The Library of a 'Humanist Prince' Federico da Montefeltro and His Manuscripts [by M.G. Critelli]

Urb.lat.410

Manuscript information

Resource type:
Manuscript
Collection:
Urb.lat.
Shelfmark:
Urb.lat.410
Library:
Biblioteca Apostolica Vaticana
Date:
sec. XV med
Beginning date:
1467
Ending date:
1474
Country:
Italia
Region:
Italia settentrionale
Support:
membr.
Height:
308
Width:
217
Extent:
I. 208. I
Overview:
Senofonte, Cyropaedia, nella traduzione di Francesco Filelfo.
Exhibit Tags:
Iniziali miniate

Description

Collation:
26 quaternioni (ff. 1-8, 9-16, 17-24, 25-32, 33-40, 41-48, 49-56, 57-64, 65-72, 73-80, 81-88, 89-96, 97-104, 105-112, 113-120, 121-128, 129-136, 137-144, 145-152, 153-160, 161-168, 169-176, 177-184, 185-192, 193-200, 201-207). Bianchi i fogli di guardia, membranacei, e f. 207v.
Layout:
Testo a piena pagina; rr. 23/ll. 23, la scrittura inizia sopra la prima riga. Rigatura a secco prevalentemente del tipo Derolez 31 (ff. 14, 67); l’ultimo foglio di ogni fascicolo è rigato secondo il tipo Derolez 37, che si riscontra in diversi casi anche sul penultimo foglio del fascicolo (es. ff. 39, 40 e 175-176). Specchio rigato (f. 15r): 308 (35+198+75) x 217 (27+9+118+9+54) mm. Foratura non visibile.
Foliation:
Manuale, apposta in inchiostro bruno nell’angolo superiore destro dei ff. 1-207; un foglio non numerato tra i ff. 204 e 205. Fogli di guardia non numerati.
Writing - Note:
Umanistica corsiva di unica mano, riconosciuta da Jeroen De Keyser in altri codici latori di opere di Francesco Filelfo: Milano, Biblioteca Trivulziana, mss. Triv. 797 e 800; Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut. 53.10; Berlin, Staatsbibliothek, Lat. qu. 563; Milano, Biblioteca Ambrosiana, A 209 inf.; BAV, Vat. lat. 1790, in parte, e Urb. lat. 701 e 1182; si tratterebbe di uno degli scribi che negli anni tra il 1464 e il 1470, nell’ambito della corte milanese, furono coinvolti nella produzione di codici idiografi per conto di Francesco Filelfo, di cui lo studioso segnala nel codice urbinate correzioni autografe (cf. De Keyser, Traduzioni da Senofonte e Plutarco, pp. XXXVIII-XXXIX; Id., I codici filelfiani, pp. 103-105 e nt. 27). Il copista sembra possa essere identificato con Francesco da Tolentino, nipote dell’umanista originario della stessa città, sulla base di un ordine di pagamento del 22 luglio 1470, spedito da Federico da Montefeltro a Camillo de Barzi, suo ambasciatore a Milano, nel quale il conte di Urbino chiede di pagare Filelfo: «Et più volemo ancora donare a Francesco da Tolentino nepote del Philelfo che ce ha scripta quella pedia che ha facta el Philelfo et certi altri quinterni de una certa orazione, f[iorini] dodece d’oro» (edito in De Keyser, I codici filelfiani, p. 105). Suggerirebbe questa identificazione anche la presenza del nome "Franciscus Tholentinas" in calce alla nota in cui si ricorda la data in cui Filelfo concluse la traduzione (f. 207r). Note (es. ff. 9r, 203r) e notabilia (es. ff. 12r, 146v) rubricati. Diverse note marginali riportano passi saltati nel corpo del testo, a cui si rimanda mediante segno di rinvio rubricato (es. ff. 24v, 108r, 177r). Maniculae rubricate (ff. 68v, 134r, 140r, 179r).
Decoration - Note:
1 pagina di incipit (f. 1r), sui quattro margini fregio a bianchi girari su fondo policromo (blu, verde, rosa) puntinato a biacca e in giallo, 1 miniatura tabellare (mm 85x118) entro un listello aureo polilobato, stemma a bas-de-page (cf. Stemma) su un fondo blu con decorazioni a biacca, accompagnato dalle sigle FR CO VR (per Federicus Comes Urbini), tutte in foglia d’oro e con notulae abbreviative, in una cornice anch’essa aurea e polilobata; rubrica disposta su quattro linee in capitale. 9 iniziali maggiori accompagnate da scrittura distintiva (ff. 1r, 7r, 36v, 56v, 77r, 99v, 128v, 148v, 172r; mm 67x55, media), con corpo in foglia d’oro e a bianchi girari su fondo policromo (blu, verde, rosa) puntinato a biacca e in giallo; qualche capolettera rubricato a partire da f. 172r; rubricati e in scrittura epigrafica all’antica gli incipit dei libri; note e notabilia rubricati a margine.
Binding - Note:
