Urb.lat.248
Manuscript information
- Resource type:
- Manuscript
- Collection:
- Urb.lat.
- Shelfmark:
- Urb.lat.248
- Library:
- Biblioteca Apostolica Vaticana
- Date:
- sec. XIV-XV
- Beginning date:
- 1376
- Ending date:
- 1425
- Country:
- Italia settentrionale
- Support:
- membr.
- Height:
- 358
- Width:
- 248
- Extent:
- IV. 410. II
- Overview:
- Galeno, De simplicium medicamentorum temperamentis ac facultatibus, nella traduzione di Niccolò da Reggio.
Description
- Collation:
- 41 fascicoli: 1-41 quinioni (ff. 2-11, 12-21, 22-31, 32-41, 42-51, 52-61, 62-71, 72-81, 82-91, 92-101, 102-111, 112-121, 122-131, 132-141, 142-151, 152-161, 162-171, 172-181, 182-191, 192-201, 202-211, 212-221, 222-231, 232-241, 242-251, 252-261, 262-271, 272-281, 282-291, 292-301, 302-311, 312-321, 322-331, 332-341, 342-351, 352-361, 362-371, 372-381, 382-391, 392-401, 402-411). ). I primi due fogli di guardia anteriori e quelli posteriori, non numerati e bianchi, sono cartacei, apposti in fase di restauro (terminato il 26 novembre 1983, come risulta dal tasello cartaceo incollato sulla controguardia posteriore); i fogli numerati ff. I-1 sono membranacei; il f. I costituiva precedentemente la controguardia incollata sul piatto anteriore. Bianchi i ff. 409r-411v; sui ff. Ir-v e 1r è stata annotata l'attuale segnatura.
- Layout:
- Testo su due colonne. Il numero delle righe varia: 1) rr. 28/ll. 27 (ff. 2r-21v, 112r-411v); 2) rr. 29/ll. 28 (ff. 22r-32r); 3) rr. 29/ll. 27 (ff. 32v-111v): in questa parte del codice la rigatura è uguale a quella del secondo tipo, ma l’ultima riga tracciata è stata lasciata bianca; la scrittura inizia sempre sotto la prima riga. Rigatura a colore (tipo Derolez 41). Presentano rigatura anche i ff. 409r-411v, bianchi. Specchio rigato (f. 18r): 359 (46+226+87) x 249 (32+67+21+65+64) mm; (f. 24r): 358 (43+230+85) x 248 (36+66+20+66+60) mm. Visibili otto fori di squadratura in corrispondenza delle righe di giustificazione lungo i margini superiore e inferiore (es. ff. 362, 364); spesso sono visibili soltanto i quattro nel margine superiore (es. ff. 303, 308) o i quattro nel margine inferiore (es. ff. 24, 36).
- Foliation:
- Manuale, in numeri arabi, apposta nell’angolo superiore destro dei ff. 1-408; recente, a matita, ai ff. I, 409-411.
- Writing - Note:
- Gotica di unica mano; diverse correzioni o annotazioni di mano del copista (es. ff. 116v, 145r, 178r); note marginali di due diverse mani (es. ff. 101r, 205r e ff. 8r, 26r, 89v, 155v). Inchiostro parzialmente evanido in alcuni fogli (es. ff. 342r, 352r-v, 365r).
