superiore destro dei ff. 1-138; il primo foglio di guardia anteriore non è numerato, il secondo è numerato "1" e il foglio di guardia posteriore è numerato "138". L’attuale f. 136 presenta come unicum una foliazione più antica, 134, poi corretta.
- Writing - Note:
- Umanistica di mano di Federico Veterani, copista di Federico da Montefeltro; discussa è la sua attività di miniatore. Egli fu inoltre autore di componimenti e versi d’occasione in latino e italiano. Insieme a Matteo Contugi fu uno dei copisti più noti e attivi alla corte di Urbino. Nella nota apposta sotto il colophon (cf. Storia) Veterani afferma che questo manoscritto fu il primo da lui copiato, quando era adolescente, sebbene rivendichi lo stesso primato in una nota aggiunta al f. 161r dell’Urb. lat. 419, datato 1471 o 1472 («Scriptum Eugubii, in eius magnificentissima curia, fuitq(ue) hoc volumen in ordine scribendi p(ri)mum, et post hoc multa quoq(ue) exaravi bona cum gratia optimaq(ue) mercede ill(ustrissi)mi eiusdem ducis [...]»). In una nota all’Urb. lat. 351 afferma di aver vergato più di 60 manoscritti e che questo fu l’ultimo codice da lui esemplato, a causa della morte di Federico («et cu(m) circiter sexaginta volumina exaraverit ultimu(m) hoc fuit ob principis interitu(m) cuius eterne dolendu(m) est», f. CCCLXXXIIr). Morì sicuramente dopo il 1526 poichè nell’Urb. lat. 324 (f. 216v) ricorda la morte di Elisabetta Gonzaga, avvenuta quell’anno. Per tutte le sue sottoscrizioni cf. Bénédictins du Bouveret, Colophons de manuscrits occidentaux, II, p. 123-126, nrr. 4518-4544; de la Mare, New research, p. 449 nt. 224; Derolez, La codicologie des manuscrits, I, p. 136 nr. 119 e II, p. 132-138. Cf. inoltre Stornajolo, Cod. Urb. Graeci, p. XXIV-XXVIII; Clough, Federigo Veterani, p. 772-783; Fachechi, Federico Veterani, p. 989; Fumian, Autografia, prassi di bottega, p. 55-66. Il codice presenta alcune note marginali di mano del copista (es. f. 4r-v), che a volte interviene per aggiungere passi saltati per errore (es. f. 29v, dove è stata tracciata anche la rigatura per la nota, e f. 88r). Una sola manicula (f. 92r).
- Decoration:
- Il ms. è molto noto alla critica poiché è parte di quel corpus collegato all’attività di Federico Veterani, copista di Federico da Montefeltro. Se la sua attività di copista è ormai un fatto condiviso dagli studiosi, controversa rimane invece la questione del “Veterani miniatore”: nell’Urb. lat. 420 e nell’Urb. lat. 651 egli afferma di essersi occupato anche della decorazione (cf. Storia). In ragione di ciò, la critica gli ha a lungo attribuito, nelle vesti di artista, entrambi i codici appena citati e quindi anche l’Urb. lat. 419, non separabile dall’Urb. lat. 420, per ragioni testuali e illustrative (Fachechi, Veterani, Federico, p. 989-990; Martelli, Miniatore attivo a Urbino, p. 196-199; Ead., I codici di produzione urbinate, p. 73). Per confronto stilistico, inoltre, si associa alla figura di Veterani miniatore un cospicuo gruppo di codici urbinati (per esempio i mss. Urb. lat. 423, 424, 425, 452, 487). Un corpus di esemplari che condivide, seppure con alcuni scarti e alcune differenze di impostazione e spesso con imprecisioni nel disegno, un medesimo linguaggio decorativo, costruito sull’impiego di fregi a bianchi girari abitati da putti e da volatili, su un ampio uso della lamina metallica aurea, su gallerie di ritratti e su fasce variamente illustrate – solitamente collocate nelle pagine di incipit – a introdurre figurativamente il testo. È possibile tuttavia che, secondo recenti e condivisibili riflessioni critiche (Fumian, Autografia, prassi di bottega, p. 58), le due indicazioni del copista debbano mettersi in relazione non all’attività miniatoria, bensì a quella di calligrafo e di rubricator. È quindi più verosimile pensare che l’intervento decorativo nel ‘catalogo veteraniano’ sia da ricondurre all’attività di anonimi maestri, probabilmente collegati allo scriptorium di palazzo – una ‘struttura’ per la produzione miniata, sulla quale, tuttavia, le conoscenze sono ancora esigue –, ipotesi questa che giustificherebbe anche le piccole variazioni, le incertezze di stile e di approccio alla pagina.