Coperta in pelle rossa su assi in legno, decorata con cornice dorata a triplo filetto. Dorso a 6 compartimenti, delimitati da 5 doppi nervi. Nel primo compartimento antica segnatura “285 / VR∙B∙” (cf. Storia) impressa in oro, incorniciata da doppio filetto dorato; negli altri compartimenti elementi araldici (un monte di sei cime sormontato da una stella a sei punte) dello stemma di Alessandro VII (1655-1667) impressi in oro e inseriti in una cornice dorata a doppio filetto. Tagli dorati. La legatura è databile tra il 1657, anno di arrivo dei codici urbinati in Biblioteca Vaticana, e il 1667, anno di morte di papa Alessandro VII. L’“Indice vecchio” descrive una legatura «In Rubro» (cf. Storia).
Signatures:
Completamente eliminate dalla rifilatura; tracce al f. 155r, nell’angolo inferiore destro, dove si intravede “3n” (trattandosi del terzo foglio del fascicolo, si può ipotizzare che venissero numerati da 1 a 4 i fogli che costituiscono la prima metà del fascicolo).
Catchwords:
Richiami verticali nel senso alto-basso, vergati con lo stesso inchiostro del testo nel margine inferiore del verso dell’ultimo foglio dei fascicoli, all’interno della colonnina di giustificazione.
Heraldry:
Araldica di Federico da Montefeltro: f. 1r, inquartato, nel I e nel IV d’oro all’aquila di nero coronata nel campo, nel II e nel III bandato d’azzurro e d’oro all’aquila di nero sulla I banda d’oro.
General note:
Per questo ms. cf. anche E. Ponzi, Urb. lat. 410, in Catalogo dei codici miniati della Biblioteca Vaticana. II. I manoscritti Urbinati, a cura di S. Maddalo - E. Ponzi, con la collaborazione di C. Paniccia, Città del Vaticano (Studi e testi), in corso di elaborazione.
Language:
Latino.
Alphabet:
Latino.
History:
Il manoscritto è uno dei due codici contenenti la traduzione latina della “Cyropaedia” di Senofonte appartenuti a Federico da Montefeltro: l’Urb. lat. 410 offre la traduzione realizzata da Francesco Filelfo, l’Urb. lat. 460 riporta quella di Poggio Bracciolini. Entrambi i codici sono registrati nel cosiddetto “Indice vecchio”, compilato intorno al 1487 dal bibliotecario Agapito (Urb. lat. 1761, f. 57r, rispettivamente Urb. lat. 410: «Xenophontis de Cyri paedia Libri VIII a Francisco Philelpho traducti et Paulo pont. Max. Dicati. Codex ornatissimus In Rubro», edito in Stornajolo, Cod. Urb. Graeci, p. CVIII, nr. 396; Urb. lat. 460: «Xenophontis Libri VI de Cyri Vita a Pogio florentino e graeco Conversi, et Alphonso Aragonum et Siciliae Duci Dicati. In Purpureo», edito in Stornajolo, Cod. Urb. Graeci, p. CVIII, nr. 397). Filelfo terminò la sua traduzione a Milano il 21 settembre 1467, come evidenzia la nota rubricata alla fine dell’opera («Huic autem Cyri Paediae [sic] Idem Franciscus Philelfus eques auratus laureatusq(ue) poeta extrema(m) imposuit manu(m) Mediolani ad XI kal(endas) octobres anno a natali christiano Millesimo quadringentesimo sexagesimo septimo. Franciscus Tholentinas», f. 207r), e la presentò a Paolo II alla fine del 1469 (cf. Marsh, Xenophon, p. 121). Il codice, latore della prefazione dedicata al pontefice, non può dunque essere stato realizzato prima di questi anni; la presenza dello stemma di Federico (f. 1r) suggerisce inoltre di datare il codice ante 1474, anno in cui questi ottenne il titolo di duca. Nel 1477 la traduzione di Filelfo fu stampata a Milano da Simon Magniagus (ISTC ix00005000, IGI 10404, BAVIC VcBA 11017366, URI:) e divenne la versione standard nelle edizioni della Cyropaedia di Senofonte fino al 1561, anno in cui venne profondamente rivista dal punto di vista stilistico e ripubblicata a Ginevra da Henri Estienne (cf. Marsh, Xenophon, p. 95, 121-123). La collezione dei duchi di Urbino giunse in Vaticana nel 1657 sotto il pontificato di Alessandro VII. L’antica segnatura “285”, impressa in oro nel primo compartimento del dorso e segnata a penna al f. 1r nell’angolo superiore interno, è da riferire all’inventario vaticano di Stefano Gradi (Urb. lat. 1388, f. 37r; cf. Stornajolo, Cod. Urb. lat. 1001-1779, p. VIII). Timbri della Biblioteca Apostolica Vaticana ai ff. 1v, 207r.
Bibliography:
Stornajolo, Cod. Urb. lat. 1-500, p. 423; IAM41.6; IAM66.2.
Other name:
Federico da Montefeltro, duca d'Urbino, 1422-1482 [owner]
Alexander PP. VII, 1599-1667 [person]
Francesco da Tolentino, f. 1464-1470 [scribe]
Other author:
Stornajolo, Cosimo, sac., 1849-1923 [external]
Marsh, David, 1950- [external]

