Urb.lat.337
Manuscript information
- Resource type:
- Manuscript
- Collection:
- Urb.lat.
- Shelfmark:
- Urb.lat.337
- Library:
- Biblioteca Apostolica Vaticana
- Date:
- sec. XV ex
- Beginning date:
- 1481
- Ending date:
- 1482
- Country:
- Italia
- Place:
- Urbino
- Support:
- membr.
- Height:
- 315
- Width:
- 198
- Extent:
- III. 161. I
- Content:
- “In hoc codice contine(n)t(ur) opera Laurentii Valensis viri doctissi(mi) atq(ue) acutissi(mi) q(ua) in circu(m) pictis circulis sunt adnotata traductio Demosthenis. In A(n)tonium Raudense(m). Ep(istu)la ad Alphonsu(m) regem. Apologia ad Eugenium p(a)p(am). De falsa condonatione. In Benedictum Mora(n)du(m)” (f. [III]v).
- Overview:
- Miscellanea di opere valliane.
Description
- Collation:
- 17 fascicoli: 1-5 quinioni (ff. 1-10, 11-20, 21-30, 31-40, 41-50), 6 binione (ff. 51-[52 ter]), 7-17 quinioni (ff. 53-62, 63-72, 73-82, 83-92, 93-102, 103-112, 113-122, 123-132, 133-142, 143-152, 153-[160] [-2]); tra i ff. 159 e [160], incollati tramite tallone rispettivamente ai ff. 156 e 155, non è rispettata la regola di Gregory; ff. 153-154 incollati tramite tallone al contropiatto posteriore. Fogli di guardia membranacei (ff. [I]-[IV]; f. [III]r con antiporta miniata). Bianchi i ff. [I]r-[III]r, [52bis]r-v, [52ter]r-v, [160]r-v, [IV]r-v.
- Layout:
- Testo a piena pagina; rr. 30/ll. 29, la scrittura inizia sotto la prima riga. Rigatura a secco (tipo Derolez 36). Presenta rigatura anche il f. 160, bianco. Specchio rigato (f. 15r): 315 (34+6+186+7+82) x 198 (31+6+98+7+56) mm. Foratura non visibile.
- Foliation:
- Manuale, apposta in inchiostro bruno nell’angolo superiore destro dei ff. 1-159; due fogli non numerati dopo f. 52 (indicati nella descrizione come ff. [52bis] e [52ter]); non numerati i fogli di guardia e il f. [160].
- Writing - Note:
- Umanistica corsiva di unica mano; rari notabilia (es. ff. 37r-v, 68r, 133v); alcuni passi segnalati mediante una linea serpentina tracciata lungo il margine esterno (es. ff. 40v, 42r-v, 49r).
- Decoration:
- Di grande raffinatezza, soprattutto il dittico antiporta miniata-pagina di incipit, la critica assegna il suo apparato decorativo a Franco dei Russi, mantovano, fu tra i più noti artefici del minio padano-ferrarese quattrocentesco, particolarmente impressionato dall’antiquaria mantegnesca, dalla quale desunse un ampio repertorio figurativo, declinato in maniera del tutto peculiare (cf. Alexander, Italian Renaissance, p. 90-91; Mariani Canova, Guglielmo Giraldi 1995, p. 146; Toniolo, Franco dei Russi, p. 243-244; Fumian, Scheda nr. 5, p. 157-159). Il miniatore presente a Urbino dalla seconda metà degli anni ’70 – forse per il tramite di Matteo Contugi –, giunge alla corte feltresca insieme a Guglielmo Giraldi e ad Alessandro Leoni; egli sarebbe poi rimasto a Urbino come miniatore ‘di palazzo’ sicuramente fino al 1482, anno della morte del duca (Toniolo, I miniatori ferraresi, p. 80; Peruzzi, «Lectissima politissimaque volumina», p. 343-344; su Contugi cf. Critelli, Per la carriera di Matteo Contugi, p. 251-302). Franco lavorò per molti dei mss. federiciani, contribuendo a diffondere in area centro-italiana il peculiare linguaggio antiquario nato in quei decenni in Italia settentrionale. È in ogni caso necessario sottolineare che la localizzazione del reale luogo di lavoro dei maestri padano-ferraresi rimane questione ancora controversa: non è infatti chiaro se la loro produzione miniata per la biblioteca feltresca fosse eseguita nelle loro città di origine (Ferrata, Padova, Mantova etc.), se a Urbino o se, in maniera ‘itinerante’, in entrambi i posti.