- Decoration - Note:
- 1 pagina di incipit (f. 3r), occupata su quattro margini da un fregio a bianchi girari su fondo policromo (blu, verde, rosa) e globi aurei cigliati, abitato da volatili, insetti, felini, puttini alati e giocosi e percorso da un listello in foglia d’oro che si apre a ospitare, nel margine superiore l’aquila feltresca, nel laterale esterno la bombarda rovesciata ed esplodente, a bas-de-page il clipeo laureato con lo stemma inquartato e affiancato da due genietti alati; la pagina è completata dalla rubrica in scrittura capitale in lettere alternativamente in oro e in blu e da cinque linee in scrittura distintiva, pari all’estensione in altezza dell’iniziale maggiore. 8 iniziali maggiori (ff. 2r, 3r, 26v, 51r, 74v, 96r, 115r; mm 45x38, media), spesso accompagnate da scrittura distintiva, a bianchi girari su fondo policromo (blu, rosso, verde) con corpo in foglia d’oro e globi aurei cigliati. 11 iniziali medie (mm 30x28, media) talora accompagnate da scrittura distintiva, di due tipologie decorative, 7 a bianchi girari su fondo policromo (blu, rosso, verde) con corpo in foglia d’oro e globi aurei cigliati (ff. 26r, 28r, 50v, 51r, 114v), 4 campite in rosso, in blu, in verde con decorazioni a biacca e corpo in lamina metallica aurea e globi cigliati ugualmente aurei (ff. 74r, 95v). Numerose iniziali minori in tutto il ms. (mm 20x20 c.), di tre tipologie decorative, a bianchi girari su fondo policromo (blu, rosso, verde) con corpo in foglia d’oro e globi aurei cigliati, oppure campite in blu, in rosso, in verde puntinate a biacca e con corpo in lamina metallica aurea, o calligrafiche in rosso e in blu. Rubriche in scrittura capitale, sia in lettere alternativamente in oro e in blu sia in rosso; rubricati i titoli correnti, i nomi dei personaggi anche sotto forma di sigle all’interno del testo; a f. 15v l’iniziale minore non è stata realizzata.
- Binding - Note:
- Coperta in pelle marrone, decorata con cornice dorata a triplo filetto. Dorso a 6 compartimenti, delimitati da 5 doppi nervi. Nel primo compartimento antica segnatura “780 / VR∙B∙” (cf. Storia) impressa in oro, incorniciata da doppio filetto dorato; nei compartimenti dal terzo al sesto elementi araldici (6 monti sormontati da stella) dello stemma di Alessandro VII (1655-1667) impressi in oro. Tagli dorati. La legatura è databile tra il 1657, anno di arrivo dei codici urbinati in Biblioteca Vaticana, e il 1667, anno di morte di papa Alessandro VII. L’“Indice vecchio” descrive una legatura «In Rubro» (cf. Storia).