Curatorial narrative

Il codice, di formato medio-piccolo e dalla pergamena ben lavorata, contiene la Cyropaedia di Senofonte nella traduzione di Francesco Filelfo e costituisce in tal modo un dittico con l'Urb. lat. 460 che tramanda la medesima opera, ma translata in latino da Poggio Bracciolini.

Il ms. si apre su una pagina di incipit (f. 1r) riccamente decorata con una cornice a bianchi girari dall’aspetto molto peculiare: essi sono infatti adagiati su un fondo policromo in blu, verde e rosa in tonalità brillanti, fittamente puntinati a biacca o in oro a inchiostro, un elemento che dona un’insolita vivacità al foglio; come pure peculiare è il parato a rombi irregolari dei lacunari policromi in prossimità del vaso da cui scaturiscono i viluppi vegetali. Un insieme decorativo che appare eccentrico rispetto a quanto visibile nell’intero fondo Urbinate e che può essere spiegato con l’origine del codice: esso fu infatti confezionato per Federico all’interno dello ‘scriptorium’ sorto proprio attorno a Francesco Filelfo, alla corte milanese dei Visconti e degli Sforza – e a quest’ultimo periodo si può datare il ms. (De Keyser, I codici filelfiani, pp. 91-109, 105; cfr. Milano, Archivio storico civico e Biblioteca Trivulziana, Triv. 684; Milano, Archivio storico civico e Biblioteca Trivulziana, Triv. 731; Paris, Bibliothèque nationale de France, lat. 8125; Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut. 53.10; Biblioteca Apostolica Vaticana, Urb. lat. 701; Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. lat. 1790). Melania Ceccanti includeva il codice tra quelli di produzione urbinate-marchigiana, accostandolo ad alcuni dei mss. eseguiti nello scriptorium di palazzo (Ceccanti, Con gli occhi di Federico, pp. 97, 99 nt. 51), che tuttavia rivelano un apparato decorativo sostanzialmente diverso da quanto visibile nell’Urb. lat. 410.

Vera protagonista del codice è però la miniatura tabellare nel margine superiore di f. 1r, che commenta in modo davvero originale il testo, con riferimenti diretti alla contemporaneità dei protagonisti dell’immagine e che mette in luce l’orizzonte cosmopolita della corte marchigiana (cfr. Il Montefeltro e l’Oriente islamico, passim); essa mostra probabilmente il dialogo tra Federico da Montefeltro e il re persiano Uzun Hasan, ritratto nell’atteggiamento del magister, e che forse evoca anche le figure di Zoroastro e dell’imperatore Ciro (Piemontese, L’ambasciatore di Persia, p. 543). Un esplicito riferimento al re persiano – al quale il conte urbinate aveva inviato «messaggi di amicizia» tramite lettera (Naser Eslami, Il Palazzo Ducale di Federico tra Oriente, p. 34) – si legge ad esempio nelle parole dell’intellettuale e biografo di Federico, Bernardino Baldi (1553-1617): «Era per queste cagioni [per la vivacità culturale della sua corte] Federigo conosciuto, e celebrato da tutti non solamente in Italia, ma anche nelle parti remote del mondo. E di qui è che Usuncassano […] potentissimo re di Persia nel mandar, che da sua parte lo visitassero, e gli prestassero ricchissimi doni […]» (Naser Eslami, Il Palazzo Ducale di Federico tra Oriente, p. 33). A Ciro, «modello di buongoverno» oltre a essere colui che ricostruì il Tempio di Gerusalemme, lo paragonava peraltro proprio Filelfo che, in una lettera a Federico, magnificava i fasti della sua corte, riferendosi proprio all’«esempio di “Persepoli di Ciro”» (Naser Eslami, Il Palazzo Ducale di Federico tra Oriente, p. 35).

