247v: Vat.lat.9882 — È una scrittura all’apparenza
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- Manuscript:
- Vat.lat.9882
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È una scrittura all’apparenza molto simile alla beneventana. Presenta il tratteggio delle aste molto marcato e condivide con la beneventana del primo periodo alcuni caratteri comuni come la non costante suddivisione delle parole e l’incertezza nell’uso della punteggiatura.
- Section:
- 203r-274r Admonitiones and 245r-253r Caesarius, s., vesc. di Arles: Sermo XXIII
Other annotations on this folio
Tra ha- e -beat vi è uno spazio bianco dovuto ad un fallo della pergamena.
È possibile, per l’inusuale esilità del tratto, che la cediglia sia stata aggiunta da altri in un secondo momento.
La a ha la forma di due c accostate: la tendenza a fare i due tratti molto ravvicinati è piuttosto ricorrente. Si segnala inoltre anche il ricorrere della forma in onciale.
La c è in forma semplice.
La e ha l’occhiello alto.
Un trattino orizzontale indica un’abbreviazione generica.
Un tratto simile ai due punti (:) sta per -us.
Non ricorre il gruppo ti in legamento.
Si noti il nesso ri con r il cui tratto ricurvo si innalza in forma acuta.
et om(ne)s homines sic(ut) seipsu(m) dili
gat; et quod sibi ab aliis fieri
optat, hoc aliis facere studeat.
Pro bonis oret, ut a D(omi)no custodi
antur: pro mediocrib(us): ut me
liores fiant; pro malis, ut cito
se corrigant; et in omnibus
peccatorum vitia potius qua(m)
ipsos homines odio habeat,
et ad vicem bonorum medico
ru(m) morbum oderit, non egro
tos. Na(m) qui in peccatoribus
vel quibuscumq(ue) inimicis su
is magis ipsos qua(m) vitia eoru(m)
odio habet, aut in pręsenti
eos desiderat puniri, aut