- Signatures:
- Numerazione da 1 a 5 nell’angolo inferiore destro del recto dei fogli che costituiscono la prima metà dei fascicoli, spesso eliminata dalla rifilatura, es. 2-5 (ff. 4-7), 4 (f. 16), 1-5 (ff. 23-27). Numerazione da I a XIII, con cifre romane precedute dalla lettera Q, apposta apposta nell’angolo inferiore destro del verso dell’ultimo foglio dei fascicoli, di seguito ai richiami; tale indicazione, su imitazione di modelli antichi, ricorre in diversi codici vergati da Veterani (es. Urb. lat. 326, 349, 419, 420; cf. Derolez, La codicologie des manuscrits, I, p. 40, 42).
- Catchwords:
- Richiami verticali nel senso alto-basso, vergati con lo stesso inchiostro del testo nel margine inferiore del verso dell’ultimo foglio dei fascicoli in corrispondenza della riga di giustificazione.
- Heraldry:
- Araldica di Federico da Montefeltro: f. 3r, stemma inquartato, nel I e nel IV d’oro all’aquila di nero, nel II e nel III bandato d’azzurro e d’oro, ma privo dell’aquila di nero sulla I banda d’oro; accompagnato dalle lettere CF; aquila coronata feltresca; bombarda rovesciata ed esplodente.
- General note:
- Ogni commedia è introdotta dalle Periochae di Sulpicio Apollinare e seguita dalla formula del revisore Calliopio ("Ego Calliopius recensui"), assente solo al termine dell'Heautontimorumenos. and Per questo ms. cf. anche M. Peruzzi, Urb. lat. 651, in Catalogo dei codici miniati della Biblioteca Vaticana. II. I manoscritti Urbinati, a cura di S. Maddalo - E. Ponzi, con la collaborazione di C. Paniccia, Città del Vaticano (Studi e testi), in corso di elaborazione.
- Language:
- Latino.
- Alphabet:
- Latino.
- Colophon:
- Al f. 136v: "Terrentii [sic] Afri comici poetae clarissimi comoediarum liber explicit feliciter 1471 laus Deo"; testo rubricato, tranne l'anno, vergato in inchiostro bruno. Cf. Bénédictins du Bouveret, Colophons de manuscrits occidentaux, II, p. 126 n. 4540.
- History:
- Si tratta del primo codice datato copiato a Urbino per Federico da Montefeltro (cf. de la Mare, New research, p. 449 nt. 221). Il copista è Federico Veterani, che lo realizzò nel 1471; al f. 3r si trova lo stemma inquartato. La nota aggiunta sotto al colophon (f. 136v: «Divo principi Federico Mon(te)fel(trensi) Urbini comiti qui postea dux a Sixto pont(ifice) 4° creatus est, ego Federicus Veteranus Urbinas transcripsi: et hic liber fuit primus qui alios complures transcribendi causam dedit: et tanti principis liberalitatem mihi conquisivit: cum in dies pulcriora conscripserim: et minio decoraverim») risale invece almeno al 1474, anno in cui il suo signore ottenne il titolo ducale menzionato nella stessa nota: Veterani infatti, in età avanzata, «soprattutto negli anni dopo la morte del duca Federico, amava postillare i libri della biblioteca ducale specialmente con richiami alla vita e alle imprese del signore da lui venerato» (Michelini Tocci, I due manoscritti, p. 211 n. 3). Sulla base di questa nota, è stata attribuita a Veterani un’attività di miniatore, a cui farebbe riferimento anche un’altra nota di sua mano vergata al f. 1r dell’Urb. lat. 420 lungo il margine inferiore («Manu mei Federici Veterani Urbinatis q(ui) hunc scripsi et hoc minio decoravi du(m) adhuc adolescens essem»; cf. da ultimo Fachechi, Veterani Federico, p. 989). È stato tuttavia osservato come l’espressione “minio decorare”, utilizzata in entrambi i casi da Veterani, indicherebbe un intervento tipico di un copista nella realizzazione di rubriche, titoli o iniziali con l’utilizzo del minio, «piuttosto che un intervento, più consono a un miniatore, nella decorazione di pennello vera e propria, in riferimento alla quale, solitamente, prevale nelle firme dei miniatori l’impiego delle forme “fecit”, “pinxit”, “hoc opus est”» (cf. Fumian, Autografia, prassi di bottega, p. 58). Il codice è registrato nel cosiddetto “Indice vecchio”, compilato intorno al 1487 dal bibliotecario Agapito (Urb. lat. 1761, f. 73v: «Terentii Aphri Comici Excellentissimi Comoediae. In rubro»; edito in Stornajolo, Cod. Urb. Graeci, p. CXXIII, nr. 518). Al f. 3r, nel margine inferiore, è presente lo stemma di Federico. La collezione dei duchi di Urbino giunse in Vaticana nel 1657. L’antica segnatura “780”, impressa in oro nel primo comparimento del dorso e segnata a penna a f. 2r nell’angolo superiore interno, è da riferire all’inventario vaticano di Stefano Gradi (Urb. lat. 1388, f. 70r; cf. Stornajolo, Cod. Urb. lat. 1001-1779, p. XII). Timbri della Biblioteca Apostolica Vaticana ai ff. 2r, 3v, 136v.