L’immagine è inoltre evocativa poiché parte di quel nutrito gruppo di mss., urbinati e non, che tramanda ritratti più o meno idealizzati di Federico ; si tratta di numerosi esempi nei quali l’immagine del signore di Urbino è reiterata, continuamente moltiplicata come in un gioco di specchi, rifratta in maniera sempre diversa, a seconda della mano che la interpreta, ma in una identica proposta celebrativa e di affermazione di potere – una riflessione questa che si limita ai soli codici, ma che non sarebbe diversa se si prendessero in considerazione anche tutti gli altri media, a iniziare dai celeberrimi ritratti di Piero della Francesca, per passare attraverso quello realizzato da Justus di Ghent o da Pedro Berreguete, per giungere infine alle effigi federiciane sulle medaglie (cfr. da ultimo Simonetta, Federico da Montefeltro, pp. 20-29; Id., Scheda nr. 1, ibid., pp. 104-111; per queste tematiche cfr. anche Paniccia, L’icona di un principe, pp. 86-94). Ecco allora che l’incedere di profilo dell’uomo d’arme del f. 1r dell’Urb. lat. 410, di immediata suggestione classica, richiama il medesimo atteggiamento all’apertura degli Urb. lat. 491 e Urb. lat. 883; uomo di lettere sul contropiatto dell'Urb. lat. 508; pio e cieco nell’antiporta dell'Urb. lat. 93; un’intonazione dal sapore numismatico è invece ravvisabile negli Urb. lat. 273, 352, 415, 1193 – seppure, in quest’ultimo caso, in associazione semantica con il condottiero; peculiari sono infine i toni profetici che coinvolgono la sua figura nel Chig. A. V. 152 (in generale, per la questione della cecità di Federico in rapporto alla ritrattistica, cfr. Labriola, Scheda nr. 3, p. 152, con bibliografia precedente).

Bibliografia generale

Parts of this manuscript

1r-6v

Filelfo, Francesco, Francisci Philelfi Praefatio in Xenophontis libros de Cyri paedia ad Paulu(m) secundum pontificem maximu(m)

Locus:
1r-6v
Author:
Filelfo, Francesco, 1398-1481 [internal]
Title:
Francisci Philelfi Praefatio in Xenophontis libros de Cyri paedia ad Paulu(m) secundum pontificem maximu(m)
Incipit:
Diu mihi multumq(ue) cupienti aliquid
Explicit:
ipse cu(m) grandius, tum suavius personet
Language:
Latino.
Alphabet:
Latino.
Other name:
Paulus PP. II, 1417-1471 [dedicatee]
Other author:
Marsh, David, 1950- [external]

7r-207r

Xenophon, Xenophontis De Cyri paedia [sic]

Locus:
7r-207r
Author:
Xenophon, 427/26-c. 353 a.C. [internal]
Title:
Xenophontis De Cyri paedia [sic]
Uniform title:
Cyropaedia (Xenophon, 427/26-c. 353 a.C.). Latino
Incipit:
Cum olim cogitaremus Quot populi dominatos
Explicit:
testimonio suo verba mea confirmare
General note:
L’opera di Senofonte è suddivisa in 8 libri. Nel codice, alla fine dei libri II-VI si trova la parola greca “telos” (ff. 56r, 76v, 99r, 128r, 148r) e in tutti questi casi il libro successivo inizia al foglio seguente. I libri I e VII, invece, terminano nelle primissime righe della pagina (rispettivamente alla seconda o alla prima riga dei ff. 36v e 172r), pertanto il copista, per non sprecare fogli, trascrive i libri successivi di seguito, sulla stessa pagina.
Language:
Latino.
Alphabet:
Latino.
Other name:
Filelfo, Francesco, 1398-1481 [translator]