- Decoration - Note:
- 1 antiporta (f.[III]v; mm 195x175), a sei clipei, uno maggiore e cinque minori, a listelli in foglia d’oro, con corona a bianchi girari su fondo policromo (blu, verde, rosso) e decorazioni a perle; 2 pagine di incipit (ff. 1r, 53r), la prima racchiusa su quattro margini da una cornice a bianchi girari su fondo policromo (blu, verde, rosso) e perimetro in lamina metallica aurea, nei cantoni clipei decorati con motivi a nodo ferrarese (blu, verde, porpora, oro); la seconda con un fregio marginale a bianchi girari su fondo policromo con globi aurei cigliati e iniziale della medesima tipologia decorativa, rubrica in capitale in oro su quattro linee di scrittura. 8 iniziali maggiori (ff. 1r [abitata], 2v, 53r, 117v, 126v, 139v, 145v [quest’ultima campita in blu con corpo in foglia d’oro], 158v; mm 39x35, media) con corpo in foglia d’oro e decorate a bianchi girari su fondo policromo (verde, blu, rosso), accompagnate da scrittura distintiva; 1 iniziale media calligrafica in blu (f. 55r; mm 10x10 ca.), con la letterina d’attesa; rubricati gli incipit (in oro nella pagina di incipit) e i titoli correnti; capoversi talvolta in vedetta.
- Binding - Note:
- Coperta in pergamena tinta di verde priva di decorazione, su quadranti di cartone. Dorso a 6 compartimenti, delimitati da 5 doppi nervi. Nel primo compartimento segnatura incompleta “VR∙B∙” impressa in oro, priva della parte numerica, che in questa posizione, negli altri manoscritti urbinati, è solitamente occupata dalla segnatura assegnata nell’inventario vaticano di Stefano Gradi (in questo caso “556”, cf. Storia); a penna è stata aggiunta da mano moderna la segnatura attuale. Nel terzo e nel quinto compartimento elementi araldici (due spade passate in croce di S. Andrea sormontate da una cometa) dello stemma del card. Bibliotecario (1681-1693) Lorenzo Brancati di Lauria; nel quarto elemento araldico (aquila bicipite) dello stemma di Alessandro VIII (1689-1691). La legatura è dunque databile agli anni 1689-1691. Tagli dorati. L’“Indice vecchio” descrive una legatura «In Rubro» (cf. Storia).
- Signatures:
- Assenti, ad eccezione dell’ultimo fascicolo dove nell’angolo inferiore sinistro del recto dei fogli che compongono la prima metà dei fascicoli (ff. 153-157) compare una numerazione da 1 a 5.
- Catchwords:
- Richiami verticali nel senso alto-basso, vergati con lo stesso inchiostro del testo nel margine inferiore del verso dell’ultimo foglio dei fascicoli, all’interno della colonnina di giustificazione; assente al f. [52ter]v (bianco).
- Heraldry:
- Araldica di Federico da Montefeltro: f. 1r, stemma ducale inquartato, nel I e nel IV d’oro all’aquila imperiale di nero nel campo, priva di corona, nel II e nel III bandato d’azzurro e d’oro, all’aquila di nero sulla I banda d’oro; caricato di un palo con le insegne pontificie, sormontato da corona.
- General note:
- Per questo ms. cf. anche E. Ponzi, Urb. lat. 337, in Catalogo dei codici miniati della Biblioteca Vaticana. II. I manoscritti Urbinati, a cura di S. Maddalo - E. Ponzi, con la collaborazione di C. Paniccia, Città del Vaticano (Studi e testi), in corso di elaborazione.
- Language:
- Latino.
- Alphabet:
- Latino.