- Bibliography:
- Stornajolo, Cod. Urb. lat. 501-1000, p. 167; Michelini Tocci, I due manoscritti urbinati, p. 206-257; Manuscrits classiques, II.2, p. 624-625; IAM42.1; IAM42.4.
- Other name:
- Federico da Montefeltro, duca d'Urbino, 1422-1482 [owner]
Alexander PP. VII, 1599-1667 [person]
Veterani, Federico, m. dopo il 1526 [scribe]
Maestri dello scriptorium di Federico da Montefeltro, sec. XV [artist]
Curatorial narrative
Manoscritto in formato medio-piccolo e dalla pergamena di qualità e ben lavorata, l'Urb. lat. 651 è molto noto alla critica poiché è parte di quel corpus collegato all’attività di Federico Veterani, copista e di Federico da Montefeltro. A f. 136v, l’explicit rubricato è intercalato, in inchiostro bruno, dalla data MCCCCLXXI; segue, dopo la Laus Deo, una lunga nota aggiunta da Veterani in un momento successivo, nella quale, oltre ad affermare che questo è il primo codice da lui trascritto (indicazione peraltro replicata nell'Urb. lat. 419), egli aggiunge che minio decoraverim (così come nell'Urb. lat. 420, minio decoravi, f. 1r). Se la sua attività di scriptor è ormai un fatto condiviso dagli studiosi, controversa rimane invece la questione del “Veterani miniatore”; in ragione delle espressioni appena riportate, la critica gli ha infatti a lungo attribuito, nelle vesti di artista, sia il ms. 651 sia gli Urb. lat. 419 e 420.
Per confronto stilistico, inoltre, si associa alla figura di Veterani miniatore un cospicuo gruppo di codici urbinati, come per esempio gli Urb. lat. 423, 424, 425, 452 (Fachechi, Veterani, Federico, pp. 989-990; Martelli, Miniatore attivo a Urbino, pp. 196-199; Martelli, I codici di produzione urbinate, p. 73). Un corpus di esemplari che condivide, seppure con alcuni scarti e alcune differenze di impostazione e spesso con imprecisioni nel disegno, un medesimo linguaggio decorativo, costruito sull’impiego di fregi a bianchi girari abitati da putti e da volatili, su un ampio uso della lamina metallica aurea, su gallerie di ritratti e su fasce variamente illustrate – solitamente collocate nelle pagine di incipit – a introdurre figurativamente il testo.