- Decoration - Note:
- 1 antiporta grafica rubricata su 20 linee di scrittura, di cui le ultime 6 disposte a finalino (f. 1v). 1 pagina di incipit (f. 2r), con motivo a bastone in foglia d’oro e a colore (blu, porpora), fregio floreale policromo (blu, verde, rosa, arancio) con fogliette spinose in oro, abitato da volatili; a bas-de-page, due putti mostrano lo stemma, sormontato dal filatterio con il motto; nel margine superiore, nomen sacrum IHS in lamina metallica, sormontato da una corona. 162 iniziali maggiori (ff. 1r, 3r, 4v, 7v, 9v, 10r, 13r-v, 14v, 16r, 17v, 19r, 21v, 22r, 23r, 25v, 27v, 29r-v, 32r, 33v, 34r, 35r, 37r, 38r, 39r, 40r, 41v, 42v, 44v, 46r, 47v, 49r, 51r, 52r, 53r, 55r, 57r, 60v, 61r, 63r, 64r, 66r, 67v, 69r, 70v, 71r, 72v, 74r, 75v, 77v, 79r, 81r, 83v, 84v, 85v, 87r, 88v, 90r, 91v, 93r, 95v, 98r, 99v, 101v, 103v, 105v, 106v, 108v, 109v, 110v, 111r-v, 113r, 114v, 116v, 117v, 119r, 121r, 122r, 124r, 126r, 127r, 128r, 129v, 132r, 133v, 134v, 137r, 138v, 140r, 142v, 143r, 144r, 145v, 147v, 151r, 153r-v, 154v, 157v, 159r, 160r, 163v, 165r, 166v, 167v, 168v, 170r, 171v, 173r, 174r, 175v, 176v, 177v, 179r, 180r, 184r, 207r, 213r, 216r, 218v, 224r, 225v, 226v, 228r, 231v, 255r, 259v, 269v, 271v, 274r, 282r, 284v, 293v, 297v, 298v, 300v, 302v, 303r, 304r, 319v, 326v, 343v, 347v, 352r, 358r, 362v, 365v, 375r, 375r, 381v, 385v, 386v, 390v, 391v, 394r, 397r, 401v, 402r, 403v; mm 47x40, media) fitomorfe in porpora o in blu su campo in foglia d’oro decorato a motivi fitofloreali policromi (porpora, blu, verde), talvolta con elementi zoomorfi. Numerose iniziali medie della medesima tipologia decorativa delle maggiori (c. mm 26x15); numerose iniziali minori filigranate in blu e in foglia d’oro con filigrana rossa o viola (ff. 181r-183v, 230r-231v, 267v-269v, 303r-304r, 343r-v, 374v-375r, 408r-v); titoli correnti in lettere filigranate in rosso e in blu con filigrana del colore opposto; rubricati incipit, explicit, indicazioni dei capitoli; segni di paragrafo in blu.
- Binding - Note:
- Coperta in pelle marrone su quadranti in cartone, con cornice impressa a secco. Sul dorso stemmi di Leone XIII (1878-1903) e del cardinale Bibliotecario (1869-1889) Jean Baptiste Pitra, impressi in oro. La presenza dei due stemmi permette di datare la legatura agli anni 1878-1889. Tagli dorati. L’“Indice vecchio” descrive una legatura «in Serico Rubro» (cf. Storia).
- Signatures:
- Segnatura a registro nell’angolo inferiore destro del recto dei fogli che compongono la prima metà dei fascicoli, spesso eliminata dalla rifilatura, del tipo bI-b[V] (ff. 12-16), cI-cV (ff. 22-26), aa[I]-a[aV] (ff. 262-266), bbi-bbiiiii (ff. 272-276) e così via.
- Catchwords:
- Richiami orizzontali, ornati con semplici decori a penna sui quattro lati, vergati con lo stesso inchiostro del testo nel margine inferiore del verso dell’ultimo foglio dei fascicoli, al centro, nell’intercolunnio.
- Heraldry:
- Scudo torneario, di rosso, al castello d'argento torricellato d'un pezzo, aperto e finestrato, circondato da un ramo fogliato di verde, col capo d'azzurro, caricato di tre gigli d'oro, della famiglia Reguardati.
- Motto:
- "Domat omnia virtus".
- General note:
- Per questo ms. cf. anche G. Corso, Urb. lat. 248, in Catalogo dei codici miniati della Biblioteca Vaticana. II. I manoscritti Urbinati, a cura di S. Maddalo - E. Ponzi, con la collaborazione di C. Paniccia, Città del Vaticano (Studi e testi), in corso di elaborazione.
- Language:
- Latino.
- Alphabet:
- Latino.
- History:
- Il codice appartenne alla biblioteca del medico Benedetto Reguardati (1398-1469), professore di medicina a Perugia e a Pavia; al f. 2r è infatti presente lo stemma della famiglia Reguardati. Nel 1475 venne donato da suo figlio Carlo, cavaliere di Norcia, a Federico da Montefeltro in ricordo dei benefici ricevuti, come attestato dalla nota al f. 1v: «Excellentissimo pri(n)cipi Federico, Urbinatum duci gloriosissimo, Karolus Reguardatus eques Nursinus in memoriam beneficiorum ac servitutis suae et ut inter alios celeberrimae bibliothecae annumeretur librum hunc ex Benedicti quondam parentis philosophique ac medici mortalibus non ignoti excerptum codicibus, iucundo libentique animo dedit. MCCCCLXXV». Il codice è registrato nel cosiddetto “Indice vecchio”, compilato intorno al 1487 dal bibliotecario Agapito (Urb. lat. 1761, f. 44r: «Galenus Pergamenus de notitia virtutum simplicium pharmacorum Divisus In XI tractatus Traductus a Magistro Nicolao de Regio. Codex in Serico Rubro»; edito in Stornajolo, Cod. Urb. Graeci, p. XCVIII, nr. 299). La collezione dei duchi di Urbino giunse in Vaticana nel 1657. Timbri della Biblioteca Apostolica Vaticana ai ff. 2r-v, 408v.