- History:
- Il manoscritto fu realizzato per Federico da Montefeltro, il cui stemma ducale (post 1474) è presente al f. 1r. Come già in altri casi presenti nella raccolta urbinate (cf. Urb. lat. 151 e Urb. lat. 349), per la trascrizione di alcune delle opere del Valla è stato utilizzato come antigrafo un incunabolo, e precisamente l’editio princeps stampata a Venezia il 4 ottobre 1481 (ISTC iv00069000; IGI 10099; BAVIC VcBA 11016717), che contiene nell’ordine le “Raudensianae notae”, l’”Epistola de duobus Tarquiniis”, le due “Confutationes in Benedictum Morandum” e infine l’”Invectiva in Pogium”, quest’ultima non presente nel manoscritto. Tale constatazione, dimostrata, oltre che dalla comunanza delle lezioni, dalla presenza di “errori o caratteristiche dovute a riprese quasi fotografiche di forme tipografiche” ovvero “chiaramente causati da errate interpretazioni di alcuni segni tipografici” dell’incunabolo, induce a restringere il periodo di realizzazione dell’Urb. lat. 337 al 1481-1482, anno della morte di Federico (cf. Regoliosi, Le due redazioni, p. 566-567; Laurentii Valle Raudensiane note, a cura di G.M. Corrias, Firenze 2007, p. 16-17, 129-131; Lo Monaco, L’Edizione dell’Epistola de duobus Tarquiniis, p. 329 n. 22). Il codice è registrato nel cosiddetto “Indice vecchio”, compilato intorno al 1487 dal bibliotecario Agapito (Urb. lat. 1761, f. 81v: «Laurentii Vallensis Viri acutissimi Traductio orationis Demosthenis pro Ctesiphonte. Eiusdem Laurentii Oratio In Antonium Raudensem Sive opusculum. Eiusdem epistola ad Alphonsum regem de loco Livii utrum Tarquinius Prisci Tarquinii filius neposve fuerit. Eiusdem Confutatio in Benedictum Morandum. Apologia Sui ipsius ad Eugenium De Falso Credita Constantini Donatione. Codex ornatissimus In Rubro»; edito in Stornajolo, Cod. Urb. Graeci, p. CXXXII, nr. 594). La collezione dei duchi di Urbino giunse in Vaticana nel 1657 sotto il pontificato di Alessandro VII. L’antica segnatura “556”, apposta a penna al f. 1r nell’angolo superiore interno, è da riferire all’inventario vaticano di Stefano Gradi (Urb. lat. 1388, f. 56v; cf. Stornajolo, Cod. Urb. lat. 1001-1779, p. VI). Timbri della Biblioteca Apostolica Vaticana ai ff. [III]r, 1r, 159v.
- Bibliography:
- Stornajolo, Cod. Urb. lat. 1-500, p. 309; Fumian, Scheda nr. 5, in Ornatissimo codice, p. 157-159.
- Other name:
- Federico da Montefeltro, duca d'Urbino, 1422-1482 [owner]
Brancati, Lorenzo, card., 1612-1693 [person]
Alexander PP. VIII, 1611-1691 [person]
Franco dei Russi, f. 1455-1482 [artist]
Curatorial narrative
Di formato medio-piccolo, maneggevole e in pergamena di qualità ben lavorata, il ms. racchiude una serie di opere di Lorenzo Valla e fu donato intorno agli anni ’80 del Quattrocento al duca Federico da Montefeltro, come mostra lo stemma di f. 1r. Di grande raffinatezza, soprattutto il dittico antiporta miniata-pagina di incipit (ff. [III]v-1r), la critica assegna il suo apparato decorativo a Franco dei Russi (tranne per la voce dissonante di Bonicatti, che invece lo riconduce al «secondo Maestro del Dante urbinate», rivelatosi tuttavia proprio Franco, cfr. Fumian, Scheda nr. 5, p. 158; Bonicatti, Contributi marginali, pp. 272, 290 nt. 29; Alexander, Italian Renaissance, pp. 90-91; Mariani Canova, Guglielmo Giraldi 1995, p. 146; Toniolo, Franco dei Russi, pp. 243-244). Il miniatore presente a Urbino dalla seconda metà degli anni ’70 – forse per il tramite di Matteo Contugi (Toniolo, I miniatori ferraresi, p. 80; Peruzzi, «Lectissima politissimaque volumina», pp. 343-344; su Contugi cfr. Critelli, Per la carriera di Matteo Contugi, pp. 251-302) –, giunge alla corte feltresca insieme a Guglielmo Giraldi e ad Alessandro Leoni (Toniolo, Giraldi, Guglielmo, pp. 305-310; Ead., Leoni, Alessandro, pp. 376-378; Ead., I miniatori ferraresi, p. 79), con i quali minia l’Evangeliario Urb. lat. 10, e il Dante Urb. lat. 365; egli sarebbe rimasto a Urbino come miniatore ‘di palazzo’ sicuramente fino al 1482, anno della morte del duca feltresco (non è noto se la sua permanenza in territorio marchigiano si sia protratta oltre tale termine, egli comunque morì tra il 1486 e il 1487, cfr. Fumian, Su alcuni miniatori ferraresi, passim; Toniolo, I miniatori ferraresi, p. 89).
