Vat.lat.1579
Manuscript information
- Resource type:
- Manuscript
- Collection:
- Vat.lat.
- Shelfmark:
- Vat.lat.1579
- Library:
- Biblioteca Apostolica Vaticana
- Date:
- sec. XV med
- Dated Mss:
- 1465
- Beginning date:
- 1426
- Ending date:
- 1475
- Country:
- Italia
- Region:
- Italia centrale
- Place:
- Viterbo (?)
- Support:
- Membr.
- Height:
- 291
- Width:
- 212
- Extent:
- I. 233. I
- Overview:
- Vergilius, Operae.
Description
- Bibliography:
- Marucchi, Stemmi di possessori 1964, pp. 30-95; Manuscrits classiques, III.1 p. 153; Vedere i classici, pp. 460-462; E. Caldelli, Cat. Vat. lat. datati 1-2100, p. 93; IAM88; IAM42.3 (f. 233v).
- Collation:
- 25 fascicoli: 1-8 quinioni (ff. 1-10, 11-20, 21-30, 31-40, 41-50, 51-60, 61-70, 71-80, 81-90, 91-100); 9 quaternione (ff. 101-108); 10-24 quinioni (ff. 109-118, 119-128, 129-138, 139-148, 149-158, 159-168, 169-178, 179-187 [cf. Foliazione], 188-197, 198-207, 208-217, 218-227); 25 ternione (ff. 228-233); i fogli di guardia sono cartacei di restauro, come quelli inseriti a protezione delle miniature.
- Layout:
- A piena pagina con giustificazione a bandiera (mm 180x113) di 28/29 ll./rr.; rigatura a secco, raramente ripassata a colore, con doppie righe di giustificazione (vicina al tipo Derolez 31).
- Foliation:
- Manuale moderna in cifre arabiche a inchiostro bruno, sul recto in alto a destra, salta un foglio tra gli attuali 179 e 180.
- Writing:
- Umanistica
- Writing - Note:
- Di un'unica mano a inchiostro a inchiostro bruno (cf. Explicit); molte annotazioni a margine in greco tra i ff. 56v-111v (Aeneis I-V), con un inchiostro più scuro; umanistica del tipo corsiva a f. 223r-v (cf. Stato di conservazione).
- Decoration - Note:
- 3 pagine di incipit (ff. 1r, 16r, 56r), nelle prime due, su tre margini, fregio a bianchi girari su fondo policromo (blu, verde, rosso, in foglia d’oro), compreso in un doppio listello in lamina metallica aurea, talora con ulteriore cornice laureata (f. 16r), e terminazioni fitomorfe in minuta filigrana a inchiostro bruno, con elementi floreali policromi (porpora, verde, blu) e globi aurei cigliati; al centro del bas-de-page, talvolta abitato, miniature tabellari (mm 40x53, mm 30x45, mm 50x60); a f. 1r, nel margine superiore, clipeo laureato sorretto da due puttini alati e contenente lo stemma di Nicolaus, vesc. di Modruš (1461-1480); la terza pagina è più articolata: racchiude la pagina una complessa cornice in listelli e foglia d’oro, con fregio abitato a bianchi girari su fondo policromo (blu, verde, rosso), bordi laureati in verde, viola, blu rialzati in oro, racemi d’acanto policromi (blu, rosso, verde), festoni all’antica affiancati da tondi abitati da animali; in un riquadro nel margine superiore è presente lo stemma sorretto da due putti alati, mentre nel margine esterno, un clipeo (mm 40) accoglie il ritratto d’autore nel suo scriptorium. 17 iniziali maggiori (mm 24x24, media) di diverse tipologie decorative: 3 (ff. 1r, 16r, 84r con fregio a bianchi girari) con corpo in foglia d’oro, spesso consistente, su campo verde decorato a elementi vegetali rialzati in oro; 13 (ff. 25r, 35r, 45r, 69v, 97r, 109v, 125v, 142r, 156v, 170r, 183v, 200r, 217r) a bianchi girari su fondo policromo (blu, rosso, verde) con breve fregio dello stesso tipo; 1 (f. 56r) su campo in foglia d’oro consistente, corpo in blu avvolto da racemi policromi (verde, rosso, giallo). 15 iniziali medie (ff. 16r, 25r, 35r, 45r, 69v, 83v, 96v, 109v, 125v, 141v, 156v, 169v, 183v, 200r, 216v; mm 21x20, media) della prima tipologia decorativa delle maggiori (non realizzata a f. 55v). Numerose iniziali minori (mm 15x15 c.), nella parte relativa alle Bucolicae, campite in verde, blu, porpora e con corpo in foglia d’oro (non realizzata a f. 4r); letterine d’attesa a margine spesso visibili (es. f. 23r).