- Bibliography:
- Stornajolo, Cod. Urb. lat. 1-500, p. 239; IAM67.4; scheda del ms. in: www.galenolatino.com/ > Manoscritti > Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Urb. lat. 248, data di visita 27/02/2017.
- Other name:
- Federico da Montefeltro, duca d'Urbino, 1422-1482 [owner]
Leo PP. XIII, 1810-1903 [person]
Pitra, Jean Baptiste, card., 1812-1889 [person]
Reguardati, Benedetto, 1398-1469 [owner]
Reguardati, Carlo, f. 1454-1475 [person]
Maestro delle Vitae Imperatorum, sec. XV in [artist]
Scuola del Maestro delle Vitae Imperatorum [artist]
Curatorial narrative
Manoscritto di medio formato, confezionato con una bella pergamena, l’Urb. lat. 248 è un esemplare dalle molte peculiarità, sia per quanto riguarda l’apparato decorativo sia per la sua vicenda storica. Testimone del De simplicium medicamentorum temperamentis ac facultatibus di Galeno nella traduzione di Niccolò da Reggio, esso presenta a f. 1v una dedica a Federico da Montefeltro rubricata in capitale – cfr. oltre – alla quale è affrontata una interessante pagina di incipit (f. 2r); il codice presenta poi un ricchissimo apparato di iniziali a segnalare tutti gli snodi testuali più significativi.
Incluso da Stornajolo nel suo catalogo con una brevissima descrizione di prammatica (Stornajolo, Cod. Urb. lat. 1-500, p. 239), l’Urb. lat. 248 è quasi completamente inedito, almeno sotto il profilo della sua vicenda storico-artistica. Citato velocemente sia da Sergio Sconocchia, nel suo contributo sui codici medici conservati nella collezione di Federico (Sconocchia, Codici di medicina, pp. 149-174), sia da Heinz Hofmann (Hofmann, Literary Culture, p. 5), il ms. presenta moltissimi aspetti non comuni. Del tutto eccentrica rispetto alla tradizione di Galeno è, per esempio, la sua mise-en-page ‘da libro liturgico’, con margini e intercolumnio molto ampi, che lasciano spazio a due colonne vergate in una tipizzazione gotica ariosa. Le consonanze con tale tipologia libraria sono inoltre enfatizzate da un ricchissimo apparato decorativo che si dispiega in tutto il codice e che, pur privo di elementi figurativi, contribuisce a collocare l’esemplare entro una produzione di alto livello – la pergamena è di qualità e il vasto impiego di lamina metallica d’oro di una certa consistenza indirizzano verso un atelier non secondario.
La dedica a f. 1v fornisce preziose indicazioni storiche, utili a contestualizzare la vicenda del ms., tracciata brevemente nelle 20 linee rubricate: la voce è quella di Carlo Reguardati, cavaliere di Norcia, che nel 1475 dona il Galeno a Federico da Montefeltro come ringraziamento per i benefici ricevuti; nell’articolazione dell’encomio al duca, Carlo fa inoltre riferimento a suo padre, Benedetto Reguardati (1398-1469), possessore prima di lui del ms. – così come testimonia, tra l’altro, lo stemma a bas-de-page di f. 2r. Personaggio di spicco della corte sforzesca, la carriera di Benedetto prese avvio nella sua città natale, Perugia, dove studiò medicina, materia che insegnò nello Studium umbro nella prima metà del secolo XV, oltre a esercitare come condotto, anche ad Ascoli Piceno (Nicoud, Reguardati, Benedetto, p. 758). Risale al 1438 il suo primo incontro con Francesco Sforza (1450-1466), in quegli anni gonfaloniere e vicario della Marca anconetana, al servizio del quale Reguardati entrò all’inizio del 1442. Coinvolto nel conflitto per il titolo ducale tra Visconti e Sforza, egli fu inviato in missione a Parma, Pavia, Milano, Venezia, secondo un ‘doppio registro’ che lo vide alternarsi tra l’attività medica a corte e quella politico-amministrativa nei territori passati sotto il controllo sforzesco. Ebbe frequenti contatti con i primi Medici e con la curia pontificia, in particolare con Pio II (1458-1464) e Paolo II (1464-1471), tutti beneficiati dei suoi pareri sanitari. Fu egli stesso autore di libelli medici, come ad esempio una raccolta di Consilia, un Libellus de conservatione sanitatis, una Regula de peste, qualche ricettario (Nicoud, Le prince et les médecins, pp. 65-72, 203-206, 222-270; Nicoud, Reguardati, Benedetto, p. 759).