È possibile tuttavia che le due indicazioni di Veterani – minio decoravi e minio decoraverim – debbano mettersi in relazione non all’attività miniatoria, bensì a quella di calligrafo e di rubricator (Fumian, Autografia, prassi di bottega, p. 58, ella fa giustamente osservare le sfumature terminologiche collegate a quest’ultime locuzioni e a quelle invece comunemente associate alla pittura, per la quale si utilizzano espressioni come fecit, pinxit, hoc opus est). In effetti, insieme ad ampie porzioni di scrittura distintiva che accompagna le iniziali, i mss. elencati esibiscono tutti, nelle pagine di incipit, rubriche in capitale – seppure talvolta la mise-en-texte risulti incerta e non ben calibrata rispetto allo spazio riservato –; nella maggior parte dei casi sono state eseguite lettere in blu e in inchiostro d’oro, variamente alternate, oppure in rosso, mentre nella pagina di incipit dell’Urb. lat. 420 fanno la loro comparsa anche lettere policrome combinate in diversi modi, secondo un’intonazione comune al linguaggio dell’antiquaria padana e romana.
È quindi più verosimile pensare che l’intervento decorativo nel ‘catalogo veteraniano’ sia da ricondurre all’attività di anonimi maestri, probabilmente collegati allo scriptorium di palazzo, ipotesi questa che giustificherebbe anche le piccole variazioni, le incertezze di stile e di approccio alla pagina. Un fenomeno rilevabile per esempio proprio negli Urb. lat. 419, 420, assegnati a un miniatore di origine pesarese, e l’Urb. lat. 651: come la silloge di Appiano, anche le Commedie di Terenzio sono state riccamente decorate con la tipologia dei bianchi girari, ma con esiti diversi. Nel primo caso infatti l’artista sceglie una partitura grafica costruita su racemi meno fitti, più simmetrici e che si aprono a mandorla per ospitare ritratti e putti musicanti; nell’esemplare teatrale invece il fregio è ugualmente regolare, ma con un ordine sovraccarico di volute di varie dimensioni, con il listello in foglia d’oro che si fa elemento unificante e armonico dell’intera architettura. I genietti mostrano inoltre una maggiore raffinatezza esecutiva, con una particolare attenzione al dato naturalistico – soprattutto nel putto frontale in alto nel margine esterno – che può far pensare a un rapporto visivo con l’antico più stretto rispetto alle analoghe figurazioni negli Urb. lat. 419, 420.
Resta in ogni caso la necessità di una riflessione più ampia, affrontata in una prospettiva d’insieme, sull’interazione tra Veterani – responsabile della trascrizione del testo e degli interventi di tipo calligrafico – e gli anonimi miniatori, ai quali si devono gli apparati decorativi e illustrativi dei codici segnalati.
Parts of this manuscript
2r-v
Argumentu(m) fabulae Andriae
3r-25v
Andria (Terentius Afer, Publius, c. 195-159 a.C.)
- Locus:
- 3r-25v
- Uniform title:
- Andria (Terentius Afer, Publius, c. 195-159 a.C.)
- Incipit text:
- Vos istaec intro auferte abite (f. 3v)
- Incipit preface:
- Poeta cum primu(m) animum (f. 3r)
- Explicit text:
- si quid est quod restat. Vos valete et plaudite (f. 25v)
- Explicit preface:
- an exigende sint nobis prius (f. 3v)
- General note:
- Al f. 25v segue: "Caliopius recensui".
- Language:
- Latino.
- Alphabet:
- Latino.
26r
Argumentum [Eunuchi]
- Locus:
- 26r
- Title:
- Argumentum [Eunuchi]
- Incipit:
- Meretrix adolescentem cuius mutuo
- Explicit:
- meretricii amoris receptus illuditur
- General note:
- Precede la didascalia: "Acta ludis Megalensibus Lucio Postumio Albino Lucio Cornelio Merula aedilibus curulibus, egere Albinius Turpio Lucius Attilius Prenestinus. Graeca Menandri prima, ex acta secunda modulavit Flaccus Claudi tibiis duabus dext(r)is. Marco Valerio et Gaio vel Cornelio Minutio Fanio consulibus existentibus".
- Language:
- Latino.
- Alphabet:
- Latino.