- Binding - Note:
- Su quadranti in cartone con piatti rivesti in marocchino rosso decorato con doppio filetto in oro; il dorso e i fogli di guardia anteriori e posteriori sono frutto del restauro segnalato sulla controguardia posteriore: Bibl. Apost. Vat. / Laboratorio di restauro / Registro n. 8 / Data 28 settembre 1996. Sulla controguardia anteriore sono stati applicati due tasselli della legatura precedente, con impressioni in oro e le insegne araldiche di papa Pio IX (1846-1878) e del card. bibliotecario Jean-Baptiste-François Pitra, O.S.B. (1869-1889). Sui labbri, impressioni a ferro iconografico dorato, tagli ugualmente dorati.
- Condition:
- Buono, con qualche difetto di concia, qualche foro di tarlo nei primi e negli ultimi fogli, qualche macchia, a f. 1 lacune nella pellicola pittorica della miniatura tabellare; antico risarcimento in pergamena a f. 223r-v, con testo integrato in scrittura umanistica del tipo corsiva.
- Signatures:
- Alfanumeriche a colore sul recto nel margine inferiore destro, spesso rifilate.
- Catchwords:
- Costanti, in verticale sul verso ed entro la doppia riga di giustificazione, in prossimità del margine esterno.
- Heraldry:
- ff. 1r, 56r, Nicolaus, vesc. di Modruš, c. 1427-1480, di rosso alla volpe eretta al naturale sormontato da mitria.
- Explicit:
- f. 233v: "Explicit liber Virgilii sc(r)ip(tu)m p(er) me Io(hannem) Yvelor p(ro) R(everendissimo) P(atre) D(omino) D(omino) Dei et ap(osto)lice sedis gra(tia) Ep(iscop)o Madrusien(si) tu(n)c t(em)p(or)is Vit(er)bii Arcis Castellano Anno Domini 1465" (quest'ultima cifra su rasura).
- Other name:
- Nicolaus, vesc. di Modrus̆, c. 1427-1480 [client]
Pius PP. II, 1405-1464 [person]
Vitéz, János, card., 1408-1472 [person]
Mátyás Hunyadi, I, detto Corvino, re d'Ungheria, 1443-1490 [person]
Paulus PP. II, 1417-1471 [person]
Sixtus PP. IV, 1414-1484 [owner]
Yvelor, Iohannes, f. 1465 [scribe] - Language:
- Latino.
- Alphabet:
- Latino.