L’Urb. lat. 248 era quindi parte della sua biblioteca privata che, verosimilmente, comprendeva anche altri mss.; privo di annotazioni e di segni di studio, il Galeno doveva essere conservato come esemplare di apparato, forse anche in ragione della peculiare mise-en-page, alla quale si accennava in precedenza. Non si hanno purtroppo notizie sulle vie di acquisizione del codice da parte di Reguardati, ma è probabile che esso sia entrato in suo possesso negli anni lombardi. Il suo aspetto racconta infatti una storia di compresenze nel processo di confezionamento: se infatti la tipizzazione grafica è assegnabile a un copista di educazione italiana, l’apparato decorativo è attribuibile a un miniatore inglese.
Noto è il profilo internazionale del panorama culturale lombardo tra la fine del secolo XIV e la prima metà del successivo (ma anche in precedenza), costruito sulla continua osmosi con il mondo tardo-gotico francese e anglosassone. In tal senso, un esempio tra tutti, è quello del non altrimenti conosciuto G de Anglia, scriptor e frate originario delle Isole britanniche, che nel 1391 copiò a Pavia, nell’alveo della corte viscontea, un ms. oggi conservato a Chicago (Newberry Library, ms. 54.1, cfr. Pieragostini, Augustinian Networks, pp. 65-85, ringrazio Francesca Manzari per la segnalazione). Qualcosa di analogo potrebbe essere accaduto per l’apparato decorativo dell’Urb. lat. 248, che mostra un linguaggio aggiornato proprio sui modi della decorazione libraria anglosassone tra la fine del Trecento e i primi venti-trent’anni del Quattrocento (i molti repertori sulla produzione inglese in questo intervallo cronologico sono in tal senso illuminanti, cfr. Scott, Design, Decoration, passim; Scott, Later Gothic Manuscripts, passim; McKendrick - Doyle, Bible Manuscripts, passim). Nel Galeno urbinate sono presenti gli stilemi qualificanti questo linguaggio, come l’adozione di una tavolozza pittorica declinata in poche tinte, tra le quali spiccano il porpora intenso e il blu, entrambi in tonalità molto scure, e il diffuso impiego di lamina metallica aurea; la predilezione per una ornamentazione costruita sull’utilizzo di bastoni e antenne arricchite da globi, bolli, gocce, fogliette spinose e non, nelle stesse sfumature cromatiche appena descritte (o in oro in foglia), mentre all’interno delle iniziali – tutte prive, in questo caso, di immagini narrative – i campi sono riempiti da fioroni carnosi, da foglie rigogliose e talvolta da cani, da felini, da draghi (es. ff. 13r, 40r, 70v), da rari mascheroni (f. 34r), diretta filiazione di quel mondo fantastico e mostruoso che popolava i duecenteschi mss. anglo-francesi – e non solo. Alcune interessanti consonanze si riscontrano allora, tra i molti esempi possibili, con alcuni mss. oggi conservati a Londra presso la British Library, come l’Egerton 1991, realizzato nel primo quarto del secolo XV, o l’Harley 1320 della prima metà del medesimo secolo o ancora il Royal 2.F.VII, databile tra il 1420 e il 1440.
È quindi possibile che Reguardati abbia fatto realizzare per sé o, più probabilmente, sia entrato in possesso del Galeno proprio negli anni in cui si trovava al servizio dello Sforza, anni nei quali avrebbe avuto più facile accesso a un simile oggetto, sia per possibilità economiche sia per ragioni di ‘mercato’. Ed è forse al momento dell’ingresso nella sua collezione che si deve l’altra peculiarità del ms. Il f. 2r infatti, pur nella sua facies visivamente omogenea, è il risultato di due diverse campagne decorative, ravvicinate nel tempo. Il fregio floreale su minuta filigrana a inchiostri argento e bruno che corre lungo i margini della pagina di incipit è infatti assegnabile a quella variegata bottega che si raccolse attorno al Maestro delle Vitae imperatorum (Pellegrin, Bibliothèques d’humanistes lombards; Ead., La bibliothèque des Visconti, passim; Manfredi - Melograni, Due nuovi codici, pp. 285-294, 295-307; Toscano, In margine al Maestro, pp. 169-178; Heid-Guillaume - Ritz, Manuscrits médiévaux de Chambéry, passim; Lollini, Maestro delle Vitae Imperatorum, pp. 587-589), personalità che, con il suo atelier e i suoi epigoni, divenne uno dei maggiori esponenti dell’arte libraria lombarda nella prima metà del Quattrocento. Connotativi del suo parlare artistico – di volta in volta variato e sfumato da allievi e da imitatori – sono la declinazione «forte, dal segno spesso e saldo» che tende ad accentuare «il contorno e l’andamento fluido del ductus» (Lollini, Maestro delle Vitae Imperatorum, p. 588). Sorta di ‘marchio di fabbrica’ sono poi i frontespizi e le pagine di incipit qualificate da fregi fitofloreali policromi analoghi a quello presente a f. 2r dell’Urb. lat. 248; tra i molti esempi possibili, si può proporre un gruppo di codici tutti commissionati alla corte viscontea del duca Filippo Maria (1402-1447; cfr. Soldi Rondinini, Filippo Maria Visconti, pp. 772-782), come il Cambridge, Fitzwilliam Museum, McClean 162, e il Philadelphia, Free Library, Lewis E 54; oppure il Vat. lat. 1903 e il Vat. lat. 171 (Lollini, Maestro delle Vitae Imperatorum, p. 589).