26v-50v
Eunuchus
- Locus:
- 26v-50v
- Title:
- Eunuchus
- Uniform title:
- Eunuchus (Terentius Afer, Publius, c. 195-159 a.C.)
- Incipit text:
- Quid igitur faciam? Num eam (f. 27r)
- Incipit preface:
- Si quisquam est q(u)i se placere (f. 26v)
- Explicit text:
- pretermissum est. Ite hac omnes. Vos valete et plaudite (f. 50v)
- Explicit preface:
- quid sibi Eunuchus velit (f. 27r)
- General note:
- L'argomento di Sulpicio Apollinare non precede la commedia, ma si trova inserito tra il prologo e il primo atto, al f. 27r-v. Al f. 50v segue: "Ego Caliopius recensui".
- Language:
- Latino.
- Alphabet:
- Latino.
27r-v
Aliud argumentum [Eunuchi]
- Locus:
- 27r-v
- Title:
- Aliud argumentum [Eunuchi]
- Uniform title:
- Periochae (Sulpicius Apollinaris, Gaius, sec. II a.C.)
- Incipit:
- Sororem falso dictitatam Taidis
- Explicit:
- frater collocat viciatam ephebo [...]
- General note:
- Mutilo delle parole: "Phaedriam exorat Thraso".
- Language:
- Latino.
- Alphabet:
- Latino.
51r
Argumentum [Heautontimorumenou]
- Locus:
- 51r
- Title:
- Argumentum [Heautontimorumenou]
- Uniform title:
- Periochae (Sulpicius Apollinaris, Gaius, sec. II a.C.)
- Incipit:
- In militiam proficisci gnatum
- Explicit:
- aliam Clitipho uxore(m) accipit
- General note:
- Al f. 50v precede la didascalia: "Acta ludis Megalensibus L. Cornelio Lentulo L. Valerio Flacco aedilibus curulibus, egere L. Ambnius [sic] Turpio Actilius Prenestinus Graeca Menandri prima acta secunda apud Latinos. Modos eius fecit Flaccus Claudii duabus dextris Marco Nimio Terrentio Sempronio consulibus".
- Language:
- Latino.
- Alphabet:
- Latino.
51r-73v
Eutontimorumenos
- Locus:
- 51r-73v
- Title:
- Eutontimorumenos
- Uniform title:
- Heautontimorumenos (Terentius Afer, Publius, c. 195-159 a.C.)
- Incipit text:
- Quamq(uam) hec inter nos nuper (f. 52r)
- Incipit preface:
- Ne cui sit vestrum [sic] mirum (f. 51r)
- Explicit text:
- q(uae) mea causa fecit. Fiat (f. 73v)
- Explicit preface:
- ut adulesce(n)tuli vobis placere studeant (f. 52r)
- General note:
- Il prologo è mutilo in fine delle parole "potius quam sibi" rispetto al testo edito, senza che vi sia alcuna lacuna materiale.
- Language:
- Latino.
- Alphabet:
- Latino.
74r
Argumentum [Adelphon]
- Locus:
- 74r
- Title:
- Argumentum [Adelphon]
- Uniform title:
- Periochae (Sulpicius Apollinaris, Gaius, sec. II a.C.)
- Incipit:
- Duos cum haberet Demea adolescentulos
- Explicit:
- potitur Tesipho [sic] citaristria [sic] exorato suo patre duro Demea
- General note:
- Precede la didascalia: "Acta ludis funebribus Quinto Fabio Max(im)o Cornelio Africano Emilii Pauli aedilibus curulibus quos facere Lucius Actilius Prenestinus Munutius Protinus modos fec(it) Flaccus Claudii tibiis sarranis facta Graeca Menandri Aucio [sic] Marco Cornelio consulibus". All'explicit edito "potitur Ctesipho citharistriam" seguono nel codice le parole "exorato suo patre duro Demea".
- Language:
- Latino.
- Alphabet:
- Latino.