Curatorial narrative
Manoscritto di medio formato confezionato in pergamena di buona qualità ben lavorata, è stato vergato per Niccolò da Cattaro vescovo di Modruš (1461-1480) da Iohannes Yvelor, copista non altrimenti noto, ma che si sottoscrive a f. 233v (Caldelli, Codici datati 1-2100, p. 93, mentre i marginalia in greco all’Eneide, ff. 56v-106r, potrebbero essere del prelato stesso [Miglio, Scheda nr. 132, p. 462] che probabilmente conosceva quella lingua [Mercati, Notizie varie sopra Niccolò, p. 291]). Personalità di spicco della Curia romana soprattutto negli anni del pontificato di Pio II (1458-1464) – fu, tra le altre cose, castellano della rocca di Viterbo nella seconda metà degli anni ’60 –, Niccolò possedette una rilevante raccolta di libri, composta soprattutto da volumi di contenuto filosofico, teologico e classico (Id., Notizie varie sopra Niccolò, pp. 208-211; Miglio, Scheda nr. 132, pp. 460-462; cfr. ad esempio i mss. Vat. lat. 353, assegnato a Gioacchino de’ Gigantibus, Vat. lat. 376, Vat. lat. 513). La maggior parte di essi, oggi in Biblioteca Vaticana, confluì nella collezione di Sisto IV (1471-1484), non è dato di sapere «se per compera o altrimenti», poiché la documentazione al riguardo non suggerisce certezze (Id., Notizie varie sopra Niccolò, p. 207; altri esemplari, un tempo a Santa Maria del Popolo a Roma, sono oggi custoditi in Biblioteca Angelica).
Ad ogni modo, è proprio negli anni viterbesi che si può collocare la realizzazione del codice, così come indicato dalla data che lo sigilla, 1465 (nonostante quest’ultima cifra sia stata tracciata su rasura, Miglio, Scheda nr. 132, p. 462). La presenza della data topica Viterbii suggerisce inoltre una serie di riflessioni sulla produzione libraria quattrocentesca a uso dei membri della Curia pontificia: rimangono infatti ancora senza soddisfacenti risposte gli interrogativi relativi ai luoghi nei quali i manoscritti erano realizzati, dal loro confezionamento, al lavoro di trascrizione, all’esecuzione degli apparati decorativi.
Per quest’ultimo aspetto, a proposito del Vat. lat. 1579, è stata avanzata, seppure in forma dubitativa, un’attribuzione alla bottega di Jacopo da Fabriano (Pasut, Iacopo da Fabriano, p. 350), miniatore molto prolifico che lavorò sin dagli anni ’50 del Quattrocento al servizio della Curia romana, sia per i pontefici sia per i più alti esponenti della corte papale (Ruysschaert, Miniaturistes “romains”, pp. 245-251; Maddalo, "Quasi preclarissima suppellectile", pp. 20, 24; Fachechi, Jacopo da Fabriano miniatore, passim; Pasut, Per la miniatura a Roma, pp. 111, 152-153). In effetti, alcune delle formule impiegate nelle pagine di incipit del Virgilio – soprattutto in quella all’Eneide – mostrano una contaminazione con il linguaggio di Jacopo (cfr. i mss. Vat. lat. 493, Vat. lat. 1776, Vat. lat. 1799), anche se quelle stesse formule, variamente declinate, si rilevano in tutta la produzione miniata romana coeva. Da una breve indagine sul catalogo dei codici appartenuti a Niccolò da Cattaro elencati a suo tempo da Giovanni Mercati (Mercati, Notizie varie sopra Niccolò, pp. 205-263), al Vat. lat. 1579 si possono accostare, per l’aspetto decorativo, i mss. Vat. lat. 1532, Vat. lat. 1756, Vat. lat. 1762, tutti apparentemente diversi, ma tutti al contrario riconducibili a una medesima mano – o a un medesimo atelier – che impiega con libertà ed eclettismo gli stilemi più comuni del linguaggio “romano”. Benché gli elementi siano ancora davvero troppo esigui per spingersi oltre, è forse possibile supporre l’esistenza di un artista molto prossimo al vescovo di Modruš, una personalità alla quale di preferenza egli affidava la decorazione dei suoi libri.
Per gli altri esemplari di Virgilio illustrato cfr. i mss. Pal. lat. 1632, Reg. lat. 1705, Reg. lat. 1988, Urb. lat. 350, Urb. lat. 642, Vat. lat. 2761, Vat. lat. 3225, Vat. lat. 3255, Vat. lat. 3867.
Parts of this manuscript
16r-55v
Georgica (cum argumentis)
55v
De duodecim libris Aeneidos
1r-15v
Eclogae seu Bucolica