Franco lavorò per molti dei mss. federiciani, contribuendo a diffondere in area centro-italiana il peculiare linguaggio antiquario nato in quei decenni in Italia settentrionale; la critica gli assegna, su base stilistica, un ampio numero di codici urbinati (per i quali cfr., anche per la pregressa bibliografia, Peruzzi, La formazione della biblioteca, pp. 25, 32; Martelli, I codici di produzione urbinate, pp. 70, 73; Toniolo, I miniatori ferraresi, pp. 79, 82, 83; Martelli, The Production of Illuminated Manuscripts, pp. 42, 45), come per esempio l’Urb. lat. 151, il De sanguine Christi di Francesco Della Rovere, l’Urb. lat. 308, una Miscellanea grammaticale, o il celebre Libanio, Urb. lat. 336 (Hermann, La miniatura estense, p. 221; Toniolo, Scheda nr. 2, p. 116); o ancora l’Urb. lat. 94 e l’Urb. lat. 351 – benché in questi casi vi sia una cornice a fitti bianchi girari, come del resto nell’Urb. lat. 687.
E tuttavia, varrebbe forse la pena di riesaminare in una diversa ottica alcuni dei mss. urbinati tradizionalmente assegnati al corpus di Franco. Se infatti si mettono a confronto codici di sua sicura paternità – come l’Oratio gratulatoria di Bernardo Bembo al doge Cristoforo Moro, Londra, British Library, Add. 14787, o il celebre cutting di Londra, British Library, Add. 20916, f. Ir, o anche il Libanio appena citato –, proprio con gli Urb. lat. 151, 308, 337, si possono notare scarti nel linguaggio piuttosto consistenti, soprattutto nella decorazione e, in parte, negli elementi figurativi. I morbidi puttini dall’incarnato lunare sono sostanzialmente diversi, nell’aspetto, da quelli eseguiti dal maestro mantovano, sebbene sia innegabile il recepimento della sua lezione pittorica ed espressiva; come pure differente è la resa delle specie animali, che sembrano frutto di un’osservazione dal vero; peculiari appaiono infine i complessi intrecci vegetali policromi su spessa foglia d’oro. Aporie, rispetto ‘modello standard’ di Franco, già notate e, a ragione collegate alla presenza di aiuti di bottega al lavoro (Toniolo, I miniatori ferraresi, p. 88 e, a tal proposito, cfr. la questione relativa alla lista di Susech, Peruzzi, Cultura potere immagine, pp. 65-66). Per gli esempi proposti – ai quali si possono aggiungere anche gli Urb. lat. 81, 95, 348, 411, 548 (con stemma di Ottaviano Ubaldini), tutti pienamente ducali – si deve tuttavia sottolineare la raffinatezza dell’esecuzione, dovuta a un maestro diverso da dei Russi, ma abile nel padroneggiare gli strumenti del mestiere. Un’anonima personalità, probabilmente al lavoro nello scriptorium di palazzo, che mostra di aver accolto e rielaborato le innovazioni espressive dei maestri padano-ferraresi.
Parts of this manuscript
117r-126v
Adversus Livium disputatio
- Locus:
- 117r-126v
- Supplied title:
- Adversus Livium disputatio
- Uniform title:
- Ad Alfonsum regem epistola de duobus Tarquiniis (Valla, Lorenzo, 1406-1457)
- Incipit:
- Cum Titum Livium quotidie Romanorum
- Explicit:
- pati desertos. Vale. Neapoli pridie nonarum Decembrium
- General note:
- L'inscriptio dell'epistola ("Alfo(n)so minioris maiorisq(ue) Hesperie regi Laurentius Valla salutem), rubricata, è presente al f. 117r. Al f. 126v, in calce al testo, è vergata la data di composizione del testo (Neapoli pridie nonarum Decembrium), priva dell'indicazione dell'anno (1444). Il codice urbinate, siglato V nell’edizione, costituisce uno dei 7 testimoni manoscritti dell’opera (cf. Lo Monaco, L’edizione dell’Epistola in duobus Tarquiniis, p. 323-329).
- Language:
- Latino.
- Alphabet:
- Latino.