74v-95v
Adelphe
- Locus:
- 74v-95v
- Title:
- Adelphe
- Uniform title:
- Adelphoe (Terentius Afer, Publius, c. 195-159 a.C.)
- Incipit text:
- Storax non rediit hac nocte (f. 75r)
- Incipit preface:
- Postq(uam) poeta sensit scripturam (f. 74v)
- Explicit text:
- finem faciat. Istuc recte. Valete et plaudite (f. 95v)
- Explicit preface:
- ad scribendum augeat industriam (f. 74v)
- General note:
- Al f. 95v segue: "Caliopius recensui".
- Language:
- Latino.
- Alphabet:
- Latino.
95v-96r
Argumentum [Hecyrae]
- Locus:
- 95v-96r
- Title:
- Argumentum [Hecyrae]
- Uniform title:
- Periochae (Sulpicius Apollinaris, Gaius, sec. II a.C.)
- Incipit:
- Uxorem duxit Pamphilus Philomenam
- Explicit:
- recipit Pamphilus cum filio
- General note:
- Al f. 95v precede la didascalia: "Acta ludis Romanis Sexto Iulio Caesare, Gneo Cornelio aedilibus curulibus. Non est peracta tota. Modos fecit Flacc(us) Claudi tibiis paribus. G. Octavio T. Manilio consulibus. Relata est iter(um) ludis funebribus. Relata est tertio. Quinto Fulvio L. Marco aedilibus curulibus".
- Language:
- Latino.
- Alphabet:
- Latino.
96r-114v
Hechira
- Locus:
- 96r-114v
- Title:
- Hechira
- Uniform title:
- Hecyra (Terentius Afer, Publius, c. 195-159 a.C.)
- Incipit text:
- Edepol [sic] q(uam) paucos repperias (f. 97r)
- Incipit preface:
- Hechira est huic nomen fabulae (f. 96r) and Orator ad vos venio cum ornatu (f. 96r)
- Explicit text:
- ante hunc diem unq(uam). O vos valete et plaudite (f. 114v)
- Explicit preface:
- posthac praecio [sic] emptas meo (f. 97r) and eius quaeso nunc hanc noscite (f. 96r)
- General note:
- I due prologhi ("Hechira est huic nomen" e "Orator ad vos venio") si susseguono senza soluzione di continuità al f. 96r, nona riga dall'inizio del testo. Al f. 114v segue: "Caliopius recensui".
- Language:
- Latino.
- Alphabet:
- Latino.
114v-115r
Argumentum [Phormionis]
- Locus:
- 114v-115r
- Title:
- Argumentum [Phormionis]
- Uniform title:
- Periochae (Sulpicius Apollinaris, Gaius, sec. II a.C.)
- Incipit:
- Chremetis frater aberat peregre
- Explicit:
- retinet Anthipho a patruo agnitam
- General note:
- Al f. 114v precede la didascalia: "Acta ludis Romanis L. Postumio Albino L. Cornelio Merula aedilibus curibus [sic]. Egere Ambinius Turpio, L. Actilius Prenestin(us). Modos fecit Flaccus Claudii tibiis imparibus, tota graeca Apolodori Epidicazomenos, facta quater, Gneo Fannio Marco Valerio consulibus".
- Language:
- Latino.
- Alphabet:
- Latino.
115r-136v
Phormio
- Locus:
- 115r-136v
- Title:
- Phormio
- Uniform title:
- Phormio (Terentius Afer, Publius, c. 195-159 a.C.)
- Incipit text:
- Amicus summus meus et popularis (f. 115v)
- Incipit preface:
- Postq(uam) poeta vetus poeta [sic] (f. 115r)
- Explicit text:
- iam faxo aderit. Vos valete et plaudite (f. 136v)
- Explicit preface:
- vestra [sic] adiutans atq(ue) aequanimitas (f. 115v)
- General note:
- Al f. 136v segue: "Caliopius recensui".
- Language:
- Latino.
- Alphabet:
- Latino.