Se non fosse per l’estrema riconoscibilità dei suoi stilemi visivi e per la presenza del nomen sacrum IHS sormontato dalla corona, anch’esso Leitmotiv della produzione dell’atelier (cfr. Manfredi - Melograni, Due nuovi codici, p. 296; Algeri, Un Tito Livio, pp. 153-159), a fatica ci si accorgerebbe delle due diverse fasi di decorazione: il secondo artefice al lavoro è stato infatti tanto abile da rendere il suo intervento omogeneo a quanto già realizzato dal miniatore inglese, mimetizzando e armonizzando con estrema raffinatezza tutte quelle parti nelle quali il cambio di mano sarebbe risultato troppo visibile (si osservi soprattutto la ‘fioritura’ del bastone sul margine esterno).
Dalla biblioteca del medico Reguardati, l’Urb. lat. 248 passa quindi al figlio Carlo, giurista, anch’egli al servizio degli Sforza, non in Lombardia, bensì a Urbino e a Pesaro – egli sarà inoltre podestà di Pavia, senatore di Roma, capitano del popolo e poi podestà di Firenze (a partire dal 1470; Nicoud, Reguardati, Benedetto, p. 759). È probabilmente in ragione dei rapporti tra Sforza e Montefeltro che Reguardati figlio entra in contatto con la corte di Federico al quale, come si diceva, donò il volume, «in memoriam beneficiorum ac servitutis suae» (f. 1v) – affermazione che lascia intravedere rapporti di consuetudine con il panorama urbinate –, custodito nella libraria ducale dal 1475.
Parts of this manuscript
1v-408v
De notitia virtutum simplicium farmacorum
- Locus:
- 1v-408v
- Title:
- De notitia virtutum simplicium farmacorum
- Supplied title:
- De notitia virtutum simplicium pharmacorum, tractatus I-IX - Interpretatio latina Nicolai de Regio
- Uniform title:
- De simplicium medicamentorum temperamentis ac facultatibus (Galenus, Claudius, 129-199). Latino
- Incipit:
- Simpliciu(m) farmacor(um) virtutes certe scire q(uan)tum magnu(m)
- Explicit:
- ulcerib(us) que in corpore fuim(us) usi
- General note:
- Al f. 1v, in lettere capitali in rosso: "Excellentissimo Karolus principi Federico Urbinatum duci gloriosissimo Karolus Reguardatus eques nursinus in memoriam beneficiorum ac servitutis suae et ut inter alios celeberrimae bibliothecae annumeretur librum hunc ex Benedicti quondam parentis philosophique non ignoti excerptum codicibus, iucundo libentique animo dedit. MCCCCLXXV". La divisione in capitoli è opera di Francesco di Piedimonte (m. 1320), medico e professore dello Studio di Napoli. Al f. 407v si legge infatti: "Explicit liber de simplicib(us) farmacis translatus a mag(ist)ro Nicolao de Regio et capitulatus us(que) p(er) totum quintu(m) librum a mag(ist)ro Fra(n)cisco de Pedemo(n)te. Deo gratias."
- Language:
- Latino.
- Alphabet:
- Latino.
- Other name:
- Niccolò da Reggio di Calabria, f. 1308-1345 [translator]
Francesco di Piedimonte, m. 1320 [person] - Source of information:
- IAM128.1 IAM66.1
408r-v
Glossario annesso alla traduzione di Niccolò da Reggio del "De simplicium medicamentorum facultatibus" di Galeno