- Other name:
- Alfonso V, El Magnanimo, re di Sicilia e Aragona, re di Napoli, 1385-1458 [dedicatee]
1r-2r
Laurentii Vallensis Prefatio in traductionem Demosthenis pro Ctesiph(onte) ad ill(ustrissimu)m p(r)incipe(m) D.F.U.C.
- Locus:
- 1r-2r
- Title:
- Laurentii Vallensis Prefatio in traductionem Demosthenis pro Ctesiph(onte) ad ill(ustrissimu)m p(r)incipe(m) D.F.U.C.
- Incipit:
- Credo ego prestantissime princeps ac etatis nostre
- Explicit:
- ut sic loquar, togatum ego militarem
- General note:
- L’identificazione del dedicatario con Federico da Montefeltro, basata sullo scioglimento della sigla presente nel titolo al f. 1r in “D(ominum) F(edericum) U(rbinatem) C(omitem)”, è dubbia. Negli altri due testimoni della traduzione dell’orazione demostenica effettuata dal Valla (El Escorial, Real Biblioteca de San Lorenzo, N. II. 23 e Wien, Österreichische Nationalbibliothek, 3186) tale sigla non compare: il manoscritto spagnolo è anzi espressamente dedicato al vescovo di Lérida Juan García Aznárez de Añon e la composizione di questa dedica è da collocare tra il 1444 e il 1446. Poiché i codici viennese e urbinate sono latori di una diversa redazione della traduzione, ritenuta precedente a quella del codice spagnolo, ciò implicherebbe che il testo da loro trasmesso sia anteriore al 1444: ma è assai improbabile una dedica a Federico in una data così antica, non avendo lui ancora un peso politico rilevante sulla scena italiana, né è probabile che nel 1481-82, anni di confezione del codice urbinate, sia stato dedicato a Federico un testo di molto precedente. Sembra verosimile dunque che l’apposizione della sigla D.F.U.C. sia da attribuire a un’iniziativa dell’anonimo copista dell’Urb. lat. 337; sulla questione della dedica e per una sintesi delle diverse ipotesi formulate cf. Lo Monaco, Per la traduzione della valliana “Pro Ctesiphonte”, p. 142, 144; Id., Problemi editoriali di alcune traduzioni, p. 396-397.
- Language:
- Latino.
- Alphabet:
- Latino.
- Other name:
- Federico da Montefeltro, duca d'Urbino, 1422-1482 [person]
53r-117r
In Antonium Raudense(m) Laure(n)tii Vallensis opusculum ad Ioannem Lucinam Alfonsi regis secretarium
- Locus:
- 53r-117r
- Title:
- In Antonium Raudense(m) Laure(n)tii Vallensis opusculum ad Ioannem Lucinam Alfonsi regis secretarium
- Uniform title:
- Raudensianae notae (Valla, Lorenzo, 1406-1457)
- Incipit text:
- Quantopere si elegans Raudensis noster (f. 55r)
- Incipit dedication:
- Intellexi Ioannes cum alias non nunq(uam) (f. 53r)
- Explicit text:
- Raudensia sunt et non latina vocabula (f. 117r)
- Explicit dedication:
- in eo notando i(n)constantiae crimen incurrisse (f. 55r)
- General note:
- La composizione delle Raudensiane note si articola in tre fasi redazionali: alla seconda (β), databile agli anni 1443-1444, è riconducibile il codice urbinate, denominato U; la terza fase, quella definitiva, si colloca negli anni 1448-1449 (cf. Corrias, Intorno all’edizione critica, p. 351-380). È stato dimostrato che la dedica al segretario aragonese Giovanni Olzina (nella lezione "Lucinam") è un equivoco presente in alcuni testimoni, tra cui l'urbinate, mentre il reale dedicatario dell'opera è Giovanni Tortelli (cf. Regoliosi, Due nuove lettere di Lorenzo Valla, p. 174-175 e 184-185; Ead., Le due redazioni, p. 565; Ead., Nel cantiere del Valla, pp. 3, 7, 10, 12, 23, 26; Laurentii Valle Raudensiane note, p. 16-17, 126-137, 154-156, 162-164).
- Language:
- Latino.
- Alphabet:
- Latino.
- Other name:
- Tortelli, Giovanni, 1400-1466 [dedicatee]
Olzina, Giovanni, sec. XV [person]
126v-139v
Laurentii Vallae Confutatio in Benedictum Morandum Bononiensem
- Locus:
- 126v-139v
- Title:
- Laurentii Vallae Confutatio in Benedictum Morandum Bononiensem
- Uniform title:
- Confutatio in Benedictum Morandum (Valla, Lorenzo, 1406-1457)
- Incipit:
- Utrum de me peius mereantur an melius
- Explicit:
- agere iniuriarum et mentionem facere famosi libelli
- General note:
- Il testo della Confutatio è tramandato da 3 testimoni manoscritti, tra cui il codice urbinate, siglato V nell’edizione (cf. Lo Monaco, L’edizione dell’Epistola in duobus Tarquiniis, p. 331-333).
- Language:
- Latino.
- Alphabet:
- Latino.
139v-145v
Laurentii Vallensis In Benedictum Morandum confutatio altera ad Baveriu(m) medicum
- Locus:
- 139v-145v
- Title:
- Laurentii Vallensis In Benedictum Morandum confutatio altera ad Baveriu(m) medicum
- Uniform title:
- In Benedictum Morandum confutatio altera ad Baverium Monacum (Valla, Lorenzo, 1406-1457)
- Incipit:
- Lecta quam vix p(er)legere potui
- Explicit:
- velit nolit et esse et semper fore
- General note:
- Il codice urbinate rappresenta l’unico testimone manoscritto dell’opera, oltre all’editio princeps stampata a Venezia nel 1481, utilizzata dal copista come antigrafo (cf. Lo Monaco, L’edizione dell’Epistola in duobus Tarquiniis, p. 333-334).
- Language:
- Latino.
- Alphabet:
- Latino.
145v-158r
Pro se et contra calumniatores ad Eugenium IIII pont. max. apologia
- Locus:
- 145v-158r
- Supplied title:
- Pro se et contra calumniatores ad Eugenium IIII pont. max. apologia
- Uniform title:
- Apologia ad papam Eugenium IV (Valla, Lorenzo, 1406-1457)
- Incipit:
- Equius erat summe pontifex ac mihi
- Explicit:
- ob mea studia esse capturam
- General note:
- L'opera è anepigrafa; nel margine esterno è annotato il titolo "Apologia ad Eugeniu(m) p(a)p(a)m".
- Language:
- Latino.
- Alphabet:
- Latino.
158v-159v
De falso credita et ementita Constantini donatione declamatio (Valla, Lorenzo, 1406-1457). Fragmenta
- Locus:
- 158v-159v
- Uniform title:
- De falso credita et ementita Constantini donatione declamatio (Valla, Lorenzo, 1406-1457). Fragmenta
- Incipit text:
- Plures a me libri (f. 158v) and tantorum scelerum tantorumque omnis generis (f. 159r)
- Explicit text:
- qui trucem barbari regis animum terruit (f. 159v) and Ananius princeps sacerdotum coram tribuno (f. 158v)
- General note:
- Si tratta di due frammenti, che corrispondono rispettivamente alla parte iniziale e finale del testo, comunque mutilo in fine. I danni provocati dall'umidità in questi due fogli non permettono la lettura integrale del testo. Il codice urbinate è comunque ricordato da Setz tra i testimoni manoscritti dell'opera del Valla e collocato all'interno della famiglia denominata N (cf. L. Valla, De falso credita et ementita Constantini donatione, hrsg. von W. Setz, Weimar 1976, p. 31).
- Language:
- Latino.
- Alphabet:
- Latino.
2v-52v
Pro Ctesiphonte Demosthenis oratio incipit feliciter
- Locus:
- 2v-52v
- Title:
- Pro Ctesiphonte Demosthenis oratio incipit feliciter
- Supplied title:
- Pro Ctesiphonte - Interpretatio latina Laurentii Vallensis
- Uniform title:
- De corona (Demosthenes, 384-322 a.C.). Latino
- Incipit text:
- Deos ac deas omnes queso viri athenienses
- Explicit:
- p(er)iculo liberatis certam salutem date
- General note:
- Cf. Vahlen, Laurentii Valla opuscula tria in Sitzungberichten der phil. hist. classe d. Wiener Akadem. d. Wiss. an. 1869, Band 62, p. 140-146 (rist. L. Valla, Opera omnia, II, Torino 1962, p. 328-334); sono editi soltanto i brani dei ff. 1-7, 52v.
- Language:
- Latino.
- Alphabet:
- Latino.
- Bibliography:
- IAM53.
- Other name:
- Valla, Lorenzo, 1406-1457 [translator]